Come imparare a gestire denaro? Gli italiani alla ricerca di soluzioni

Giulia Fidilio

L’italiano è un gran rispamiatore. Ha nel suo dna la cultura del mettere da parte, dell’investire per il futuro proprio e dei propri figli. Oggi che la congiuntura economica è piuttosto accentuata in tanti si pongono una domanda cruciale: Come imparare a gestire denaro? Indubbiamente per gestire il denaro serve possederne e continuare a guadagnarne, ma gestire bene le proprie finanze può aiutare più di quanto si immagini. In Italia ci sono figure esperte del settore come Giulia Fidilio, Financial Trainer. L’Educatrice Finanziaria AIEF è Docente corporate di Economia e finanza comportamentale.

“Insegno come prendere decisioni economiche migliori per vivere meglio” spiega Giulia alla nostra redazione. Cosa significa? “Parlo di testa e di soldi, e di come metterci la testa con i soldi!”. Giulia Fidilio è esperta quindi sulla gestione del denaro e mette a disposizione di privati ed aziende le sue competenze per imparare a gestire denaro. Il suo obiettivo infatti è “guidare le persone a ridurre il gap tra la vita che hanno e quella che desiderano” si legge sul suo portale giuliafidilio.it. “Perché la gestione consapevole del denaro è uno strumento potente che può davvero cambiare in meglio la vita delle persone”.

Financial Trainer ha un metodo efficace denominato Mind your Money. Esso consente di acquisire nuove abitudini finanziarie più funzionali – e sostenibili nel lungo periodo; di migliorare la qualità della propria vita; di migliorare il proprio rapporto con il denaro. In cosa consiste? “Il mio è un approccio unico e interdisciplinare che unisce i princìpi delle scienze comportamentali a principi del coaching e del mentoring. Inoltre, porto la mia esperienza ultradecennale come imprenditrice”.

Nelle dimamiche economiche entrano in gioco diversi ambiti ad iniziare dalle scienze comportamentali “perché lo studio del comportamento umano è fondamentale per guidare le persone ad acquisire nuove abitudini più funzionali, ad imparare metodi per prendere decisioni migliori e più consapevoli”.

Giulia Fidilio è impegnata su diversi fronti ed è la co-fondatrice di Investment Academy, scuola di Formazione Finanziaria indipendente e inoltre co-autrice (insieme a Marco Ortelli) del libro “Missione Possibile. Come la gestione consapevole del denaro ha cambiato la nostra vita” (Gribaudi, 2019). Sul portale giuliafidilio.it si può leggere il curriculum della Financial Trainer ed Educatrice Finanziaria (iscritta al registro AIEF). Giulia è anche docente corporate di economia e finanza comportamentale, insegna nel mondo bancario e della consulenza finanziaria.

La Fidilio trasmette la sua visione, aiuta le persone a ridurre il gap tra la vita attuale e quella a cui aspirano. Il lavoro fatto dalla trainer porta all’eliminazione dell’ansia finanziaria accrescendo le competenze delle persone e di conseguenza consapevolezza e sicurezza in se stessi. Il metodo Mind your Money consente di raggiungere gli obiettivi, personali sia di vita sia economici e di raggiungere lo stile di vita che si desidera. L’esperta parte “dall’unicità di ciascuno”, “da chi è la persona e da cosa vuole davvero raggiungere”.

Mind your Money significa letteralmente “abbi cura di te e dei tuoi soldi”. “Spesso vediamo la gestione del denaro come una cosa difficile, pesante, in alcuni casi anche un tabù” osserva. Il lavoro della Fidilio è dimostrare che “prendersi cura di noi stessi e del nostro futuro passa anche attraverso la cura delle nostre risorse come denaro, ma anche tempo, salute, qualità della vita ed energia”. Il metodo consiste nel fare proprie abitudini più funzionali per conseguire i propri traguardi partendo dai bisogni e dalle unicità. “In qualità di esseri umani abbiamo bisogni simili – afferma – ma ognuno di noi ha obiettivi di vita diversi. Gli obiettivi finanziari devono essere a sostegno di quegli obiettivi di vita, non viceversa”.

Il cambiamento deve essere sostenibile e durare nel tempo. “Non esistono soluzioni standard universali da copiare” sottolinea. “Imparare un approccio sano, equilibrato e funzionale alla gestione delle proprie risorse può fare tutta la differenza tra una vita serena e una vita insoddisfacente”. “Imparare a gestire quello che abbiamo, risparmiare, proteggersi, pianificare il proprio futuro, sono tutte azioni che possono semplificare la nostra vita senza stravolgerla e senza sacrifici”.

La nuova “ossessione” del maschio italiano: sapere come avere una barba perfetta

barba ph tratta da barbaecravatta

Ci sono tendenze che diventano vere e proprie “ossessioni”. Il nuovo trend del maschio italiano riguarda la barba. Una delle cose da sapere assolutamente è come avere una barba perfetta. Navigando in rete si trovano tanti consigli per centrare l’obiettivo come il portale tematico www.barbaecravatta.it dove si sono informazioni molto interessanti sull’argomento.

Innanzitutto bisogna individuare il look che più si avvicina alle proprie preferenze e si sposa con il viso. I redattori di barbaecravatta.it sottolineano come la moda del momento è la barba lunga. Tuttavia si può puntare su barba rasata o baffi e pizzetti. È importante scegliere il rasoio che risponde alle proprie necessità e che consente di eseguire la rasatura senza provocare irritazioni sulla pelle. Il suggerimento è puntare su marchi noti come Philips per centrare l’obiettivo di avere una barba perfetta. Ma davvero tutti gli italiani sono “ossessionati” dalla barba perfetta? Chiaramente ci sono anche tante persone che non sopportano la barba. Tuttavia va tenuto a mente che “la barba è uno strumento di seduzione da coltivare giorno dopo giorno”…si legge sul portale tematico dedicato a barba e cravatta.

Per la rasatura tradizionale della barba si impiega la lametta. L’ideale è la rasatura mattutina. Questo perchè la pelle del viso è più tirata e la pressione sanguigna minore. Questo accorgimento permette di limitare possibili irritazioni mentre ci si rade. Prima di fare la barba è consigliato fare la doccia. L’acqua calda della doccia infatti prepara la pelle aprendo i pori. La rasatura va preceduta da un gel o una schiuma per la barba per non rischiare un’irritazione. Applicata la schiuma da barba sul viso, la si stende su tutta la superficie da radare aiutandosi con un pennello da barba.

Chi ha una pelle sensibile necessita di maggiore cura. Il viso delicato va curato con attenzione e non è opportuno radersi di frequente. La pelle potrebbe irritarsi. In tal caso conviene fare la barba ogni quattro giorni. Utilizzando un rasoio elettrico per pelli sensibili si ha una pelle perfetta al riparo da irritazioni.

Il rasio elettrico è tra i più gettonati per la sua praticità. Tuttavia il rasoio a mano è il preferito, utilizzato anche dai barbieri. In commercio si trova con lama da sostituire o con la coramella. Vi sono i rasoi usa e getta (la classica lametta) o i multilama fatti in metallo, a doppio filo.

Tanti uomini usano il multilama adatto sia per chi ha la barba lunga per rifilarla sia per chi punta alla rasatura non troppo a pelle. Il rasoio elettrico irrita raramente la pelle, è pratico e portatile. Si trova sia a batteria sia ricaricabile. Qualsiasi sia la preferenza di rasoio, è importante imparare a conoscere la propria pelle e curare sempre la propria barba. Solo con tanto impegno si può avere una barba perfetta.

Molti italiani scelgono di regalare un bonsai ad una persona cara: scopriamone il significato

bonsai - foto di Ilona Ilyés da Pixabay

Si vede spesso nei film ambientati in Oriente. È stato protagonista di tante pubblicità in televisione. Ha un valore altamente simbolico. Stiamo parlando del Bonsai. Molti italiani hanno una vera e propria passione per il Bonsai. Questo albero in miniatura è caratteristico delle culture orientali ma oggi è entrato a pieno titolo sia nelle case sia negli uffici di tantissimi italiani. Molti, però, si interrogano ancora sulla sua storia e, soprattutto, sul significato di un nome che solo a sentirlo trasmette armonia.

Regalare un Acero bonsai ha un valore altamente simbolico. Si tratta di una delle piante più impiegate nell’arte bonsai per la sua bellezza. In natura ci sono differenti tipologie di aceri tra cui quelli rossi comunemente denominati come acero giapponese.

Il bonsai è arte. Il bonsai risale all’epoca cinese Heian (797/1185 d.C.). Dalla corrente Penjing (arte di creare rappresentazione della natura in miniatura) si sono sviluppate altre scuole in altre nazioni come i Mai-dat in Thailandia e i Saikei in Giappone. In terra nipponica il bonsai è stato associato allo “Zen” e alla pratica della riproduzione di scenari e schemi replicandoli sulla pianta: sentimenti, aromi, immagini e pensieri.

“Bon” significa vassoio, mentre “sai” coltivare. Letteralmente possiamo tradurre in “coltivato in vassoio”. Le specie vegetali che posseggono un tronco o un fusto legnoso e dei rami e foglie piccole si possono coltivare in un vaso per limitarne la crescita delle radici e la possibilità di incamerare nutrimenti. Anche specie autoctone non orientali oggi vengono miniaturizzate. Il Bonsai Ficus/Fico è la varietà più diffusa, la più congeniale per essere tenuta in un ambiente interno. Bisogna tenere presente, anche quando si regala un bonsai, dove la persona lo può collocare perchè non tutti possono stare al chiuso.

Infatti la maggioranza dei Bonsai va posta all’esterno. Soltanto piante subtropicali e tropicali possono resistere nel clima interno di un’abitazione. Oltre a scegliere attentamente la posizione migliore, quando si “accoglie” un bonsai bisogna tenere a mente l’annaffiatura e la concimazione.

Le piante “hanno un’anima”. Il bonsai “sprigiona” forza, ingloba in uno spazio ridotto la bellezza che in natura non è visibile all’occhio umano nella sua totalità. Il bonsai è simbolo di armonia, equilibrio, tempo e semplicità. Ecco perchè il bonsai è uno regalo che si fa ad una persona che si vuole bene per un’occasione speciale. Chi regala o chi riceve come dono una bonsai esprime amore, amicizia e connessione tra persone. Il bonsai si “sposa” benissimo con chi è paziente e colui che esprime il suo lato artistico.

Giocare sfruttando i giri gratis: soluzione molto comune nei casino online

La tecnica è piuttosto nota ed apprezzata e rientra nelle iniziative promozionali delle aziende sia per incentivare un prodotto sia per fidalizzare un cliente: fare provare un prodotto regalandolo. Nel mondo dei giochi il free spin casino è molto diffuso ed è una soluzione molto comune per giocare e testare soprattutto i nuovi casino. Per molti giocatori la possibilità di sfruttare dei giri gratis è un regalo gradito ed utile. Il free spin casino in effetti è una soluzione per provare un gioco su siti sicuri che garantiscono divertimento e sono autorizzate da ADM, l’autorità italiana dei giochi.

Usare le slot che assicurano free spin è un metodo per testare non solo l’esperienza di gioco ma anche la sicurezza del casinò online. In effetti la concorrenza in questo settore è agguerrita ed orientarsi tra la moltitidine di slot non è semplice. Ci sono tante offerte e, nonostante tanti siti che si occupano di recensire i cainò online, l’imbarazzo di scegliere è palpabile. Oltre a farsi ispirare dalla legalità e dal gioco responsabile, il giocatore apprezza tanto operatori di settore che mettono a disposizione i free spin nei casino online, soprattutto quelli che non pongono particolari limitazioni. Si va da Starburst slot a Book of Ra Deluxe slot, da Gonzo’s a Quest slot, da Diamond Stars Classic slot a il Vecchio West slot. Questi sono solo alcuni dei titoli disponibili. Sono decine di giochi e tanti altri sono costantemente immessi in rete.

I giri gratis vengono omaggiati soprattutto quando un nuovo utente si iscrive. Naturalmente sono soggetti a restrizioni e sono limitati nel tempo. Il giocatore può giocare gratis e il casinò può fare testare la sua offerta. I free spin casinò a volte vengono riservati per premiare e fidelizzare giocatori assidui.

Ciascuno può sfruttare a piacimento i giri gratis. C’è infatti chi impiega i free spin gratis nel momento in cui si trova con un saldo residuo non sufficiente. Inoltre si possono verificare situazioni in cui appaino sui rulli wild o scatter per conquistare dei giri gratuiti sulle slot.

Il gioco sia che sia gratuito sia che sia a pagamento non deve mai diventare una dipendenza. Il fine ultimo deve essere il divertimento. Vincere piace a tutti ma non bisogna mai accanirsi.

Giocare alle slot legali è semplice. I maggiorenni possono aprire un account di gioco su app o siti dedicati al gioco online. Alcuni operatori consentono anche di scaricare ed installare dirattemnet il software di gioco. Tuttavia la modalità di gioco prevalente è quella online attraverso siti di casino sul web. Una volta aperto il conto si fa la puntata e si inizia a giocare. Il meccanismo di gioco è piuttosto semplice. Quando il rullo ruota si può arrestare l’animazione scoprendo immediatamente il risultato. In alternativa si va su gioco automatico e le slot si fermano da sole. Il generatore dei numeri agisce in base ad un principio di casualità. Pertanto le probabilità di vittoria non sono esattamente definibili, al pari di quelle di perdere. Mai giocare somme che non si possono perdere. Il gioco deve essere sempre responsabile.

Entrare in chetosi: quali vantaggi per il nostro organismo?

chetosi

I vantaggi di entrare in chetosi sono numerosi per il nostro organismo. Per cominciare, favorisce il dimagrimento grazie ad una diminuzione delle calorie totali. Inoltre, mantiene costanti i livelli di glicemia e insulinemia e aumenta il consumo di grassi a scopo energetico. 

Infine, la chetosi si rivela utile anche per contrastare i sintomi dell’epilessia che non recepisce i benefici dei farmaci, in particolare nei bambini. Scopriamo cosa mangiare per entrare in chetosi, quanto tempo si può stare in chetosi e tante altre informazioni utili riguardanti questa condizione. 

Cosa succede quando si va in chetosi?

Quando si va in chetosi il corpo comincia a bruciare i grassi al posto dello zucchero per produrre energia. Quando si sta per entrare in chetosi i sintomi sono:

  • Perdita di peso 
  • Sete / disidratazione
  • Alito cattivo 
  • Crampi e spasmi muscolari
  • Calo dell’appetito
  • Maggiori energie e miglioramento cognitivo 
  • Aumento chetoni nel sangue e nelle urine

Quanti giorni di chetosi per dimagrire?

Introducendo meno di 20 grammi al giorno, occorrono in media dai 2 ai 4 giorni per entrare in chetosi e, come dimostrato dagli studi, il tempo necessario varia da persona a persona. Chi segue una dieta chetogenica può perdere inizialmente fino a 5 kg in 2 settimane. In questa fase bisogna consumare soprattutto alimenti proteici e vegetali a ridotto indice glicemico. 

Come raggiungere velocemente la chetosi?

E’ possibile raggiungere velocemente la chetosi abbinando la chetogenica al digiuno intermittente. Quest’ultimo aiuta il corpo a produrre chetoni, consentendogli di cambiare il metabolismo energetico e trasformandolo in una macchina bruci grassi che tonifica il corpo. 

Ma come mandare il corpo in chetosi in un’ora? Per entrare in chetosi in 60 minuti bisogna assumere il 75% o più delle calorie giornaliere da fonti di grassi. In mancanza di zuccheri e di carboidrati da cui attingere, il corpo comincerà a consumare le riserve di grasso, generando una rapida e consistente perdita di peso.

Quanti chili si perdono in un mese con la dieta chetogenica?

In media in un mese con la dieta chetogenica si possono perdere anche più 6 chili, considerato che la perdita maggiore, come detto prima, avviene nelle prime due settimane. E’ importante sottolineare che per ottenere risultati apprezzabili bisogna affiancare alla dieta almeno 45 minuti di attività fisica quotidiana. 

Tuttavia, non sempre si riesce a seguire la dieta chetogenica passo dopo passo, e può capitare di sgarrare. Come rientrare in chetosi dopo sgarro? Ecco alcuni consigli per favorire il rientro in chetosi:

  • Prova il digiuno intermittente 16/8
  • Tieni nota dell’assunzione di carboidrati
  • Pratica un maggiore allenamento 
  • Prova il digiuno a grassi per un giorno
  • Prova un integratore di trigliceridi a catena media (MCT)

Sono questi infatti i migliori integratori per entrare in chetosi, a base di olio MCT, ideali se hai difficoltà ad entrare nello stato di chetosi in quanto il fegato è in gradi di scomporre velocemente gli MCT. Gli effetti delle bustine per andare in chetosi sono quelli di far ridurre la fame nervosa, sgonfiano in poco tempo e fanno sentire più leggeri. 

Come diventare regista?

Quello della cinematografia è un mondo fatto di sogni che si realizzano. Molte persone vorrebbero entrare a far parte di questo magico ambiente come attori, ma ce ne sono diverse che, invece, vorrebbero stare dietro la macchina da presa.

In fondo, il regista è colui che manipola la sceneggiatura di un film e la rende reale. Diventare regista a 30 anni è il sogno di molti giovani, ma per realizzarlo bisogna frequentare dei specifici corsi.

Cosa ci vuole per fare il regista?

Se il sogno è quello di dirigere un film in futuro, bisogna sapere come diventare regista in Italia. Premesso che non esiste una strada univoca, il primo passo da compiere è l’iscrizione a un corso di Laurea Triennale in Scienze delle Musica, delle Arti e dello Spettacolo (DAMS).

Perché è necessario? Un buon regista deve avere conoscenze in merito a tutto il mondo della produzione artistica, che va dalla scenografia fino alla fotografia e al montaggio. Di conseguenza, le competenze acquisite gli garantiscono di interfacciarsi nel modo migliore con l’intera troupe.

Quanto guadagna un regista?

Dire con certezza quanto guadagna un regista è piuttosto difficile. Diciamo che in Italia questa professione non è minimamente paragonabile a quella di Paesi come gli USA.

Ovviamente un regista alle prime armi non guadagnerà moltissimo, mentre un regista affermato può arrivare a guadagnare centinaia di migliaia di euro per un film.

In linea generale, si può dire che un regista di alle prime armi può arrivare a guadagnare circa 3.000 euro a settimana.

Dove si studia per diventare regista?

Per diventare regista, la scelta migliore è frequentare il DAMS. Come diventare regista teatrale? Sempre frequentando il DAMS, il quale permette, tramite uno studio rigoroso e serio, di acquisire tutte le competenze che servono sulla tecnica delle arti e sulla loro storia, con cui poi si potrà fare pratica editoriale, musicale e organizzativa.

Invece, come diventare regista televisivo? Ci sono molte università che offrono un corso di Laurea in Televisione e Produzione Cinematografica, in cui vengono introdotti gli elementi basilari della regia televisiva.

Come diventare regista e sceneggiatore? Vale lo stesso discorso di prima. In alternativa, si possono frequentare un corso di Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo e delle Produzioni Multimediali, tra cui scegliere l’indirizzo di studi per approfondire le competenze in uno specifico ramo del mondo cinematografico. Particolarmente utile potrebbe anche essere un corso di laurea in Scienze della Comunicazione.

Inoltre, ci sono scuole per diventare regista cinematografico, per lo più private, come il NYFA, l’LFS, l’ENS, il Centro sperimentale di cinematografia e la Scuola di Cinema Griffith. Ricordiamo in particolare il Corso di regia proposto da DAM Cinema, con certificazione regionale.

Cosa fa il regista di un film?

I compiti di un regista sono diversi. Innanzitutto, deve trovare un produttore che finanzi la sua opera. Poi, una volta ottenuto il finanziamento, deve definire l’ambientazione del film, seguire l’operazione di casting, definire piano di lavoro e tempistiche e predisporre la scaletta delle prove.

A inizio riprese, deve leggere e studiare i copioni, provare più volte le scene, coordinare ciò che fa l’intera troupe e il cast, soprintendere la fotografia, occuparsi della selezione delle scenografie e di tutto il comparto tecnico.

Terminate le riprese, deve occuparsi della fase di post-produzione, ossia degli effetti sonori e speciali, del mixaggio, del montaggio e di altre cose.

Macchina per caffè da viaggio, cosa sapere

macchine caffe da viaggio

Solo i veri caffè-dipendenti possono sapere cosa significa viaggiare in auto per ore e ritrovarsi senza la propria bevanda preferita alla disperata ricerca di un autogrill! Spesso però capita che ci siano alcuni tratti del percorso anche abbastanza lunghi dove non c’è possibilità di trovare una zona di sosta, o magari il classico caffè dell’autogrill non è di nostro piacimento. Come risolvere il problema? Facile : acquistando una macchina caffè da auto! È pratica e comoda e soprattutto può essere utilizzata non solo in macchina. Andiamo a vedere subito le caratteristiche e i vari modelli esistenti in commercio.

Com’è fatta una macchina del caffè portatile?

Questa tipologia di macchine del caffè sono molto somiglianti ad un thermos, con la classica forma a cilindro, e sono di dimensioni abbastanza ridotte (circa 20 cm). Sono facili da trasportare e non sono pesanti in quanto tutte le componenti sono in plastica. Normalmente nel kit è compresa anche la tazza da utilizzare una volta pronto il caffè. La macchina è divisa in due parti quella superiore chè andrà a riempirsi di caffè una volta pronto e quella inferiore che contiene l’acqua, nel mezzo è posto l’estrattore. Grazie ad un pulsante o un display viene azionata ed in pochissimi secondi il caffè sarà pronto!

Il funzionamento è quindi molto simile alle macchinette da caffè casalinghe: c’è un filtro dove va inserito il caffé (macinato, in capsula o cialda), e un contenitore all’interno dove versare l’acqua. L’acqua, con la pressione, passerà attraverso il filtro per ottenere un bell’espresso. Nella macchina caffè portatile a batteria o in quella con alimentazione collegata all’accendisigari, l’acqua va inserita fredda, in quanto verrà riscaldata automaticamente, mentre con le macchinette manuali a pressione, l’acqua da inserire deve essere necessariamente già calda.

Come pulire la macchina del caffè da viaggio?

La maggior parte delle macchinette da caffè da viaggio possiedono una funzione  autopulente, molto utile quando si è appunto fuori casa. Nel caso in cui il vostro modello non abbia questo plus non importa in quanto tutte le macchinette sono smontabili e pulibili pezzo per pezzo. Per una pulizia ottimale è consigliato anche fare ogni tanto “un caffè a vuoto” quindi senza inserire polveri ma attivando solo il bottone dell’acqua calda.

Come decalcificare la macchina del caffè da viaggio?

Il calcare è il nemico numero uno delle macchinette del caffè ma è possibile arginare questo problema utilizzando un buon prodotto specifico come ad esempio i filtri decalcificanti in monodose, ideali per la macchinetta da viaggio. In alternativa è possibile anche utilizzare rimedi naturali come l’aceto o il bicarbonato, efficienti ed economici.

Migliori macchinette caffè da viaggio

Tanti sono i modelli creati delle varie case produttrici, ma tra le migliori abbiamo sicuramente quelle della Nespresso e quelle della Lavazza. Per quanto riguarda casa Lavazza di grande spicco è il modello EspressGo: una macchina caffè da viaggio Lavazza compatta pratica e veloce. Pesa meno di un kg e in meno di 2 minuti prepara un ottimo espresso da gustare in viaggio, in ufficio e in qualsiasi posto. Funziona con cavo di alimentazione e prevede l’utilizzo delle capsule.

Mentre per la macchina caffè da viaggio Nespresso quali tipi compatibili troviamo e qual’è il migliore? Al momento il miglior prodotto è Handpresso: macchinetta molto rapida a 19 bar di pressione compatibile con capsule Nespresso. Si collega al proprio veicolo tramite cavo nella presa accendisigari, si adatta al portabicchieri dell’auto ed è venduto in un carinissimo kit a valigetta dove è compresa la macchina, un riponi capsule, due tazze da caffè ed un asciugamano.

Un altro modello molto diffuso è Conqueco, più lenta in quanto impiega circa 8 minuti per preparare il caffè ma ha il vantaggio di essere dotata di batteria.

Se vi state chiedendo “Ma la macchina caffè 12 volt Nespresso, esiste?” Certo che sì! I modelli appena citati sono entrambi 12 e 14 volt!

Come scegliere un set di mobili da giardino

Mobili da giardino in resina, ferro battuto, teak: voglia di divertimento e felicità? Scegli i mobili da giardino per lettini reclinabili o lettini prendisole!

Mobili da giardino in legno, metallo, rattan, economici: segui  la guida per scoprire come scegliere.

Che cosa è indispensabile per la scelta

Per scegliere il miglior set da giardino è necessario decidere:

i materiali determinano la durata, la manutenzione richiesta e il prezzo. Uno standard da non sottovalutare.

il suo numero di destinazione. Tavolo per due o soggiorno XXL, a te la scelta.

Configurazione e stile, criteri legati al gusto e allo spazio disponibile. Un tavolo alto da cocktail o un divano con penisola, a te la scelta!

5 materiali per i mobili da giardino da conoscere

Indipendentemente dal tipo e dalla fonte di fragranza, il legno richiede manutenzione. Grazie al suo peso, è apprezzato per il suo calore, le linee pulite e la buona stabilità. I prezzi variano in base all’essenza.

Il metallo è forte e pesante. L’alluminio, raffinato e progettato, si è rivelato la scelta migliore perché resiste naturalmente alle intemperie e non richiede manutenzione. L’acciaio è elettrotrattato epossidico per una migliore protezione dalla corrosione ed è disponibile in una varietà di forme, dalle più moderne alle più classiche. Il ferro battuto è il più pesante, mentre l’acciaio zincato è leggero e inossidabile. I metalli sono generalmente rinnovabili e i loro prezzi variano a seconda del tipo.

I mobili da giardino in resina sono leggeri e disponibili in vari gradi di comfort, realizzati con resine modellate della gamma economica e resine intrecciate di alta qualità. Dalla forma moderna, il piano del tavolo è disponibile in vetro trasparente o colorato. Non rinnovabile, ma di facile manutenzione.

La plastica o la resina iniettata è leggera e ha una forma classica e confortevole. È apprezzato per la sua semplicità, il basso costo e l’ergonomia, che rendono il mobile salva spazio

Il materiale scelto per sedile e schienale è una combinazione di tessuto e metallo. Flessibili e durevoli, acqua e sapone sono sufficienti per la manutenzione. Questo grande open space come il vostro giardino ha bisogno di essere decorato e organizzato secondo un tema comune in quanto è un soggiorno. L’abbinamento di mobili da giardino in teak con una casa in metallo, sotto un ombrellone rosa, su un patio piastrellato grigio antracite è un esempio di cosa non fare. Se il tuo patio sembra un bistrot con una ghirlanda di luci colorate. , anche con tavolo da bistrot, tavolo alto, tovaglia a quadri, divano, pouf e ombrellone d’altri tempi Il salotto da giardino è il soggiorno in giardino: decidi tu come sistemarlo! I set da giardino sono disponibili in diversi materiali: legno, resina e metallo. Durabilità, resistenza agli agenti atmosferici, peso, manutenzione, colore e atmosfera si riferiscono tutti alla scelta del materiale. I mobili da giardino in legno sono piuttosto pesanti, resistenti, rinnovabili, caldi ed esotici. Il legno può avere diverse proprietà ed è classificato su una scala da 1 a 5 in base alle proprietà (resistenza all’umidità, resistenza agli insetti, resistenza al calore, ecc.).

Le principali varietà sono:

Mobile da giardino Itaba, in legno resistente a funghi e insetti, antisettico, consigliato per zone costiere, punto di riferimento di resistenza, classe 5;

Set da giardino in teak, siero antisettico e anti-termite e funghi, ottima scelta per il livello 4;

Giardino di acacia, resistente all’umidità, resistente a funghi e insetti, conservante, più economico del legno esotico, classe 4; giardino di pino, impregnato per una migliore protezione, scelta economica per mobili da esterno in legno, classe 4; set da giardino in eucalipto, resistente ai funghi e resistenza media a insetti, un buon compromesso in quanto è più economico del teak, classe 2; Set da giardino in rattan, appartenente alla famiglia delle palme, il rattan è una vite resistente alla putrefazione, resistente alla putrefazione e leggera. Utilizzato in pezzi intrecciati e intrecciati, conferisce un tocco inconfondibilmente esotico ai mobili da giardino.

Si consiglia di scegliere mobili da giardino in legno certificati, in quanto ciò garantisce che la foresta da cui proviene il legno sia gestita in modo sostenibile:

Il legno esotico dovrebbe essere trattato con olio (in particolare olio di teak) per evitare che ingrigisca nel tempo.

Per altre fragranze, come il pino, va mantenuto con uno specifico impregnante per legno. I mobili da giardino in resina possono essere leggeri, resistenti, non rinnovabili, moderni e senza tempo.

 

mobili in resina

La poltroncina da giardino in resina offre grinta all’ambiente esterno, permettendo di sedersi con stile comodo e pratico. Si tratta di un oggetto resistente alle intemperie, ma non rinnovabile, ed è molto facile da pulire. Non occorre utilizzare detergenti aggressivi e complicati, bastano acqua calda e detersivo per i piatti. Una volta asciugata si può passare la lana d’acciaio sul bordo inferiore e sull’imbottitura.

La durata di vita dei mobili da giardino in resina dipende dai diversi motivi: il clima, l’utilizzo (picnic al sole, al chiuso con coperture e rifacimento), le condizioni atmosferiche (pioggia, sole basso o grande quantità di raggi UV). Per mantenere il dettaglio della resina di colorazione inalterata bisogna ridipingerli o trattarli con prodotti specifici da giardino.

mobili in ferro battuto

I set da giardino in ferro battuto sono pesanti, resistenti, eleganti e robusti, spesso in stile romantico, Belle Époque, inglese ecc. Dal nero opaco al vintage al bianco brillante. Ricoperti da cuscini assortiti con tessuti in tinta i set in acciaio con trattamento epossidico sono ricoperti da una resina protettrice. Materiale meno costoso rispetto al ferro battuto e all’alluminio l’acciaio vela ombreggiante è però sensibile ai graffi che rappresentano un varco per la formazione della ruggine.

 

I set di sedute e tavoli da giardino in metallo sono perfetti per arredare il vostro giardino in una serie di stili diversi. I set piedistalli sono studiati per essere rinnovati e ripristinati, raccogliendo l’eredità del design industriale. Un articolo ideale per pezzi unici o piccola serie.

Sedute e schienali in textilene, cuscini e piano del tavolo

 

Sedute e schienali in textilene:Il textilene è un materiale sintetico, una tela composta di PVC di diversi colori che presenta una buona resistenza a umidità e raggi UV. Una tela in textilene economica ha la tendenza a perdere elasticità e a rovinarsi con il tempo.

La seduta della sedia è provvista di un materiale morbido, la cui struttura portante è costituita da diversi elementi che contribuiscono alla sua stabilità e ad offrire un buon comfort. La sedia completa di schienale ha un design elegante anche a pranzo o per un ottimo relax.

 

Durante il periodo più freddo dell’anno, molti amanti del giardino possono trovarsi davanti a una sfida: come tutelare il set da giardino durante l’inverno? Sebbene il clima più mite fornisca naturalmente qualche protezione, se vuoi mantenere in buono stato il tuo set da giardino per tutta la stagione estiva successiva, è importante optare per strategie specifiche, come foderarli con custodie adatte i mobili mentre per i cuscini è sempre meglio tenerli al chiuso è protetti, per ritirarli fuori nella bella stagione.

 

Una buona esperienza utente e un web più piacevole: la sfida delle imprese italiane

Entrare in un negozio luminoso, accogliente, sentirsi a casa propria. Trovare facilmente quello che si cerca, avere una vasta gamma di scelta a prezzi competitivi. Trovare assistenza e risposta alle proprie esigenze. È l’aspettativa di un cliente che entra in un negozio. Cerca soluzioni e il piacere di acquistare nel negozio. Oggi questo medesimo concetto si applica al web. Internet non è più una vetrina dove consultare Wikipedia (al posto dell’enciclopedia) o trovare l’inidirizzo e il numero di telefono di un negozio (al posto del classico e caro elenco telefonico). Internet è molto di più: è l’internet delle cose, dei servizi. Gli utenti sono alla ricerca di una buona esperienza e di un web piacevole. Questa è la nuova sfida delle imprese italiane. In tante si fanno questa domanda: core web vitals cosa sono? Su seofaidate.info, portale specializzato sul mondo del web, si trovano tutte le risposte a queste domande, quesiti che si pongono sia le piccole, sia le medie sia le grandi imprese.

Non è più sufficiente, infatti, disporre di un sito vetrina o di un classico modulo per fare un’ordine online. Le aziende puntano a migliorare l’esperienza utente e a rendere il proprio sito più piacevole. Guardano ai Web Vitals, i parametri standard per misurare la qualità dell’esperienza di navigazione di un utente su un sito web. La user experience di un sito web è in effetti essenziale per una buona esperienza utente e un web più piacevole.

Sono molteplici gli aspetti da valutare quando ci si interroga sui core web vitals. Lo stesso Google suggerisce alle aziende come migliorare i Core Web Vitals. Il motore di ricerca consiglia di correggere tutte le metriche etichettate come “scarse”. Le correzioni di pagina più comuni dovrebbero includere: l’introduzione di AMP, la riduzione delle dimensioni della pagina a meno di 500 KB; la limitazione del numero di risorse della pagina a 50. Big G considera importante l’usabilità dei siti nella versione mobile. Pertanto l’esperienza utente si migliora ad esempio lavorando molto sull’ottimizzazione dei siti per i dispositivi mobili; sulla minimizzazione del caricamento delle pagine; sulla sicurezza con HTTPS e anche sulla corretta strutturazione degli annunci pubblicitari con gli interstitial, pagine pubblicitarie realizzate con JavaScript o Flash. Entrereste in un negozio pieno zeppo, confusionario e con troppe persone all’interno? Lo stesso vale per i siti web. Il design deve essere pulito, essenziale, la velocità di caricamento puntuale e la struttura server deve poter supportare i picchi di utenti. Perchè se la navigazione risulta difficoltosa l’utente tende a chiudere la finestra e a trovare altrove quello che cerca.

Naturalmente l’esperienza utente non è solo legata alla velocità di navigazione, ad un design pulito. Serve anche un servizio puntuale e un’assistenza efficiente. Se per eleborare un ordine ci vuole troppo tempo, se la procedura di pagamento è farragionosa, se il prodotto non è fedele alla descrizione, se in pratica vengono deluse le aspettative dell’utente/cliente, il solo lavoro tecnico di ottimizzazione del sito web viene vanificato. Serve quindi avere un sito web usabile e naturalmente garantire un servizio di alta qualità.

Vitamina K2 quali controindicazioni?

Vitamina K2, quali controindicazioni esistono alla sua assunzione? Forse ti stai facendo questa domanda e vogliamo aiutarti a capire a cosa fa bene questa vitamina ma allo stesso tempo in quali casi specifici sarebbe meglio non assumerla.

A cosa fa bene la vitamina K2? Sicuramente è una delle più grandi alleate nel contrastare l’invecchiamento agendo sull’insorgenza delle rughe e sui radicali liberi. Ma non solo, è risaputo quanto sia preziosa nella prevenzione di malattie cardiovascolari, dell’osteoporosi e di quanto le sue proprietà antinfiammatorie siano utili.

Che differenza c’è tra la vitamina K1 e K2? Quali sono le sue eventuali controindicazioni ed effetti collaterali? Ora daremo risposta a questi quesiti importanti.

Che differenza c’è tra la vitamina K1 e la vitamina K2?

Esiste differenza tra la vitamina K1 e la vitamina K2. Infatti, se la prima interagisce principalmente con la coagulazione del sangue e si trova nelle verdure a foglia verde, la seconda è responsabile della salute sia delle arterie che dell’apparato scheletrico. La vitamina K2 è presente soprattutto nel cavolo e negli spinaci come in fonti animali.

Coagulazione

La vitamina K1 o fillochinone collabora con il fegato nella sintesi di molecole per una corretta coagulazione del sangue. Quando non è sufficientemente presente nell’organismo, i rischi di emorragia diventano elevati.

Potassio e vitamina K sono stessa cosa

No, il potassio e vitamina K non sono la stessa cosa. Non sono entrambe vitamine e all’interno dell’organismo svolgono funzioni diverse. Ad ogni modo, sia il potassio (che è un minerale e non una vitamina) che la vitamina K offrono benefici per l’apparato cardiocircolatorio e quello scheletrico.

Dosaggio giornaliero

Quanta vitamina K2 assumere al giorno? Il fabbisogno quotidiano per un soggetto adulto rientra nel range 25-50 mcg. Difficilmente si riesce a soddisfare questo fabbisogno solo con la dieta e l’alimentazione.

Vitamina K2 controindicazioni ed effetti collaterali

Parlando di vitamina K2 controindicazioni ed effetti collaterali possiamo tranquillamente affermare che non esistono tossicità gravi legate all’assunzione regolare, anche in dosi massicce. Ad ogni modo, la raccomandazione in caso di assunzione regolare di farmaci anticoagulanti è quella di consultare il proprio medico curante prima di prendere integratori di vitamina K2.

Esistono alcuni effetti collaterali lievi riscontrati nel caso di assunzione smisurata di integratori di vitamina K sintetica. Tra questi prurito, eccesso di sudorazione, vomito, anemia, vampate di calore e, in alcuni casi, trombosi.

Per quanto riguarda l’assunzione di questa vitamina tramite l’alimentazione quotidiana non sono invece stati riscontrati particolari effetti collaterali.

Vitamina D3 e K2 controindicazioni

Recenti studi hanno confermato che l’assunzione in sinergia di Vitamina D3 e K2 offrono numerosi benefici all’organismo. Infatti, se la D3 agevola l’assorbimento del calcio, la K2 lo direziona verso l’apparato scheletrico evitando che si depositi nelle arterie. In sostanza, collaborano insieme per una migliore salute e protezione delle ossa e dell’apparato cardiaco.

Vitamina K2 e cardioaspirina

Esistono delle controindicazioni per l’assunzione di vitamina K2 contemporaneamente alla cardioaspirina? Potrebbero sorgere dei disturbi, ecco perché nel caso in cui un soggetto stia seguendo una cura con anticoagulanti, proprio come nel caso della cardioaspirina, è necessario consultare il proprio medico curante prima di assumere integratori di Vitamina K2.

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