L’Italia registra un boom di e-commerce ma il sistema paese è ancora in ritardo. Iannotta: l’investimento nel digitale serve per accrescere i fatturati

Gianluca Iannotta

La storia ha dei cicli che si ripetono. Dopo le grandi trasformazioni (guerre, pestilenze, scoperte, rivoluzioni), nulla è più come prima. Il grande nemico invisibile ma letale (la pandemia) ha impresso una spinta verso la digitalizzazione dell’Italia e del mondo. In questi mesi difficili più volte abbiamo ascoltato la voce di chi fa impresa nel Paese come Gianluca Iannotta, fondatore della web agency Tublat.com. Iannotta, con la sua web agency 100% online, ha un osservatorio speciale sulla rivoluzione digitale del sistema paese. L’imprenditore digitale conferma che è in atto una trasformazione radicale che ha reso il web indispensabile per la vita di tutti i giorni. L’Italia ha registrato un vero e proprio boom di e-commerce. Il commercio online, in piena pandemia, ha rappresentato per molte aziende l’occasione per continuare a fatturare nonostante le saracinesche abbassate. Oggi invece il commercio online è molto di più: è un canale in fortissima crescita, una fonte di fatturato importante per le aziende.

Il sistema paese si è reso conto di come e quanto internet sia utile a spingere i fatturati di tutte le partite iva, piccole, medie e grandi. Ma come tutte le opportunità è importante saperle cogliere. Il record di vendite online per le PMI è un dato di fatto così come l’impreparazione di molte imprese ad affrontare questa trasformazione ormai irreversibile. Gianluca Iannotta insieme al suo team quotidianamente analizza le imprese che guardano alla digitalizzazione e tocca con mano quanto lavoro ci sia da fare per colmare i ritardi nel digitale. Inutile girarci intorno: il sistema paese è in ritardo. Servono autostrade digitali (connessioni stabili e schermate), serve formare tutti al mondo digitale, l’Italia ha bisogno di norme specifiche per regolare il settore, le imprese devono essere sostenute in questo cambio radicale di fare impresa.

Il 2022 conferma il trend: si compra sugli e-commerce. Ma le aziende veramente preparate a vendere online sono attualmente poche. “Nel 2021, 5 italiani su 6 hanno fatto acquisti sul web almeno 1 volta al mese” riferisce il founder di Tublat.com. Si tratta di un +5% rispetto all’anno precedente. “Il mercato online è trainato dai compratori abituali – analizza Iannotta – di cui una fetta piuttosto rilevante è di acquirenti cosiddetti ‘intensivi’, cioè che fanno acquisti online almeno una volta a settimana”. È il mondo dell’elettronica a guidare la classifica delle vendite online. A stretto giro ci sono arredamento, moda, salute e bellezza, sport. “Sul web gli italiani comprano di tutto, dagli smartphone alle tv ai computer, dalle scarpe alle creme al cibo” sottolinea l’esperto del mondo digitale. Numeri alla mano il fatturato degli e-commerce cresce ma sconta dei ritardi che vanno colmati. E anche in fretta.

“Le imprese faticano a posizionarsi sul mercato digitale, spesso solo per scarsa conoscenza delle enormi opportunità che avrebbero” afferma senza mezzi termini evidenziando come nel nostro Paese “solo il 10% delle imprese vende anche online, contro il 15% in Francia, il 17% in Germania e addirittura il 19% in Spagna, e a fronte di una media europea pari al 18%”. I numeri mettono in mostra un ritardo netto sia rispetto alla media continentale sia rispetto alle grandi nazioni europee con cui le nostre imprese si confrontano. Il sistema delle PMI italiane ha subito le conseguenze di una “tempesta improvvisa e inattesa”: “alcune sono state piegate dai ripetuti lockdown e dalla crisi, altre sono state letteralmente spazzate via. Quelle che hanno tenuto, però – mette in luce Iannotta – sono state soprattutto quelle che hanno saputo investire sulla propria digitalizzazione, interna ed esterna”.

L’impresa italiana non solo deve guardare al presente e ottimizzare la sua struttura digitale ma anche proiettarsi nel mercato digitale del futuro. “Il mercato del digitale in Italia, nonostante tutto, è cresciuto. E la spinta è arrivata, un po’ a sorpresa, proprio dalle piccole medie imprese” illustra l’esperto del settore. “Le imprese stanno facendo di tutto per colmare il gap e cogliere le opportunità non solo in Italia, ma anche all’estero, che il digitale può consentire”.

I numeri sono importanti. L’Italia è una delle grandi potenze mondiali. Il nostro mercato delle piccole e medie imprese ha un valore di 2,2 miliardi. Su 6 milioni di PMI, solo 1 milione e 100 mila oggi hanno una presenza digitale. Una impresa su sei, troppo poco! Un numero destinato a crescere a 2 cifre percentuali ogni anno. “I gap sono molteplici, non soltanto legati all’e-commerce. Tanti brand non compaiono neanche sui social network e/o sui motori di ricerca. Ci sono tante azioni che vanno fatte per allineare il sistema paese alle nazioni più all’avanguardia sul fronte digitale”.

Iannotta tutti i giorni, insieme agli esperti che lavorano nella sua web agency, guida tante PMI sulla strada digitale per accrescere il business. “La sfida vera per l’azienda è sapere impiegare bene gli strumenti digitali nelle proprie dinamiche aziendali. Le aziende devono strutturarsi per acquisire mezzi e competenze per governare questo passaggio”. Solo così è possibile “sfruttare pianamente le opportunità offerte dai mercati digitali”. La digitalizzazione aziendale “fa aumentare il fatturato” assicura Iannotta. Mai dimenticare però che “il business online va abbracciato con pazienza. Non è detto che possa essere di successo subito, magari sono necessari vari tentativi, ma è una strada da percorrere senza dubbi e senza incertezze”.