Valter Mainetti: ricordi di Aldo Moro nel nuovo libro edito da Foglio Edizioni

valter mainetti

Nato il 23 settembre 1916 a Maglie, in un piccolo borgo nella provincia di Lecce, Aldo Moro ha intessuto una lunga carriera politica, emergendo come uno degli architetti principali della Democrazia Cristiana e della neonata Prima Repubblica Italiana, fino alla tragica morte il 9 maggio del 1978. Il suo percorso ha attraversato una fase cruciale della politica italiana, tempestata da turbolenze, sfide sociali ed evoluzioni economiche.

Ma Aldo Moro è stato più di un politico navigato; è stato un intellettuale di spicco e un educatore appassionato. Per questo motivo, Valter Mainetti ed altri ex allievi di Aldo Moro, nel libro “A lezione con Aldo Moro”, edito da Foglio Edizioni, hanno voluto presentarci un lato meno noto di questo noto personaggio politico.

In questo saggio, tra i ricordi e le testimonianze degli assistenti e degli studenti, emerge un ritratto più intimo di Aldo Moro, non solo come uomo di stato, ma come docente, intellettuale che nei suoi anni di insegnamento ha cercato di trasmettere le sue conoscenze, con una didattica improntata ai valori umanitari e al dialogo costruttivo.

Il messaggio di Giorgio Caravale

All’interno dell’introduzione del libro da lui curato, lo storico Giorgio Caravale emerge come il narratore appassionato di una visione che va ben oltre la mera cronaca degli eventi. Nel tessuto delle sue parole, Caravale esorta con forza a riconsiderare il ruolo dell’università non solo come un luogo di formazione accademica, ma come un terreno fertile per il rinnovamento del dialogo tra società e politica.

Il cuore del suo messaggio risiede nell’invito a liberarsi dai vincoli della burocrazia apparentemente inarrestabile, un appello a infrangere le catene che hanno minato la vitalità di un ambiente accademico una volta vivo e pulsante. In questo contesto, Caravale mette in luce la possibilità di un ritorno alle radici della missione universitaria: essere non solo un serbatoio di conoscenza, ma un luogo di scambio fruttuoso tra diverse voci e prospettive.

La didattica di Aldo Moro emerge come un faro guida nel buio del conformismo accademico. Moro non vedeva l’università come una fabbrica di conoscenza fine a sé stessa, ma come un terreno in cui coltivare una comunità di giovani menti, un’assemblea in cui ciascun individuo potesse sentirsi non solo istruito, ma veramente compreso e accolto. La sua visione andava al di là della tradizionale trasmissione di nozioni, proiettandosi verso un progetto educativo che abbracciava i valori umanitari e il rispetto reciproco.

Attraverso la lente affilata di Caravale, emergono chiaramente le sfide dell’odierno panorama accademico e la necessità di riaccendere il fuoco della connessione tra cultura e politica, ricordando il pensiero e la passione di un grande statista.

I ricordi degli ex studenti

Il libro “A lezione da Aldo Moro, ricordi e memorie dalle aule universitarie” si apre come una porta su un Aldo Moro meno conosciuto, rivelando il suo lato umano attraverso le testimonianze appassionate di ex studenti. Nomi come Giorgio Balzoni, Giovanni Castelvecchio, Francesco Saverio Fortuna, Fortunato Nino Lazzaro, Valter Mainetti e Franco Tritto dipingono un ritratto personale del “Professore” che va al di là dei confini del suo ruolo istituzionale.

In questo affascinante volume, questi autori ci conducono attraverso le aule e i corridoi della facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza”, regalandoci uno sguardo privilegiato sul quotidiano di Moro come educatore.

Attraverso gli occhi di Balzoni, Castelvecchio, Fortuna, Lazzaro, Mainetti e Tritto, emergono storie e aneddoti che restituiscono la dimensione umana di Aldo Moro. Il “Professore” si materializza non solo come figura politica, ma come mentore e compagno di viaggio nei percorsi tortuosi e stimolanti della formazione universitaria.

Il consiglio di Moro agli studenti

Aldo Moro, nel suo ruolo di mentore politico, rivolgeva ai giovani studenti interessati alla carriera politica un consiglio che trasudava saggezza e prospettiva. Moro non si limitava a incoraggiare l’ingresso nel mondo della politica, ma postulava una premessa fondamentale: la conquista di una solida posizione professionale come tappa imprescindibile.

Il suo consiglio non gettava ombre sulla nobiltà del mestiere politico, ma al contrario, sottolineava l’importanza di radicare la propria esperienza in una base concreta. Per Moro, la politica non era un’entità isolata, bensì un impegno intrinsecamente connesso alla realtà del paese e ai suoi intricati problemi sociali.

Ripercorrendo gli anni trascorsi nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, in compagnia dello statista che si trasformava nella figura autorevole del docente, Valter Mainetti e i suoi colleghi offrono al pubblico un’affascinante incursione nella dimensione personale del politico, che si intreccia in modo intricato con la sua più pubblica e rinomata veste di ‘Professore’, in un libro assolutamente da leggere.