F1, esiste qualche scuderia in grado di fermare la Red Bull?

La stagione dei motori è iniziata a marzo. Formula 1, MotoGP, 24 ore di Le Mans, Superbike e tante altre discipline che solleticano i palati fini degli appassionati di due e quattro ruote. Le sfide mozzafiato finora non sono di certo mancate, per quanto, se nel Motomondiale la sfida tra Pecco Bagnaia, Jorge Martin e Marco Bezzecchi è serrata per il primo posto, in F1 le cose sembrano andare molto diversamente. La battaglia, infatti, non è relativa al primato nel campionato piloti, né in quello costruttori, dove Max Verstappen e Red Bull, rispettivamente, sembrano già aver vinto anche quest’anno. Per l’olandese si tratterebbe del terzo titolo consecutivo, mentre per la squadra austriaca del secondo. A confermare questa nostra impressione, poi, sono le quote messe a disposizione sulla competizione dai diversi portali di scommesse sportive online italiani, che hanno scavato un solco tra Verstappen, la Red Bull e il resto della concorrenza. Persino Sergio Perez, compagno di scuderia del pilota orange, non sembra essere in grado di reggerne il ritmo, nonostante sia l’unico a poter concorrere ogni tanto con il campione del mondo in carica per la singola vittoria, come successo a Baku. Ma la vera domanda che ci si pone in questo momento è se, a parte il messicano, vi sia qualche pilota, ma soprattutto qualche scuderia che sia in grado di poter fermare la Red Bull nel corso già di questa stagione. Facciamo il punto delle avversarie, a partire dalla Ferrari.

Ferrari, passo indietro rispetto al 2022

Che cosa sia successo al Cavallino Rampante in pochi mesi non è facile scoprirlo. Si è lavorato tanto a Maranello nel corso della prima parte del mondiale per cercare di risanare il gap con la Red Bull. Una distanza che la scorsa stagione sembrava quasi azzerata. Dopo un inizio scintillante, infatti, con Leclerc addirittura in fuga solitaria nel mondiale piloti, la Rossa ha iniziato a perdere qualche colpo, tra problemi di affidabilità e strategie totalmente sbagliate, uno dei motivi che ha portato all’addio di Binotto e all’arrivo di Vasseur. Nonostante il cambio al vertice, però, la macchina non solo non è riuscita a mantenere quanto di buono vistosi nella passata stagione, ma ha addirittura perso diverse posizioni rispetto ad avversari che nel 2022 giravano molto lontani rispetto a lei, come Mercedes, Alpine e, soprattutto, Aston Martin, di cui andremo a parlare nelle prossime righe. Quindi, per rispondere alla domanda centrale dell’articolo, non sembra che, almeno per ora, la Ferrari sia in grado di poter fermare la Red Bull, a meno di miracolosi cambi di ritmo e, soprattutto, strategie che inizino a funzionare. Dal Canada sono arrivati primi segnali di risveglio sul long run, ma ancora una volta le decisioni sbagliate del muretto hanno condizionato le prestazioni di Sainz e Leclerc, rovinandone il weekend dalle qualifiche.

Mercedes, un inizio incoraggiante

Ad invertire la rotta, ma in meglio, ci ha pensato Mercedes, che, a differenza di Ferrari, ha migliorato e non poco le prestazioni della vettura. Del resto Toto Wolff lo aveva ammesso al termine della passata stagione: gli sforzi del team anglo-tedesco si erano concentrati tutti sulla monoposto 2021 nell’ambito della lotta con Verstappen, decisasi nell’ultimo GP di Abu Dhabi a favore dell’olandese tra mille polemiche. Quindi, era stato quasi del tutto tralasciato il progetto della macchina 2022, anno della rivoluzione aerodinamica, per avere risposte da quella vettura in vista dello sviluppo del prototipo 2023. Una strategia fatta di pazienza, la medesima che predicava sempre un simbolo della scuderia, Niki Lauda, scomparso nel maggio del 2019, e che ora inizia a dare i suoi frutti. Hamilton e Russell stanno ottenendo piazzamenti migliori in ogni gara, piazzandosi costantemente davanti alla Ferrari e lottando con Aston Martin per il podio. Esempio recente è la gara corsasi in Spagna, al Montmelò, laddove entrambe le frecce d’argento sono salite sul podio, alle spalle di un irraggiungibile Verstappen. Quindi, le cose vanno secondo i piani per Mercedes, che punta a ridurre ulteriormente il gap con la Red Bull entro l’ultima parte di stagione, accreditandosi come team che possa infastidire, se non fermare, la corazzata austriaca.

Aston Martin, la macchina vola con Alonso

Un binomio tanto cercato dalla scuderia inglese al termine della scorsa stagione, che ha visto il ritiro di Sebastian Vettel dalle corse e la sostituzione del tedesco con un altro pilota di assoluto livello: Fernando Alonso. Lo spagnolo ha partecipato, dunque, allo sviluppo della macchina 2023, nata dalle ceneri di una monoposto a dir poco disastrosa come quella del 2022. La furia verde, infatti, è stata competitiva sin dai test invernali, impressionando per velocità di punta e affidabilità. Caratteristiche che hanno consentito al due volte campione del mondo di giocarsi sempre almeno il podio, se non addirittura la vittoria, arrivando abbastanza vicino, ma mai troppo, alla Red Bull di Verstappen. Una svolta epocale per una macchina che va discretamente bene anche con il suo secondo pilota, Lance Stroll, per quanto il figlio del proprietario della scuderia ex Force India sia ancora alle prese con qualche calo di attenzione di troppo che gli pregiudica prestazioni e GP. Da quanto dicono dal quartier generale anglosassone, lo sviluppo non è ancora finito e le cose potrebbero ulteriormente migliorare. Insieme a Mercedes, Aston Martin sembra in grado di poter dare filo da torcere alla Red Bull, ma non relativamente alla totalità del campionato.

Le altre: bene Alpine, delusione Alfa Romeo

Dalle cosa aspettarsi? Chi sta superando le aspettative, grazie al propulsore potente soprattutto sul dritto, è Alpine. La scuderia francese, motorizzata Renault, sta ottenendo ottimi piazzamenti con la coppia di piloti transalpina Gasly-Ocon, addirittura un podio con quest’ultimo a Montecarlo. Se non si considera il disastro combinato in Australia, con le due monoposto scontratesi e finite a muro alla seconda ripartenza del GP, l’Alpine sembra in grado di lottare con i tre top team e la Aston Martin per qualche piazzamento, ma certamente non per qualcosa di più. Così così, invece, la Mclaren, che ha ripreso un po’ di fiducia dopo il cambio di livrea e qualche aggiustamento sul telaio nel corso delle ultime uscite, dopo un inizio a dir poco disastroso. Migliora anche HAAS, motorizzata Ferrari, e con una coppia di piloti esperti quali Hulkenberg e Magnussen, per quanto le prestazioni potrebbero essere più costanti. La Williams rimane una vera e propria incognita, con perfomance altalenanti di Albon e Sergeant, alla sua prima stagione in assoluto in F1, mentre deludono Toro Rosso e Alfa Romeo. La prima, con il medesimo motore della Red Bull, non riesce a centrare facilmente le prime dieci posizioni con Tsunoda e De Vries, con tanti problemi tecnici, come quelli ai freni per il giapponese a Barcellona. La seconda, spinta dal motore della Ferrari, che si è dimostrato molto efficace sul dritto, racimola molti meno punti di quelli programmati, con Bottas e Zhou costantemente in difficoltà in gara. Quindi, dando una risposta generale su chi potrebbe fermare la Red Bull, potremmo dire: nessuno. Chi potrebbe arrivare a dargli fastidio nel finale di stagione: Mercedes e Aston Martin, con la Ferrari che dovrà per forza di cose ritrovare lo smalto del 2022.