Tu lo sai

Tu lo sai

Di Vincenzo Calafiore

16 Agosto 2021 Udine ( Italy)

Amarti

Io non so come amarti,

forse non ho mai saputo amare.

Oltre ciò c’è

il mio insolito pensiero: Amarti !

Amarti così come so.

Forse per te è poco o nulla

ma che importanza ha il poco o tanto?

L’amore non ha forma né tempo

è l’infinito è l’inconscio.

Io sì, ti cerco

non so perché, e ti vengo a cercare ….

                                                            E’ di te che ho bisogno

                                                            per sentirmi uomo,

 grande o piccolo  quando mi guardo allo specchio

a chiedermi perché t’amo

e rispondono gli occhi.

Vincenzo Calafiore

Sei una vecchia “ Signora “, Amarti.

La mia poesia, ne ha fatta di strada, riconoscendosi in ogni donna che ha incontrato, parlando agli uomini che non l’hanno imparata ! Eppure è qui ancora adesso in viaggio per essere qui in questo istante, in questo oggi anoressico, più bella di sempre, più forte di sempre, con cose nuove ancora da dire.

A saperla leggere è un inno alla “ Donna “ no quella donna che come  neve si scioglie … è quella –donna – tenace e bella, come una stella alpina.

Imparata per conoscenza e non a memoria è un incanto come lo può essere quando guardando negli occhi quella stella alpina le sussurri piano, senza gran cassa : ti amo !

E sì, questa poesia è un  “ TI AMO “, che viene dal cuore, dall’anima, perché quella donna che non conosciamo è cuore, è anima, è amore!

Non quell’amore in cui si aprono le gambe è quell’amore che fa luccicare gli occhi, è quella commozione che ammutolisce e lascia che le dita di una mano ridisegnino ad  occhi chiusi quel volto tanto amato con tutte le sue profondità, le asperità, il disagio di una pelle che ha vissuto tante tempeste, tutte le tempeste; e sono tutte lì in quelle rughe che non abbruttiscono, ma donano bellezza, sono lì per essere raccolte per essere sparse a terra affinché rinascano sotto le piante di quei piedi che le hanno o le calpesteranno ancora.

E ora eccomi solo, servile ed estraneo, canaglia che sono, in questo mio tempo avverso, per un bacio, per strappare un si, per avere una carezza. È mostruoso che un attore di strada come me pur fingendo, in questo suo sogno di passione che mai riceverà possa tradire la sua anima a un dolore così forte da scolorare tutto in volto, e disperarsi con voce grave e con gesti lenti disegnar l’aria il volto dell’amata!
 E’ tutto mio quest’amore, la molla che fa fare il salto in avanti su questo palcoscenico affogato di disperati accenti ahimè  di lenta agonia d’una sposa che s’infrange agli occhi e l’orecchio avvezzo al volgare !

Ed io vigliacco… resto a crogiolarmi nel fango d’una età che sempre più se ne va solinga lontana dall’amore, nel fango come povero illuso da un sogno.

Sono dunque vecchio che non conosce più il profumo ne il calore d’altra pelle, la delicata consegna di un bacio … labbra su labbra, pelle con pelle…. chi me lo dirà più quel ti amo che spacca la testa, strappa l’ultimo lembo di vita!

L’amore che ho visto aveva i tuoi stessi occhi!