Le fasi di crescita e il legame d’attaccamento

Allevare un figlio potrebbe sembrare la cosa più naturale del mondo, eppure con il passare dei secoli tale processo si è evoluto sempre di più, dando spazio a un tipo di insegnamento che tempo fa sarebbe stato definito diseducativo e inutile. Molte persone ritengono ancora che utilizzare la violenza fisica sui bambini, che sia un piccolo schiaffo o una sonora sculacciata, sia propedeutico a una sana educazione, poiché si impara a diventare forti e ad affrontare al meglio le avversità della vita.

Per fortuna centinaia di studi effettuati nel corso degli anni da sociologi e psicologi hanno dimostrato che crescere i bambini in questo modo non fa altro che aumentare le problematiche relative alla sfera sentimentale e non solo, in molti casi i frutti di tali tecniche ha portato, in età adulta, a un aumento delle patologie comportamentali come i disturbi borderline della personalità.

Ma come preparare i neo genitori ad affrontare le fasi di sviluppo del bambino senza impazzire? Dalle particolari idee di Freud sugli stadi della crescita, all’utilizzo di un Cancelletto per bambini in sostituzione al tanto temuto battipanni, arrivando infine alle nuove scuole alternative e alle teorie dell’attaccamento di Bowlby, il quale ne identifica quattro tipi: sicuro, insicuro evitante, insicuro ambivalente e insicuro disorganizzato, dimostrando quanto questo possa influire notevolmente sugli infanti già a partire dalla nascita.

In questo articolo proveremo a spiegarvi la differenza, per mostrarvi qual è il modo migliore per affrontare le situazioni nel corso della vita del vostro bambino.

Teoria dell’attaccamento

John Bowlby fu un importante psicoanalista inglese che nel 1969 pubblicò uno studio sul legame di attaccamento della mamma al bambino e di come questo potesse influire sulla crescita psicologica di quest’ultimo. In collaborazione con Mary Ainsworth e l’esperimento della Strange Situation, furono identificati quattro tipi di rapporti diversi, in cui ognuno dava risultati molto differenti tra loro e talvolta preoccupanti, con casi di depressione e malattie psichiatriche in età adolescenziale e adulta.

Base sicura

Se c’è uno stile di attaccamento corretto è proprio questo: la mamma è sempre presente, sia nelle situazioni di pericolo, sia in quelle normali, anche se non interviene personalmente ogni qual volta il bambino si trova in difficoltà. Quest’ultimo è sicuro, si sente osservato e allo stesso tempo libero di poter approcciarsi con il mondo esterno. Non vi è paura dell’abbandono, ma fiducia in se stesso e al tempo stesso nel genitore, che è sempre pronto ad accoglierlo, abbracciarlo e ad ascoltarlo ogni qualvolta ce ne sia il bisogno.

Insicuro evitante

La madre non è presente emotivamente, anzi rifiuta qualsiasi contatto anche in un momento di necessità. In questo caso il bambino sa che non potrà avere nessun supporto da lei e dovrà imparare a cavarsela da solo, sviluppando una sorta di immunità sentimentale, che in età adulta si potrà manifestare con una totale insicurezza nei confronti di chi ha intorno, sviluppando inoltre manie depressive.

Insicuro ambivalente

Se c’è un modo di instaurare ansia in un bambino fin da piccolo è proprio questo: il genitore non c’è sempre, non è pronto ad accoglierlo ogni volta ma soltanto alcune, aumentando così la sfiducia e l’insicurezza nei suoi confronti. Il piccolo non sa quando è possibile esporsi verso il mondo esterno, poiché se dovesse provarci e tornare a casa con un livido potrebbe riceverne altri al posto di un abbraccio.

Insicuro disorganizzato

Il più preoccupante, identificato durante l’esperimento della Strange Situation, fu il legame d’attaccamento disorganizzato, in cui il genitore diventa un pericolo e allo stesso tempo un’ancora di salvezza per il proprio figlio. Le cause di tali comportamenti sono spesso identificabili in abusi, maltrattamenti e totale mancanza di attenzioni. I bambini analizzati mostravano scatti di ira, difficoltà a relazionarsi, evitavano lo sguardo con la madre e non riuscivano a controllare le proprie emozioni, che apparivano altamente negative, sviluppando timidezza, insicurezza e aggressività.

Le fasi della crescita

Il pediatra americano Thomas Berry Brazelton fu l’ideatore della BNAS, ovvero la scala del comportamento neonatale, dove vengono identificate delle fasi dello sviluppo dei bambini. Sono presi come riferimento alcuni parametri uditivi, motori e visivi, non solo per capire in quale stadio evolutivo si trova ma, in caso di problemi, per riuscire a rimediare prima che possano evidenziarsi disturbi della crescita.

Tali stadi vengono definiti anche con il nome di touchpoint e partono dai sette o otto mesi del bambino, periodo in cui impara a gattonare e sedersi da solo, fino ad arrivare ai 3 anni circa, quando oramai è in grado di parlare e si interessa attivamente a ciò che lo circonda ponendo continuamente domande.