Squilibri psicologici per adulti e bambini dopo il lockdown

Benché non si fosse ancora verificata una pandemia nel nuovo millennio, coloro che si occupano professionalmente della salute mentale avevano già ampiamente intuito che sarebbe state forti le ripercussioni. Dopo lo shock di sapere che era entrato in circolazione un nemico invisibile quanto misterioso, per il quale neanche la scienza più avanzata sapeva dare totali certezze, il fatto di navigare a vista ha causato in molte persone forte ansia e stress per l’incertezza del domani e del contagio. I soggetti più forti psicologicamente hanno retto passando alla prudenza, ma tanti altri sono stati sopraffatti da disturbi d’ansia, insonnia, irritabilità, paranoie fino a gravi sintomi somatici che li accompagnano anche dopo il lockdown.

Gli psicologi e psichiatri si aspettavano già il verificarsi di sindrome post-traumatica da stress, che alcuni studi inglesi avevano già osservato durante le precedenti epidemie in Asia e che avevano assimilato a ciò che accade a militari di ritorno da violente guerre. Inoltre avevano più volte richiamato l’attenzione dello Stato verso i soggetti fragili, ossia pazienti psichiatrici già in trattamento e minori. Interrompere gli impegni terapeutici in atto avrebbe peggiorato il quadro, mentre sui più piccoli avrebbe fatto perdere la rassicurante routine di vita tanto necessaria all’equilibrio interiore di un bambino.

Da qui partiva l’indagine dell’istituto “Giannina Gaslini” di Genova, che ha osservato che il 65% dei bambini sotto i 6 anni e il 71% di quelli sopra i 6 ha accusato disturbi comportamentali dovuti al lockdown. I bimbi in età prescolare hanno mostrato episodi di irritabilità, difficoltà di addormentamento, risvegli notturni, inquietudine, ansia da separazione, paura del buio, pianto inconsolabile. I più grandi, giovani e adolescenti hanno denunciato una sensazione di fiato corto, difficoltà a addormentarsi e fatica a svegliarsi, cambiamento di umore, utilizzo improprio dei media, scarsa collaborazione in casa. Le gravità della situazione ha portato alla nascita dell’Ambulatorio Psicologico post-Emergenza.

Il fatto di dover rimanere a lungo in casa a molti non ha impedito di lavorare, quindi accumulando anche lo stress della giornata lavorativa. Questa sovrapposizione di condizioni negative per l’equilibrio psicologico, sta spingendo tanti a ricorrere all’aiuto di prodotti naturali, meno dannosi ma altrettanto efficaci di ansiolitici chimici. Ecco che anche il personale medico sottoposto a forte stress psicofisico, fa uso di prodotti CBD per regolare i livelli di stress e benessere.
CBD sta per cannabidiolo, ossia uno dei più potenti principi attivi presenti nelle piante di canapa. Estratto in particolare dalla varietà Cannabis Sativa, il CBD è una sostanza usata per scopi terapeutici anche con patologie gravi come quelle neurologiche degenerative (sclerosi multipla), reumatiche (artrite, fibromialgia), di contrasto alle infiammazioni e al dolore cronico. L’OMS ne ha già statuito la sicurezza per l’uomo, in termini di non tossicità e incapacità ad assuefarsi ad esso. Come si può vedere sul sito della Nordic Oil, le formulazioni sono molteplici: creme, estratti, olio, cristalli e persino prodotti anti-age nel campo della cosmesi e prodotti dedicati agli animali domestici. A differenza di altri marchi, le materie prime utilizzate derivano tutte da agricolture biologiche europee, distribuite nei vari climi per garantire la massima qualità.