Dove lei non è

Dove lei non è

Di Vincenzo Calafiore

10 Luglio 2020 Udine

“ …. dove lei è, c’è vita che va

leggiadra, e il tempo è lì incantato.

Dove lei non è, è un autunno grigio

di nuvole basse, e freddo che entra

nelle ossa, è memoria che si anima

e ricorda, propone… poi è tristezza

dove lei non è….!!!! “

( Citaz di Vincenzo Calafiore )

( Proprietà letteraria riservata )

  young-4774466_960_720.jpgChi può dire di cosa sono fatto?

Ho girato tanto in lungo e in largo il mondo, da sapere che tutti sono buoni e uguali, forse è per questo motivo che uno si stanca e decide di non

“viaggiare più “ e di fermarsi, diventare terra, luogo, radice, perché valga e duri di più che un semplice giro di boa.

Fermarsi per raccontare l’amore, che si è visto, che si ha dentro, per avere tempo del conoscere, del narrare, del fare poesia, dell’amare.

Fermarsi anche per avere il piacere di andarsene via, perché non si è soli mai, andare via sapendo che anche quando non ci sei, qualcosa di tuo rimane lì ad aspettarti, e la troverai così come l’hai lasciata, mentre tu tornerai stanco e vecchio, quasi irriconoscibile, ma lei saprà sempre riconoscerti, dagli occhi, dalla voce, perché questi non cambieranno mai.

Dove lei non è! È un autunno grigio e di nuvole basse, di immagini a volte crude, molto spesso più poetiche, talvolta visionarie.

Raggiungerla ogni volta è un “ viaggio “ con un orizzonte dolce e sereno, ma anche una dimensione interiore. Come ogni viaggio, in cui si cammina piano e ci si immerge nel profondo di se stessi, per capire quanto la ami, quanto desideri averla al tuo fianco, quanto ti manca il poterle parlare, ma anche l’immergersi nelle proprie paure, nel proprio mal vivere.

La “ indignità” finisce ogni giorno e ogni giorno allunga la sua esistenza con magia collettiva che occulta ciò che è evidente: non crediamo più all’amore, all’avventura meravigliosa su questo pianeta.

Non abbiamo nessun credo che ci tenga assieme, nessun’amore da condividere.

Il “ Viaggio nell’amore “ denuncia l’imbroglio della collettività promiscua e meschina, sterile e ipocrita, il suo aver portato l’amore dal settimo cielo all’inferno della volgarità, della pornografia, della pedofilia.

Dove lei non è, navighiamo in un mare di merda, e intorno a noi è tutto un panorama di civiltà incagliata; abbiamo bisogno di credere nell’Amore no nella sessualità che è finale di un lunghissimo percorso di interiorità, di anima, ci vuole più poesia!

Non amare è una specie di autismo corale, epidemia di peste che si diffonde sempre più nel profondo delle nostre esistenze, delle nostre vite senza punti di riferimento, trascinate in una paura liquida.

Ci vuole coraggio.

Coraggio di amare con la dolcezza, ma anche con la forza, con la poesia coi suoi tratti icastici e sognanti, avere il coraggio di essere “ uomo “ capace di scarnificare la realtà che è crudele e disaggi osa, mettendo a nudo il corpo, delicatissimo, complesso, generoso, che è la “ meraviglia “ dell’amare lei, la Donna.

Ecco dunque l’Amore che s’intreccia col nostro viaggio, non per vendersi, non per smerciare patacche, ma per mettere la sua – aria – nell’aria del mondo.

Per convincersi che qualcosa di miracoloso c’è stato donato e che non bisogna lasciarla morire, o peggio ancora metterla da parte.

Non è l’agio la salvezza nostra e dell’amore!

La nostra salvezza è la poesia che c’è nell’incanto di guardarla negli occhi, del sentire il respiro delle sue mani, la poesia che c’è nel domani di ogni giorno.

L’amore quest’antica bellezza che vogliamo, e che dobbiamo proteggere e accudire: per dirle….. ti amo!