La regolarizzazione dei lavoratori stranieri proposto da Iv innervosisce Matteo Salvini e Giorgia Meloni

 Il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo le elezioni europee (26 maggio 2019) forte del 34,3% dei voti ottenuti ha preferito staccare la spina al Governo giallo/verde. L’intento del leghista era di tornare subito al voto e conquistare la guida assoluta del Paese. Obiettivo fallito per la nascita del Governo rosso/verde. Senza incarichi istituzionali la Lega continua a registrare un’erosione di voti con il passare dei mesi. Sondaggi Ixè (7 maggio) danno il carroccio al 24,9%  a soli due punti dal Pd (22,9).   

Come un pesce fuori dall’acqua che evidenzia tutta la sua difficoltà per non soccombere, Matteo Salvini è alla continua ricerca di qualche filone politico che lo riporti all’attenzione del suo elettorato.

La regolarizzazione dei lavoratori proposta da Teresa Bellanova (Ministro delle politiche agricole e alimentari) non condivisa dall’intera Maggioranza (contrario il M5s) sta riportando Matteo Salvini a fare campagna elettorale sull’argomento a lui più congeniale: parlare degli immigrati e del danno che, a suo modo di pensare, rappresentano per gli italiani. Il leader della Lega è ormai fuori tempo massimo in ogni settore, in particolare per quanto riguarda gli immigrati. Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, già mesi addietro ha annunciato che in prossimità della primavera e dell’arrivo della stagione, occorreva molta manodopera per il settore agricolo, altrimenti sarebbe stata la morte del settore.

“Questa manodopera – ha detto allora Gori – la possono fornire soltanto gli immigrati regolari presenti in Italia e, se non bastano, altri ne dovranno arrivare”.

Matteo Salvini, Giorgia Meloni, subito a sparare ad alzo zero nei confronti del Sindaco di Bergamo che, a loro modo di pensarla, voleva fare invadere l’Italia dagli stranieri. Sembrerebbe che la Maggioranza, dopo l’incontro tra il presidente Conte e una delegazione di Iv, abbia trovato un’intesa per quanto riguarda la regolarizzazione degli immigrati senza regolare permesso: una proroga di tre mesi anziché sei come chiesto inizialmente da Pd e Iv. Il provvedimento riguarderà anche il settore domestico.