Nel silenzio

Nel silenzio

Di Vincenzo  Calafiore

08 Maggio 2020 Udine

“ …. C’è così tanto silenzio

che s’ode forte il suo lamento;

e ritorna in dietro la mia mente

a quel sole cocente e a quella solitaria quercia.

Che dominava fiera la collina in mezzo agli assolati campi e

al canto delle cicale. Con la folta chioma nella

leggera brezza che risalendo dal mare invadeva il paese e

la piazza dai  marciapiedi modellati dalle radici degli alberi …

una panchina all’ombra e la fonte che correva piano

da una fontanella piena di memoria …. “

                                                                                                                                                                  Vincenzo Calafiore

A volte quei giorni vuoti che mai avrei voluto  arrivano …. e giungono con quel silenzio addosso, sono come una tempesta di sabbia, passando lasciano il vuoto dietro di se.

Rimango senza parole, con la testa svuotata del bello…

In verità non so più a cosa credere, se ai ricordi che tormentano con le magiche visioni, o al vuoto che avverto dentro e fuori di me nella mia desolata solitudine.

Tu come una cornucopia stai al centro dei miei giorni, e li illudi con le tue meravigliose alchimie che conosci, così riesci a minimizzare il vuoto che mi lasci addosso, mi fa credere che presto si tornerà a vivere, l’odore dell’assenza, il rumore dei tuoi passi nei corridoi della prigione in cui giace la mia anima!

Da queste parti non c’è vita, c’è solo attesa e bisogno, desiderio dell’incontro, della visione del volto amato, di carezze, di baci e delle essenze che il tuo corpo rilascia come fosse un narciso.

Ma sono solo che solitudini  entro confini che non riesco a passare.

Tu non conosci  il vociare della solitudine, non conosci  le pietose ire dopo aver vissuto intensamente i desideri e i pensieri che cercandoti chissà dove andranno a perdersi.

Io ti amo e questo lo sanno i miei libri, la stilografica, le matite, quei fogli riempiti a metà abbandonati in un mare di silenzio come conchiglie vuote.

Se vuoi ci si potrebbe incontrare là dove tu vorresti, perché io sarei  lì ad aspettarti come un’alba nuova, come un sogno da vivere, in questa notte incerta nei bagliori di Cassandra.

Sì che lo so, questi sono solo sogni, e i sogni quasi mai si avverano, semmai si avvicendano senza un ordine preciso, senza la felicità dell’avverarsi! …. Tu cosa sei, che sogno sei ?

E’ quasi l’alba e fra poco cala lo scenario sulla notte delusa, al suo posto ritorneranno le speranze di ieri che da giocolieri e saltimbanchi che sono, tenteranno il ritorno alla soglia di cuori capaci di emozionarsi, anche al semplice ritorno alla fiaba che da tempo ormai si racconta e si rinverdisce ai lumi di lontane visioni che vanno a infrangersi nei vuoti che un sì per tutta la vita ha lasciato.

Se tu riusciresti ad ascoltarmi amore mio, capiresti quanto noi si appartenga alla forte razza dei sogni!

Capiresti che la vita tua mi appartiene come la mia ti appartiene, capiresti quanto tempo è andato perduto nelle vane attese di un volo alto nei cieli degli incontri mancati.

Tienimi tra le tue braccia di seta… ricordami con gli occhi tuoi come si ricorda un tramonto infuocato, amami come quel braccio di amapola che tingono di rosso le tue magiche visoni.

Ho guardato gli occhi di un mattino senza un’alba senza un’anima, senza qualcuno capace di salvarmi ecco perché mi sono perso, amore mio!

Camminiamo senza incontrarci!

Chiamami con un altro nome, cambia il mio nome, soltanto per un attimo.

Immaginami come un cieco può immaginare un’alba, leggimi dentro con gli occhi chiusi soltanto sfiorando la mia anima e dimmi cosa senti, cosa provi.

Impara a conoscere la mia storia, le cicatrici di dentro, chiedimi cosa mi manca, perché non sorrido… Dove sono i miei libri, il loro odore, le lettere d’amore, la solitudine, la malinconia, l’inverno addosso, le coperte, la pioggia di marzo, la luce della tua risata, le lacrime, gli abbracci mancati, i baci rubati.

I ritorni, i ricordi, la speranza di trovarti lì nei profili dei miei pensieri, dei baci mancati da quando sono entrato nella tua vita.

Io ti vengo, anzi verrò a prenderti dove ci siamo lasciati l’ultima volta, in quell’abbraccio in un campo di papaveri!