Brexit. Non ci sarà un secondo referendum sull’indipendenza in Scozia

Boris Johnson si “scusa” pubblicamente. Aveva promesso che la Gran Bretagna avrebbe lasciato l’Unione Europea il 31 ottobre ma così non è stato. Pr il premier è valido l’accordo firmato con Bruxelles. “È l’unica via d’uscita praticabile” ha spiegato a Ridge on Sunday su Skynews. BoJo ha chiarito anche la sua posizione sull’indipendenza scozzese. “Se sarò rieletto non permetterò mai con ci sia un secondo referendum. Non credo che la gente in questo Paese pensi che sia il modo migliore per mantenere l’armonia. Ne abbiamo fatto uno nel 2014 e si disse che era un evento unico per una generazione”. Il Partito Nazionalista Scozzese della premier Nicola Sturgeon (Snp), però, potrebbe avere ricevuto garanzie dai laburisti per un secondo voto in caso di vittoria elettorale. Cinque anni fa, il 55% degli elettori scozzesi scelse di rimanere nel Regno Unito, rispetto al 45% che scelse l’indipendenza. Nel 2012, l’allora primo ministro britannico, il conservatore David Cameron, aveva concordato con l’ex primo ministro scozzese Alex Salmond un cambiamento giuridico che ha permesso la consultazione. Sturgeon ha anticipato che intende chiedere a Londra i poteri necessari per organizzare un nuovo plebiscito dopo le elezioni generali di dicembre. All’inizio della pre campagna, Sturgeon ha detto che un buon risultato della sua formazione alle urne sarà interpretato come sostegno per quel referendum, così ha chiesto il sostegno degli elettori “per garantire che la voce della Scozia sia ascoltata. Dalla vittoria del Brexit nel 2016, il Partito Nazionalista Scozzese (Snp) ha sostenuto la necessità di un nuovo referendum, considerando che l’uscita dall’Unione Europea modifica le condizioni alle quali gli scozzesi avevano deciso di rimanere nel Regno Unito due anni prima. In base ad un primo sondaggio del Sunday Telegraph sulle elezioni del 12 dicembre Johnson ha 8 punti percentuali di vantaggio sul suo più diretto rivale, il leader del Labour Party, Jeremy Corbyn. I Tory avrebbero il 36% dei consensi mentre il Labour Party otterrebbe il 28%. I liberal-democratici si piazzano al 14% mentre il Brexit Party dell’euroscettico Nigel Farage è al 12%. In caso di alleanza tra labour e libdem Corbyn avrebbe i numeri per diventare premier e tenere un secondo referendum sulla Brexit. Peraltro otterrebbe certamente il sostegno degli scozzesi.