Si può vivere di sole scommesse sportive ?

Il 2017 che ci siamo da poco messi alle spalle è stato un anno d’oro per il settore delle scommesse sportive, che ha registrato un incremento di spesa pari al 59,4% rispetto all’anno precedente. Siamo un paese in perenne crisi economica, ma non riusciamo proprio a rinunciare alla nostra schedina o gratta e vinci che sia, al punto tale da posizionare l’Italia al primo posto in Europa ed al terzo posto mondiale; dei Paesi dove si gioca d’azzardo e si scommette di più. Ma si può davvero vivere solo di scommesse sportive ? Basta fare una breve ricerca su internet per apprendere che si, gli scommettitori professionisti esistono e non sono nemmeno poi così pochi, senza tenere conto che ovviamente ancor di più sono quanti grazie agli introiti portati dalle loro vincite riescono ad integrare il loro normale stipendio, che poi tanto male alla fine non fa. Volgendo la nostra attenzione solamente verso coloro che si mantengono solo ed esclusivamente con le scommesse, cerchiamo di capire meglio quali possono essere le caratteristiche comuni e se tale scelta di vita è alla portata di tutti oppure sono richieste abilità particolari. Anzitutto chiariamo subito che diventare scommettitore professionista non dipende nè dal ceto sociale di appartenenza nè dalla professione che si svolge nè dai titoli di studio posseduti : abbiamo infatti ex operai, ex dirigenti d’azienda, studenti universitari che a Seneca hanno preferito “Multipla”, o disoccupati che hanno deciso di ottimizzare il loro tempo libero ed ora non hanno più bisogno di cercare lavoro. Bisogna sgomberare il campo anche da un altro luogo comune e totalmente fuorviante : vincere alle scommesse non dipende solamente dalla fortuna. Chiunque può giocare la schedina vincente, e magari portarsi a casa anche un discreto incasso questo è innegabile, ma si tratterà sempre di un episodio sporadico ed in ogni caso non sufficiente a farci cambiare vita. Lo scommettitore professionista potrà anche essere una persona fortunata al gioco, ma non è sufficiente essere fortunati per poterlo diventare. Essere esperti di sport, che poi è un requisito tutto da dimostrare in realtà, può sicuramente aiutare per avere una migliore visione degli eventi sui quali puntare, ma non è sicuramente la chiave del successo. Il tratto principale che accomuna gli scommettitori professionisti di successo è solamente uno, e cioè che siamo di fronte a gente che ha studiato, studia e continuerà a studiare fino a quando continuerà a giocare. Vincere alle scommesse infatti richiede applicazione costante e studio di variabili matematiche, abbandonare l’intuito per affidarsi ai numeri, applicando determinati sistemi e perseverando nell’applicazione, raccogliendo dati ed elaborandoli al fine di individuare la strategia vincente. Ovviamente ci sono poi alcune regole base da seguire di stampo più tecnico, come per esempio iniziare puntando piccole somme e giocando solamente raddoppi per iniziare ad abituarsi all’alternarsi di vincite e perdite, che stare qui ad elencare sarebbe troppo dispersivo, ma tutto nasce sempre da un costante impegno, studio ed applicazione. Per approfondire il nostro interesse per le scommesse sportive, il web offre numerosi siti specializzati e gestiti da esperti come Scommessesulweb, che con interessanti guide, pronostici e recensioni ci permette di avere una visione a tutto tondo di questo settore, fornendo un supporto quantomai utile anche agli utenti più esperti. Ovviamente non è tutto rose e fiori, e a fronte di un giocatore che riesce nell’intento, ne abbiamo tantissimi altri che non ce la fanno. Tralasciando coloro che falliscono in partenza e dopo poco abbandonano, ci sono due aspetti collegati tra loro che molto spesso determinano la rovina di un giocatore. Il primo è l’ingordigia, che si verifica quando a fronte delle prime vincite ci si fa prendere la mano dimenticando schemi e strategie, alzando le puntate ed affidandosi solamente al proprio intuito. Questo porta ad ingenti perdite, molto spesso accompagnate dall’incapacità di gestirle soprattutto a livello mentale,il che porta alla perdita di lucidità ed a ulteriori giocate scriteriate solo per recuperare in breve tempo quanto perso, innescando così un circolo vizioso che non porterà ad altro che alla rovina dello scommettitore. Non è un caso che dal 2013 la ludopatia sia ufficialmente classificata come disturbo comportamentale. In conclusione, nessuno vieta di giocare alle scommesse sportive in maniera un po’ più seria rispetto alla media, purchè il tutto sia fatto responsabilmente. Scritto da Davide Furini