Benevento. Lucioni squalificato: “Dovrò aspettare parecchio e farmi forza”

Fabio Lucioni

Questa proprio non ci voleva per il Benevento, ora che i campani stavano iniziando a macinare punti verso la salvezza. Il capitano Fabio Lucioni è stato squalificato per un anno dopo essere risultato positivo al Clostebol nel controllo post gara contro il Torino. “Non mi sarei mai aspettato che dopo l’ammissione di colpe da parte del dottore, mi venisse dato un anno di squalifica” ha dichiarato. “Dovrò aspettare parecchio e farmi forza. Spero che me la diano i miei compagni e la mia famiglia”. “Aspetteremo sicuramente le motivazioni, poi prenderemo una decisione. Sicuramente il ricorso verrà fatto, come ho detto prima mi sono cresciuto da solo: ho fatto tutte le categorie professionistiche, fino alla A a 30 anni. Un sogno da bambino, che mi è stato tolto dalle mani. Continueremo a lottare affinché mi venga tolta questa squalifica”.

E’ senza sconti la condanna del Tribunale Nazionale Antidoping, che ha confermato le richieste della Procura. Il medico sociale Walter Giorgione, che si era assunto la responsabilità dell’errore, è stato invece fermato dal TNA per quattro anni. Entrambi i tesserati hanno annunciato ricorso.

Il difensore del Benevento dovrà stare lontano dai campi di gioco per molto tempo. A nulla è servita l’assunzione di responsabilità del medico sociale del Benevento, se non a peggiorare anche la posizione del medico, colpito anche lui con una lunga squalifica di 4 anni. Dopo la prima condanna, il centrale giallorosso, era infatti tornato a giocare in attesa del responso definitivo, contribuendo alla crescita della squadra di De Zerbi, che ora probabilmente chiederà alla società di tornare sul mercato nonostante l’arrivo di Billong.

“Il collegio ha riconosciuto tutte le attenuanti previste dalla normativa, ma non si è sentito di applicare la norma sull’assoluta mancanza di responsabilità, che era quello che chiedevamo in via principale”. L’avvocato di Fabio Lucioni, Saverio Sticchi Damiani, ha in questo modo la sentenza del Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia. “Dispiace perché si poteva arrivare a una decisione del genere in tempi meno lunghi e senza illudere il ragazzo che è rientrato in campo e ora è stato squalificato”. “Andremo avanti perché questo è uno dei pochi casi nei quali si può davvero escludere completamente la responsabilità dell’atleta”.