Sara uccisa due volte dalle bugie di zio Michele e dai silenzi delle dame di Avetrana

“Ti chiedo scusa per quello che ti ho causato. Era meglio che non ti incontravo, che non ti conoscevo. Così non mi sposavi e non vivevi una vita insieme a un mostro”. Sono parole di Michele Misseri in una lettera alla moglie Mimina in carcere insieme alla figlia Sabrina per l’omicidio di Sara Scazzi, mandata ad un anno esatto dal barbaro omicidio. Parole che fanno male perché confermano il plagio di zio Michele da parte delle dame nere ed assassine di Avetrana. Parole condannate dalla madre della povera Sara che aveva chiesto al cognato di dire la verità, tutta la verità. Stesso appello rivolto alla sorella e alla nipote che non vogliono confessare in alcun modo l’omicidio confermando la loro crudeltà. “La menzogna è l’origine di ogni male”, ha poi detto ieri sera nella messa di ricordo il parroco del centro pugliese don Dario De Stefano dal pulpito. “La nostra comunità ha bisogno di ritrovare la pace” ha sostenuto don Dario.