La manovra aumenta gli stipendi dei consiglieri regionali pugliesi

La Puglia, che rientrava nella fascia da 4 a 6 milioni di abitanti, si è ritrovata con un numero finale di 50 consiglieri (oltre al governatore) che “rischiavano” di diventare 40 se non fosse stato per quei 100 mila abitanti in più oltre il limite dei 4 milioni che l’avrebbe fatta “regredire” in una fascia inferiore. Oltre ai consiglieri, la norma taglia anche gli esecutivi regionali, il cui numero degli assessori non potrà superare un quinto dei consiglieri: 10 (contro i 14 attuali). Insomma, alla fine si è arrivati alla scelta proposta un mese fa dal capogruppo del Pdl alla Regione, Rocco Palese, non “condivisa” in sede di confronto politico sfociato con una votazione unanime bipartisan lo scorso 25 luglio. Le nuove disposizioni decorreranno dalla prossima legislatura anche se il decreto del governo ha dato sei mesi di tempo alle Regioni per adeguare i propri statuti e regolamenti a tali nuovi vincoli. Per quanto riguarda la Puglia, il primo passaggio in aula c’è stato anche se per modificare lo statuto sono necessarie due delibere e, a questo punto, appare inevitabile che il consiglio regionale ridefinisca il calendario dei lavori e riproponga il provvedimento adeguandolo alle modifiche imposte. I risparmi saliranno così a 34 milioni di euro per un’intera legislatura, a partire dalla prossima che inizierà nel 2015. Un’altra novità del decreto riguarda gli “stipendi”. Sul punto la norma è stata scritta con una tale raffinatezza da disorientare ogni comune lettore. Vediamo perchè. L’art. 14, comma 1 lett. c) del decreto prevede dal 1 gennaio 2012 la riduzione “degli emolumenti e delle utilità, comunque denominati, previsti in favore dei consiglieri regionali entro il limite dell’indennità massima spettante ai membri del Parlamento così come rideterminata ai sensi dell’articolo 1 del presente decreto”. Attualmente i 70 consiglieri regionali percepiscono un’indennità di mandato “al netto di contributi, delle ritenute erariali e addizionali regionali, premi assicurativi” pari a 4 mila 325 euro e 40 centesimi mensili. Tale cifra è netta e corrisponde all’80% dell’indennità (lorda) dei parlamentari fissata in poco più di 11mila euro. A tali somme, poi, vanno aggiunte altre due voci esentasse: la “diaria” di 4 mila e 476 euro e 36 centesimi nonché il “rimborso spese per il rapporto con gli elettori” pari a 984 euro e 80 centesimi. A conti fatti, ogni mese un consigliere porta a casa circa 11 mila euro (mille euro in più per i presidenti di commissione). Rileggendo la nuova norma del decreto, sembrerebbe immediata una riduzione dello stipendio. E ciò perchè, sommando i circa 9 mila euro lordi che corrispondono al “netto” di 4 mila e 476 euro, a diaria e rimborso, la cifra supererebbe il tetto (apparentemente) imposto dalla legge richiamando l’indennità massima del parlamentare pari a poco più di 11 mila euro lordi. A conforto di tale lettura, vi sarebbe una legge varata nel 2010 con il quale si obbliga ciascuna regione a definire “l’importo degli emolumenti, e delle utilità comunque denominati, ivi compresi l’indennità di funzione, l’indennità di carica, la diaria, il rimborso spese, a qualunque titolo percepiti dai consiglieri regionali” in modo tale da non eccedere complessivamente “l’indennità massima spettante ai membri del Parlamento”. I calcoli e la beffa quindi? I “bene informati” sostengono però che l’indennità parlamentare in questione si riferisce a quella omni comprensiva, quindi inclusiva di diaria, rimborso e ogni annesso previsto per il deputato: sicchè, per un perverso automatismo, poiché l’indennità dei consiglieri regionali è rapportata all’80 per cento di quella dei parlamentari, la situazione resterebbe immutata per i consiglieri regionali. Lo stipendio subirebbe una riduzione solo per quella decurtazione da applicare ai parlamentari, una volta che sarà definita la famosa retribuzione in base alla media dei colleghi dei paesi europei. Ma anche qui potrebbe arrivare la sorpresa: c’è chi sostiene che in sede di conversione del decreto legge possa spuntare una proposta che ridetermini gli stipendi dei politici assegnando a questi una somma omnicomprensiva che includa viaggi aerei, treni e autostrade (ora gratis). Detta così potrebbe apparire una bella notizia, ma se tale indennità diventasse la base di calcolo per i consiglieri regionali, allora questi alla fine guadagnerebbero di più. Ne vedremo delle belle.