La tagliola del Governo colpisce anche Portofino e Sestriere

A meno che non vi siano “trucchi” come per le province (leggasi l’estensione territoriale), scompariranno dalla mappa italiana comuni piccoli ma di “grido” come Portofino e Sestriere ma anche Furore ed Atrani e ad altre piccole perle della Costiera amalfitana. Addio al più piccolo di tutti, Pedesina (provincia di Sondrio) che ha 34 abitanti, 17 maschi e 17 femmine sparsi su 6,2 chilometri quadrati di territorio, a Morterone (provincia di Lecco) che ne ha 37 (19 uomini e 18 donne) e a Moncenisio che conta 42 residenti (22 femmine), lassù in cima al passo (oltre 1.400 metri d’altitudine, in provincia di Torino). Sono solo alcuni dei piccoli comuni (sotto i mille abitanti) che dovrebbero sparire ed essere accorpati per effetto della finanziaria. Dovrebbero essere 1.884 (su un totale di 8.092) salvo modifiche dovute a censimenti sbagliati, riconteggi, “acquisto” di nuovi residenti, ricorsi e quant’altro. La sorpresa viene dalla distribuzione geografica di questi comunelli: circa la metà sono concentrati in quattro regioni del Nord con il Piemonte (588) che supera di gran lunga tutte le altre, seguito da Lombardia (273), Trentino-Alto Adige (121) e Liguria (99). Le regioni del centro-sud risultano poco toccate dai tagli. Solo l’Abruzzo (106) e la Sardegna (118) contano oltre cento mini amministrazioni da chiudere. La Puglia ne ha solo sette. Una spiegazione? La struttura amministrativa piemontese ha radici antiche e molti comuni piccoli o piccolissimi hanno conosciuto ben altra importanza e dimensioni in un’Italia agricola d’altri tempi. Questo potrebbe motivare la presenza di tanti paesini che hanno una storia alle spalle e, quindi, un “campanile” e un’autonomia che, nel tempo, è stata loro riconosciuta. Questo, nel Meridione, è accaduto meno e le amministrazioni pubbliche sono nate dopo. Movimenti e cambiamenti demografici (la maggiore natalità al Sud) potrebbero anche avere avuto un ruolo in questo fenomeno. In generale, comunque, si osserva che le province meridionali sono suddivise in un numero inferiore di comuni che, di conseguenza, tendono ad avere un numero leggermente più alto di abitanti. A livello di singole province, Torino, perde 113 comuni, Milano solo 1, Trento 104, Bolzano 17, Venezia nessuno, Udine 32, Trieste 1, Genova 18, Bologna nessuno, Firenze nessuno, Roma 25, Ancona 2, Perugia 8, Potenza 20, L’Aquila 52, Napoli nessuno, Bari nessuno, Palermo 4, Cagliari 12, Catanzaro 17. In assoluto, la provincia più “tagliata” è quella di Cuneo con 138 comuni da accorpare. Portofino (479 abitanti, provincia di Genova) potrebbe essere accorpato a Santa Margherita con la quale ha già in comune la stazione ferroviaria e, ovviamente, diversi altri servizi. Ma come chiamare la nuova entità? Tenendo conto che Portofino è noto in tutto il mondo (chiedetelo ai tanti genovesi che si sono sentiti domandare in America: “Genova?… Ah,… near Portofino…”) e che “Santa” è pure piuttosto conosciuta, difficile pensare che uno dei due cederebbe facilmente. Portofino-Santa Margherita? Nome chilometrico… Chissà come andrà a finire. Si diceva di Sestriere, che sarà anche un po’ decaduta, ma è sempre un bel posto per sciare e, restando in Piemonte, di diversi comunelli gastronomici: Barolo, Barbaresco, Cinzano (vini e liquori), Castelmagno e Roccaverano (formaggi). Tutti fuori dalle carte geografiche. Insieme a Castellania (provincia di Alessandria) che diede i natali a Fausto Coppi e a Chiomonte, venuto alle cronache in questi mesi di battaglie contro la Tav. In Trentino Alto Adige, non si potrà più andare in montagna nel comune di Fai della Paganella (ma si potrà, è ovvio, andare “a” Fai della Paganella), nè a Bondone e a Cimone. In Veneto, sparirà Lorenzago, il Comune della Marmolada dove Papa Giovanni Paolo II trascorreva le sue vacanze estive, insieme a diversi altri comuni del Cadore (da Borca a Selva) e dell’Agordino. In Friuli, addio a Sauris, ma non, si spera ai suoi ottimi prosciutti. In Liguria spariscono Triora (dove vennero perseguitate le streghe) e una delle Cinque Terre: Vernazza. In Emilia Romagna (pochi tagli) sparisce Ligonchio famosa quasi solo aver dato i natali a Iva Zanicchi che, quando cantava (prima di entrare in politica) veniva chiamata “l’Aquila di Ligonchio” e, in Toscana, non ci sarà più il comune dell’isola di Capraia: dipenderà dall’Elba? Come nel Lazio sparirà Ventotene (isola in Provincia di Latina). Via anche (sempre in Toscana) l’Abetone, dove sciava Zeno Colò. Il Lazio perderà Anticoli Corrado, bel borgo famoso anche per le sue modelle preferite dai grandi pittori di epoche diverse. La Campania lamenta la scomparsa di Furore, Atrani e Conca Marini, paesini incantati sulla costiera amalfitana. Verranno inglobati in altri più grandi. Ma resterà l’amore e la cura per i particolari che oggi animano amministrazioni legatissime al territorio? Respira la Sicilia che perde appena 31 comuni, 23 dei quali in provincia di Messina.