Gioia Tauro, tagliare i dirigenti per risparmiare! un vulcano pronto ad esplodere

Malumori e polemiche sul taglia dirigenti al Comune di Gioia Tauro nel Reggino. Il rapporto contrattuale di lavoro tra la ex dirigente della Polizia municipale e del settore dei servizi sociali Giovanna La Terra e il Comune di Gioia Tauro, dopo più di dieci anni, può considerarsi ormai definitivamente chiuso, almeno sotto il profilo delle prestazioni reciproche. Il segretario comunale Paola Romanò, in sostituzione del responsabile del settore del personale Maria Surace, ha decretato la sospensione degli obblighi tra le parti dopo il collocamento in regime di disponibilità della La Terra da parte della Regione Calabria. Da adesso e fino ai prossimi 24 mesi il Comune di Gioia verserà l’80% della retribuzione, che verrà interrotto in caso di ingresso dell’ex figura dirigenziale in altre amministrazioni. Con il collocamento in disponibilità dell’ex dirigente La Terra si è esaurito in tutte le sue fasi il complesso iter procedurale che è iniziato con la delibera del consiglio comunale del 4 marzo scorso e che ha portato alla soppressione delle figure dirigenziali del Comune amministrato dal sindaco Renato Bellofiore. Dopo numerosi incontri e vertici previsti dalla legge numero 165 del 2001, il confronto ha avuto esito negativo, cioè senza una ricollocazione professionale per il momento in altre amministrazioni, ed entrambi i dirigenti (anche Giuseppe Mezzatesta) sono stati posti fuori ruolo, anche se per quest’ultimo è in atto un periodo di comando alla Provincia di Reggio Calabria. Una volta determinata la definitiva chiusura del procedimento, non rimaneva che fissare le somme che effettivamente il Comune dovrebbe versare alla stessa nel periodo di disponibilità. L’Ente stava già procedendo a una trattenuta della quinta parte dello stipendio sulla base di presunte somme attribuite nel passato all’ex vertice amministrativo che poi sulla base dell’ispezione della Ragioneria generale dello Stato non avrebbero dovuto essere elargite. A questo proposito il sindacato Direl, che ha seguito tutta la vicenda, ha inviato una nota al Municipio richiedendo una rideterminazione dei versamenti dovuti, alla luce di una recentissima sentenza del Consiglio di Stato. Il massimo organo di giustizia amministrativa ha stabilito che “la pubblica amministrazione – si legge in un passo del parere reso dall’ufficio legale del Municipio – nel procedere al recupero delle somme indebitamente erogate ai propri dipendenti, deve effettuare tale recupero al netto delle ritenute fiscali, previdenziali e assistenziali”. Secondo quanto scritto sempre nello stesso documento, le ritenute (il quinto dello stipendio) devono essere calcolate sulla base dello stipendio erogabile. Alla luce di un dettagliato prospetto, la somma rideterminata che il comune tratterrà è di 433 euro. Al termine del periodo di disponibilità e comunque nel caso in cui l’ex dirigente sarà collocato in altra amministrazione, il periodo di ritenuta decadrà. Con questo atto si mette un altro tassello nel complesso puzzle della macchina amministrativa comunale. Dopo la soppressione delle due figure dirigenziali avvenuto, come sostiene l’amministrazione, per maggiori risparmi, il Municipio si ritrova adesso con una pianta organica suddivisa in sette settori, con altrettanti responsabili apicali. Adesso sarà interessante capire se Giovanna La Terra impugnerà gli atti del Comune. Le strade sono due: il ricorso al Tar avverso le decisioni amministrative sulla dotazione organica dell’Ente; oppure il giudizio davanti al Tribunale ordinario in funzione del Giudice del Lavoro.