Fosse stato in altri tempi, ci avrebbero pensato due volte alcuni panificatori, prima di annunciare la serrata del pane

“Serrata, perchè non panificare non è uno sciopero, ma una serrata. Il pane, alimento primario, sinonimo di conquistata sopravvivenza nella storia di milioni di persone al mondo, oggi diventa lo strumento di propaganda per pochi panificatori della Piana di Gioia Tauro che si battono, al contrario e con spiccata verve polemica, ovvero per far pagare di più la classica “panetta” alle tantissime persone, oggi, se non nella miseria, senza posto di lavoro, senza stabilità familiare e con redditi molto inferiori rispetto a pochi anni fa. E così può accadere che i più profetici tra i panificatori pianigiani, vogliano minacciare addirittura lo “sciopero del pane”, rubandosi pure lo slogan che dovrebbe appartenere ai consumatori e non ai produttori. Semmai si potrebbe parlare di “serrata del pane”, ma non di sciopero. Lo sciopero del pane, quello legittimo, sarebbe ora che lo facessero le vere vittime della crisi economica, cioè i cittadini”. E’ netto e duro il sindaco di Polistena, Michele Tripodi (in foto) nel condannare la serrata del pane messa in atto dai produttori nella Piana di Gioia Tauro. “E’ giunto il momento di dire basta ai soprusi ed alle ingiustizie di pochi sugli interessi di tutti. L’amministrazione comunale di Polistena invita le persone a scuotere le coscienze rispetto al grave momento di crisi economica, annunciando che il Comando di Polizia Municipale sta già vigilando sulla corretta applicazione dei prezzi al consumo del pane, da definire in base alla pesatura dei prodotti in ogni forno e rivenditore presente in città”. Lo scontro è forte, il tema è caldo e la crisi morde. Chi vincerà in questa guerra del pane? I panificatori che difendono l’aumento del pane o i cittadini che comprano il pane dagli abusivi per risparmiare oppure minacciano di fare il pane in casa?