Yara, funerali e ricerca dell’assassino

Secondo giorno di camera ardente a Brembate di Sopra per Yara Gambirasio mentre proseguono le indagini. Gli inquirenti stanno acquisendo ed esaminando migliaia e migliaia di Dna per cercare di isolare quello giusto, quello dell’assassino della tredicenne ginnasta. Gli inquirenti avrebbero, infatti, in mano il Dna dell’assassino. Un codice genetico maschile, saltato fuori dalle lunghe analisi autoptiche sul corpo della 13enne, che a quanto pare, però, hanno portato a degli ottimi risultati. E’ stato estrapolato da un lembo di pelle rimasto “impigliato nell’apparecchio dentale” della giovane ginnasta. Secondo la ricostruzione, Yara Gambirasio, per difendersi presumibimente da un tentativo di violenza, avrebbe morso (sembra di capire nella parte intima) il suo assalitore, che forse furioso l’avrebbe prima colpita alla testa e poi ferita. A questo punto gli investigatori sembrano quindi intenzionati a prelevare il Dna di tutti coloro che quel 26 novembre sono stati intercettati, attraverso le celle telefoniche, nei pressi del Palazzetto dello Sport di Brembate di Sopra e zone limitrofe. Finora sono stati comparati, con quello dell’assassino, oltre 2000 codici genetici, ma almeno altrettanti ne rimangono da esaminare. E se anche da questi non uscisse nessun confronto, si andrà “avanti a cerchi concentrici, fino a che non si troverà il Dna giusto”. Presumibilmente le indagini staranno seguendo anche altre piste, anche perché non è detto che l’assassino di Yara Gambirasio avesse con sé un cellulare acceso il giorno che rapì la ragazzina.