Il Viaggio

 

Il Viaggio

 

Di Vincenzo Calafiore

27 Marzo 2024 Udine

“ …. La realtà è negli occhi di chi la guarda

e il viaggio è più importante del traguardo “

                   Vincenzo Calafiore

 

 

Il nostro “viaggio “ sembra a noi che abbia un tempo infinito, avviato in una menzogna che ci è stato insegnato di chiamare: vita; quando nella realtà quella che dovrebbe essere vita, è una vice-vita, una specie di girone, ove si compiono le stesse cose e cambiano i fondali di scena, i paesaggi. Vagabonde maschere coperte da troppe illusioni, che nel tempo si trasformano nelle lacerazioni psicologiche, nei quotidiani disagi e esitazioni, affanni, incerti approdi a isole felici inesistenti.

Viaggi nell’invisibile, scivolano accanto ai pochi attimi felici cadono negli spazi bianchi, tra riga e riga delle pagine di diari quotidiani, ove il reale  ha il torvo e allettante aspetto di una felicità elemosinata, più che donata, di più disamore che amore.

Il bisogno di amare ed essere amati è primario per l’individuo al pari del cibo, come nutrimento fondamentale dell’anima sottoposto, in quanto tale, a tutte le peculiari urgenze connesse a qualsiasi interna prescrizione.

Così l’amore può diventare merce di scambio, trasformando così la relazione in qualcosa d’altro rispetto al suo significato originario.

 

“ Lasciami, non trattenermi nella tua memoria “

L’amore a volte è beatitudine nel nulla! Quando viene dall’elemosina e non dalla donazione, cioè quando l’amore non è Anima.

La verità è che tutti coscienti o incoscienti, siamo segnati da questo vivere caotico, tragico e esaltante, che ci ha illusi e delusi in questo mondo fatto più di ex, di cose che non esistono più, pieno di avvenimenti rincalcati l’uno sull’altro, come una bottiglia di plastica accartocciata su se stessa.

 

E’ dunque così il tempo dell’amore, era aria e lei lo lasciava esalare da un bacio o da una carezza, da uno sguardo, da un ciao, ma comunque da un qualcosa che all’amore sempre riconduceva:

L’amore che sa essere “ Anima” che tutto segna e sa essere lieve come la coscienza!

 

Vivere è un “ notturno indiano”, il fascino e il senso di un – si – è il senso dell’amore nel crepuscolo, una nota di indefinita nostalgia che vive chiunque provando ad amare si accorge dello scorrere della vita e allo stesso tempo avverte che il suo amare si fa indefinito.

E’ un controtempo che invita o dovrebbe invitare a tornare ad amare per quel che è: una infinita carezza dell’anima! Che allontana dall’inverno del nostro scontento.

 

E c’è anche  quell’esistenza che ho definito “ l’oscena epifania della morte per se stessa. La nostra condanna a non saper essere liberi da questa frustrazione profonda chiamata erroneamente vita ove si dimentica che il primo investimento in questa esistenza è l’uomo, cercare di allontanarlo dal suo maledetto delirio di onnipotenza, che distrugge, uccide.

 

Tuttavia, come sempre accade quando si vuole forzare l’amore, si finisce per diventare macchiette di se stessi.

Poiché l’amore è fonte di gioia, benessere, serenità, felicità, non resta che amare e facendolo oltre noi stessi ameremo anche la vita!