La vita di Giovanni Razvan, un’Odissea senza ritorno

Tra la vita e la morte ha realizzato un sogno: quello di vedere la sua storia in un libro. Poco dopo si è spento, una settimana prima del suo compleanno 19. È stata un calvario la vita di Giovanni Razvan, da quando nel 2007, è arrivato in Italia e la famiglia ha trovato una seconda patria, Soriano Calabro. Il libro, La mia giovane vita, un’Odissea senza ritorno, sarà presentato giovedì 15 a Reggio Calabria, al premio “Lilia Gaeta”, in occasione della “Giornata mondiale contro per il cancro”. I funerali saranno svolti occasione oggi pomeriggio a Soriano (martedì 13 febbraio), nella Chiesa matrice di San Martino, alle ore 15.

Giovanni ha atteso di vedere alla luce la sua storia, come in un film. Tra pochi giorni, il 19 febbraio, avrebbe compiuto 27 anni. Tutto era pronto per domenica 18 a Soriano, la sua seconda patria, per festeggiare il suo compleanno insieme a sua madre, il padre, il fratello e i tanti amici che gli hanno voluto bene come un fratello. La straziante storia di Giovanni Razvan è finita, ed è finito anche il suo calvario. Ma sul filo della vita e della morte è riuscito a coronare un sogno: il libro che racconta la sua odissea, da quando è arrivato in Italia e a Soriano dalla Romania, con gli occhi sognanti nello scoprire un nuovo Paese e nuovi paesaggi: “Sono arrivato in Italia nel 2007 con mio fratello e mia madre. Il viaggio lo abbiamo fatto in autobus, in tre giorni, ma ero felice di aver cambiato paese, città, di aver conosciuto altre tradizioni; ma la cosa più importante era, ovviamente, che dopo quel lungo viaggio sarei stato di nuovo accanto a mio padre. Sono stato felice di rivederlo ma mi vergognavo perché non lo vedevo da tanto tempo. L’Italia mi è piaciuta molto da subito, mi sembrava tutto bellissimo. Quando siamo entrati nella cittadina di Soriano sono rimasto incantato dalla piazza con le sue superbe palme e tanta gente per le strade. Per me era una nuova vita ma a mio fratello non piaceva la nostra nuova destinazione. È stata proprio quella prima sera che ho mangiato gli spaghetti con il sugo per la prima volta.”

Adesso il libro è orfano del suo autore. Sarà presentato, come era previsto, domani, 15 febbraio, a Reggio Calabria, nell’ambito del Premio “Lilia Gaeta” organizzato dalla Garante regionale per la Salute Anna Maria Stanganelli, in occasione della “Giornata mondiale contro il cancro”, che si svolge nell’auditorium della Scuola allievi Carabinieri, alle ore 9.30.

Giovanni si è spento l’11 sera, all’ospedale di Lamezia Terme. Un destino impietoso quello vissuto da questo giovane. Solo sprazzi di gioia. Il resto della sua vita un calvario che non è neanche immaginabile, come ha raccontato nella sua autobiografia, “La mia giovane vita, un’Odissea senza ritorno”. Ma il suo corpo martoriato dalle tante malattie e il suo spirito faranno ritorno nella sua città natale, in Romania, Moldova Noua, quando 27 anni fa è venuto alla luce. Restano i tanti perché Giovanni e i tanti come lui, sono costretti a guardare da innocenti in faccia il male e lottano contro inenarrabili sofferenze, fin da piccoli. Le esequie si celebrano oggi, martedì 13 febbraio, alle 15. nella chiesa matrice di Soriano Calabro, alle 15, (Chiesa Matrice, San Martino), la città che lo ha accolto e che adesso si è stretta nel cordoglio, come un figlio prediletto della comunità, dimostrando compassione e tanto affetto alla famiglia.

La storia di Giovanni porta la firma anche di Caterina Patania, la sua psicoterapeuta oncologica, coordinatrice della associazione ACMO “Daniele Vaccaro” di Vibo Valentia. È grazie a lei che Giovanni ha intrapreso, tra la vita e la morte, circa un mese fa, a scrivere la sua autobiografia, trovando risorse inaspettate. E quando ha visto il libro, attraverso una copia unica digitale, preparata dalla Edizioni Grafichéditore di Lamezia Terme, Giovanni ha ritrovato una gioia inattesa, come se avesse realizzato un sogno. lo ha testimoniato Nella Fragale, responsabile editoriale della casa editrice: “Dopo aver saputo che le sue condizione erano molto gravi, abbiamo fatto di tutto per fargli vedere il libro. È stata realizzata una copia unica digitale. Quando gli abbiamo portato il libro in ospedale era così felice che lo ha fatto vedere a tutti i medici e gli infermieri. La sua emozione mi ha particolarmente commossa”, ha infine spiegato la Fragale, “perché ci siamo resi conto che abbiamo realizzato un sogno”.

Il libro aveva rappresentato un figlio inatteso per Giovanni, invece la sorte beffarda gli ha chiuso per sempre gli occhi. Oltre al prezioso contributo di Caterina Patania (e di Nicola Rombolà, curatore dei testi e autore di una introduzione al libro), l’opera si pregia della prefazione della Garante della salute Regione Calabria Anna Maria Stanganelli e di una nota di presentazione del presidente regionale dell’ACMO Aldo Roccelli, l’associazione che ha curato la stampa del libro, corredato da una serie di fotografie che mostrano Giovanni nei diversi momenti della sua sofferta storia.

Neella parte dei ringraziamenti, Giovanni scrive:

“Ringrazio mia madre, sempre accanto, che mi ha accompagnato nella mia sofferenza senza arrendersi mai. Lei è sempre la mia forza e il mio coraggio. Mamma ti ringrazio tutta la vita ed oltre. La dott.ssa Caterina Patania che mi è stata vicina nei momenti difficili
del mio percorso oncologico. Una persona molto brava che mi ha insegnato tante cose.
Sempre disponibile ad ogni mia richiesta di aiuto anche fuori regione. Quando al Rizzoli di bologna ho fatto l’intervento al polmone lei mi è stata vicina per incoraggiarmi.
Ringrazio Lucia il mio sostegno a Bologna, grazie per tutte le attenzioni i numerosi pranzi, cene ed i regali e per avermi fatto sentire in famiglia nella sua famiglia.”