Russia, completati i test in riferimento a un attacco nucleare di ritorsione

Vladimir Putin

Un annuncio che, come si può facilmente intuire, lascia un po’ tutti decisamente sconcertati, anche considerando la portata e rilevanza di tale notizia, a maggior ragione dopo che è arrivato, come riportato su italianinews.com, un vertice epocale, la piattaforma di Crimea, che rappresenta una prima grande dimostrazione di unità, con la presenza di ben 40 nazioni per contrastare quello che si sta verificando in Ucraina.

Stiamo facendo riferimento all’ok definitivo che è stato dato dal Parlamento russo in merito al ritiro della ratifica del trattato globale, che impone un vero e proprio divieto dei test in riferimento all’uso di armi nucleari.

L’esercitazione di un massiccio attacco nucleare

L’esercito russo ha svolto un complesso e massiccio, ma anche strategico test di attacco nucleare in risposta a un’aggressione nucleare nemica. È quanto è stato svelato da parte della Tass. Al contempo, va messo in evidenza come le forze difensive aeree abbiano provveduto all’abbattimento di ben due missili Atacms di marca americana, che sono stati lanciati dal territorio ucraino.

L’esercito ucraino, al contempo, sta provvedendo ad un avanzamento strategico nel territorio di Kherson. È quanto è stato svelato da una serie di video geolocalizzati che sono stati svelati da parte dell’Institute for the Study of War. Al contempo, notizie importanti in tal senso arrivano anche da diversi blogger militari russi, che sono stati citati come fonte da parte di numerosi media ucraini.

Stando alle indiscrezioni che sono state riferite, quindi, c’è stato un test relativo a un missile balistico intercontinentale, chiamato Icbm, Yars, lanciato dal cosmodromo di Plesetsk. Il missile, in base agli obiettivi dell’esercitazione, è finito nel terreno di prova di Kura, in Kamchatka, come è stato messo in evidenza dal Cremlino stesso in un comunicato ufficiale.

Una risposta al pericolo a stelle e strisce

In maniera del tutto contemporanea, un razzo balistico Sineva è finito nel Mare di Barents. In questo caso, ad averlo lanciato è stato un incrociatore sottomarino strategico missilistico che si muove a propulsione nucleare, ovvero il Tula. L’esercito russo ha voluto effettuare un altro test, sempre in riferimento alle proprie capacità di risposta qualora dovesse essere oggetto di un attacco nucleare da parte degli Usa.

Stando a quanto è stato riportato da Ria Novosti, il ministro della Difesa Shoigu ha svelato come, nel corso dell’attività di addestramento, si è provveduto a portare a termine il compito di lanciare un importante attacco nucleare come risposta al “fuoco” nemico. Ed è stato lo stesso numero uno russo Putin a sottolineare come si trattava di un test per capire la risposta nucleare russa rispetto a un potenziale attacco nucleare americano. Tra l’altro, la normativa russa attualmente in vigore rende possibile l’impiego di armi atomiche solo ed esclusivamente in due situazioni, ovvero in caso di aggressione al proprio territorio, oppure nella situazione in cui l’esistenza stessa della nazione è minacciata.

Si rinnovano le tensioni con gli Usa

Sembra proprio che stia tornando in maniera prepotente uno scenario particolarmente delicato e complicato nei rapporti con gli Usa. Il Trattato che aveva di fatto bandito le varie esercitazioni nucleari, che venne adottato nel corso del 1996, ha imposto un divieto di ogni tipo di esplosione nucleare in ogni zona del nostro pianeta. Come si può facilmente intuire, però, a questo trattato non è mai stata data un’attuazione piena. Non manca solamente la ratifica da parte degli Usa, visto che non l’hanno mai data nemmeno altre nazioni come India, Pakistan, ma anche Corea del Nord, Israele, Cina, Egitto e Iran. Putin, dal canto suo, ha sottolineato come continuerà a rispettare il divieto, visto che in realtà la Russia ha adottato il trattato.