La Formula 1 negli Stati Uniti: quali GP sono andati in scena negli USA?

Il rapporto tra Formula 1 e Stati Uniti è da sempre contraddistinto da alti e bassi. Solo alla fine degli anni Cinquanta il GP degli Usa diviene ufficialmente una prova del calendario di Formula 1. Negli anni, l’America dimostra un rapporto alquanto movimentato con il calendario della F1: se ad un certo punto ha ospitato tre gare in un anno, per lunghi periodi non ne ha ospitate affatto. Ma come si è arrivati a questo punto? Ripercorriamolo attraverso la storia dei GP negli Usa.

Watkins Glen, tra gioie e dolori

La prima gara si corre nel 1958 a Riverside, in California. L’anno successivo, il GP si sposta a Sebring, in Florida: da segnalare che a chiudere in testa c’è un 22enne Bruce McLaren, alle prime battute di una storica carriera. Nel 1961 le corse traslocano a Watkins Glen, vicino New York, dove rimarranno per i successivi vent’anni. Sarà proprio la vicinanza con la Grande Mela a donare nuova linfa al Gran Premio statunitense. Alcuni tra i nomi che spiccano nell’albo d’oro del Glen sono piloti leggendari: da Hill a Clark, da McLaren a Fittipaldi fino a Lauda e Villeneuve. Il Glen rievoca anche ricordi tragici: prima Francois Cevért nel 1973, poi Helmuth Koinigg l’anno successivo. Il primo, in particolare, sconvolse gli addetti ai lavori come un astro nascente che non riuscì mai a laurearsi campione del mondo.

Da Long Beach a Las Vegas

L’introduzione del tracciato cittadino di Long Beach cambia il GP degli Stati Uniti. Proprio in California si corre fino al 1983 il Gran Premio degli Stati Uniti Est. Proprio a Long Beach, nel 1977, Mario Andretti mette a segno l’unica vittoria di un pilota a stelle e strisce nel Gran Premio casalingo. Watkins Glen International passa il testimone nel 1980 a Detroit, in calendario dal 1982 al 1988. È in questi anni, anche grazie al lavoro di Bernie Ecclestone, che i Gran Premi debuttano a Las Vegas, tra il 1981 e il 1982, e a Dallas nel 1984. Gli italiani ricordano bene quegli anni, quando Michele Alboreto diviene l’unico pilota italiano a trionfare su suolo americano. Quest’anno, poi, l’analisi di Betway Insider indica che i prezzi dei biglietti di Las Vegas saliranno fino a più di 10.000€. C’è un hype pazzesco intorno ad un GP sostanzialmente nuovo che potrebbe influenzare anche le statistiche legate alle scommesse per la F1.

Da Ayrton Senna alla storia recente

A Detroit, durante la metà degli anni Ottanta, è Ayrton Senna a sfrecciare più veloce di tutti. Il pilota brasiliano vince nel 1986 e nel 1987 con la Lotus e nel 1988 con la McLaren. Poi nel 1989 la Formula 1 abbandona la capitale del Michigan e si sposta ancora. A Phoenix la musica non cambia: The Magic si impone in due edizioni su tre, cedendo il passo al rivale Alain Prost solo nel 1989. Dopodiché, il Gran Premio degli Stati Uniti si prende una lunga pausa di circa un decennio. La Formula 1 tornerà in America soltanto nel nuovo millennio. La storia recente è cosa nota: abbandonata Indianapolis, la nuova casa della Formula 1 negli Usa diventa Austin, nel Texas. Poi si aggiungono Miami e il grande ritorno a Las Vegas. Una popolarità, quella per lo sport automobilistico, tornata alla ribalta anche grazie alla serie Netflix “Drive to Survive”, capace di dare nuovo smalto alle competizioni agli occhi dei fan americani. Con l’obiettivo di rendere uno degli sport più importanti del mondo ancora più grande.