Il futuro del CBD in Italia: un mercato in continua espansione

cannabis

L’uso della cannabis in Italia, come in tutto il resto del mondo, sembra essere diventato sempre meno un tabù grazie all’espansione del mercato del CBD alimentato anche da un lento ma progressivo adeguamento delle norme nazionali e dall’aumento sempre crescente di e-commerce specializzati nella vendita di semi femminizzati.

Nel 2020, il settore della cannabis sembra avere generato miliardi di dollari a livello mondiale con un netto aumento rispetto l’anno precedente. Un giro di affari che sembra essere proiettato verso un futuro in continua espansione, generando un possibile aumento di posti di lavoro e sottraendo una buona fetta di mercato alla criminalità organizzata.

Com’è cresciuto il mercato online del CBD?

Il vero e proprio boom del mercato del CBD sembra essere arrivato durante i mesi difficoltosi di lockdown, facilitato dalle restrizioni di alcuni Paesi che hanno consentito la vendita online e le consegne a domicilio di semi femminizzati autofiorenti, da utilizzare come possibile rimedio naturale per aiutare a superare stati di ansia e stress.

Parte di questo successo dell’aumento delle vendite online sembra essere anche legato a una sorta di processo di normalizzazione che sta investendo la cannabis, oggetto sempre di dibattiti dentro le aule dei Palazzi del Governo italiano, che si trova alle prese con la realizzazione di una normativa che ne possa regolamentate la vendita anche nel nostro Paese.

Situazione normativa sulla coltivazione di CBD in Italia

Nel nostro Paese la cannabis è in commercio dal 2017, dall’entrata in vigore della Legge 242/2016. In questi anni l’erba legale, anche conosciuta come Cannabis Light,sembra avere innescato un enorme giro di affari che secondo gli esperti sarà in continua crescita anche nei prossimi anni. La filiera della canapa era già presente in Italia prima ancora che venisse iscritta nel registro degli stupefacenti.

Si coltivava canapa per ottenere la fibra tessile,mangime per animali, cosmetici, alimenti come l’olio di semi di cannabis, ricco di omega-3. Dal 2016, però, i terreni coltivati a canapa sono moltiplicati e gli investimenti per le nuove colture hanno coinvolto diverse regioni italiane come Sardegna, Puglia, Basilicata e Sicilia nel sud Italia, e Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia nel nord.

Il commercio del CBD è un settore che coinvolge tanti lavoratori e nonostante le difficoltà degli ultimi periodi, l’impatto occupazionale nel settore del CBD italiano sembra continuare ad essere sempre in salita, secondo le previsioni degli esperti. Per quanto la cannabis light possa essere considerata legaleper usi tecnici, in Italia purtroppo manca ancora una norma chiara in merito alla sua commercializzazione.

Il nostro Paese è la terra per eccellenza delle produzioni agricole, terre fertili baciate dal sole, dall’acqua con aria buona ed è un vero peccato non poterne approfittare. A differenza del THC, il CBD non sembra essere psicoattivo e quindi, ricco di possibili proprietà benefiche che di anno in anno suscitano sempre più interesse da parte della comunità medica e scientifica che ne studia tutte le caratteristiche.

Un altro dato evidenziato dagli esperti è quello legato alla diminuzione del quantitativo di piante coltivate in modo illegale. Realizzando un’attenta e precisa regolamentazione, potrebbe essere possibile riuscire a contrastare il narcotraffico e i sequestri di marijuana illegale. In questo modo, si potrebbe anche pensare di puntare a una possibile diminuzione della criminalità, tutelare i minori e ottenere un ricavo economico che sia controllato dalla Stato e più sicuro.