Ubs acquisisce Credit Suisse: c’è l’intesa

economia - ph pexels

È stata siglata l’intesa per l’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. Rivista al rialzo a più di 2 miliardi di dollari l’offerta di acquisto. A riferirlo è il Financial Times. Ubs aveva offerto un miliardo di dollari, cifra insufficiente per Credit Suisse che temeva di danneggiare gli azionisti e i dipendenti. “Con l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS – hanno detto la centrale svizzera banca e altre autorità – , una soluzione è stata trovata per garantire la stabilità finanziaria e proteggere l’economia svizzera in questa situazione eccezionale”.

La Banca centrale svizzera concederà a Ubs sino a 100 miliardi di franchi svizzeri di liquidità a Ubs per sostenere la sua acquisizione di Credit Suisse. È quanto si legge in una nota della Banca Centrale Svizzera che conferma le indiscrezioni. L’operazione di acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs – evidenzia l’Autorità – “avviene in stretto coordinamento con la Finma, la Confederazione e la Bns. Il sostegno straordinario da parte dello Stato comporta un azzeramento integrale del valore nominale di tutte le obbligazioni AT1 di Credit Suisse per un importo pari a circa 16 miliardi di franchi e pertanto un incremento dei fondi propri di base. La banca risultante dall’operazione di fusione presenta dimensioni più grandi. L’attuale regolamentazione prevede al riguardo cuscinetti di capitale più stringenti. La Finma concederà consoni termini transitori per la relativa costituzione”.

Ubs dovrebbe pagare 0,50 franchi per azione, contro una chiusura in Borsa che venerdì scorsa era di 1,86 franchi. L’accordo dovrebbe essere firmato prima dell’apertura dei mercati asiatici, secondo il quotidiano britannico. Ubs (colosso svizzero da 60 miliardi di franchi svizzeri di capitalizzazione) era stato il “rivale” di Credit Suisse. Con la fusione le prime due banche svizzere, le cui sedi si trovano l’una di fronte all’altra nella centrale Paradeplatz di Zurigo, pongono fine ad anni di antagonismo per dare inizio ad un nuovo percorso.

Rimane il nodo dei 10 mila posti di lavoro a rischio con la fusione delle due banche. Il sindacato svizzero dei bancari ha chiesto la partecipazione delle parti sociali alle discussioni riguardanti Credit Suisse. L’Associazione svizzera degli impiegati di banca (Aseb) invoca una task force che affronti i problemi dei “posti di lavoro a rischio”. “Nessuna decisione dovrebbe essere presa prima che le parti sociali siano coinvolte nelle discussioni” sostiene il sindacato. “Per i circa 17.000 dipendenti del Credit Suisse in Svizzera, la posta in gioco è enorme”, ha dichiarato l’Aseb. Il sindacato sottolinea la necessità di adottare misure per attenuare le “drammatiche” conseguenze sull’occupazione.