Catania : Microblading o dermografo?

La parola d’ordine dei tempi moderni è essere bellissimi senza soffrire. Un po’ l’opposto dell’antico motto delle nonne che invece invitava chi vuol essere bello ad accettare un po’ di dolore. Oggi si ricorre a metodi definitivi per avere un viso perfettamente curato, cancellando del tutto pinzette e cerette! E una delle ultime frontiere della cura estetica è quella del trattamento sopracciglia. Basta inestetismi, cicatrici, punti vuoti o sfoltiti … anche le sopracciglia devono avere una dignità! E allora si possono letteralmente disegnare. Con un colore permanente, o direttamente con il tatuaggio. Un tatuaggio che si esegue o con dermografo o con la tecnica del microblading, scopriamo tutto con Ambra Vicari

 

Sopracciglia, meglio il trucco o il tatuaggio?

 Qualche anno fa è iniziata l’era delle sopracciglia perfette. Si poteva ottenere lo stesso risultato di ore di pinzetta con un trucco “permanente”, assolutamente indolore. Ciò consisteva nel disegnare la linea delle sopracciglia e i vuoti tra i peli con una matita di colore indelebile. In realtà il colore andava via, man mano che la pelle vecchia cadeva, ma occorrevano settimane. E il risultato era un sopracciglio perfetto. Ma la linea disegnata era ancora troppo evidente.

Con il tatuaggio questo “trucco” è diventato meno visibile. Si riempie o si disegna comunque la parte vuota del sopracciglio, ma lo si fa con una incisione sottopelle. Il colore quindi dura molto più a lungo e un minimo di fastidio vale il risultato. Tra l’altro il tatuaggio può avere anche un aspetto quasi uguale a un sopracciglio vero, cioè con i peli riprodotti uno per uno. Questa è la tecnica del microblading che si alterna, o si oppone, a quella con dermografo.

Microblading o dermografo, guida alla scelta

Sia il microblading che il tatuaggio dermografo sono validi trattamenti estetici per la bellezza delle sopracciglia. Quel che cambia è la tecnica con cui si eseguono e la resa finale. Il microblading si esegue con un attrezzo simile a una penna alla cui estremità si aggancia una micro lama. Dopo aver inciso la pelle, esattamente come il tatuaggio normale, si passa il pigmento sull’epidermide. La forma della lama consente di creare una linea molto simile a un vero pelo. Il tatuatore così riproduce letteralmente decine di finti peli che però, a distanza, sembrano assolutamente autentici. Il risultato del ritocco è quasi identico alla realtà.

Il dermografo crea anche esso un tatuaggio. L’attrezzo però monta dei veri e propri micro aghi, come quelli che si usano per disegnare tatuaggi classici sulla pelle. L’ago crea quindi una miriade di puntini che nell’insieme formano il colore a riempimento dello spazio vuoto. Risultato ottimo, ma se si osserva la persona da vicino si vedrà che si tratta di qualcosa di finto perché non si vedranno mini peli ma una unica striscia di colore.

Fermo restando che entrambi sono ottimi e che ciascuno deve scegliere quello che preferisce, il microblading è un procedimento più adatto alle pelli secche, con meno effetti collaterali e durata maggiore. Il dermografo invece va bene per tutti, ma un po’ meno per chi tende ad avere pelle secca o irritabile. Entrambe le tecniche sono sconsigliate a persone con allergie della pelle, ipersensibilità, problemi di psoriasi, rosacea, diabete o patologie del fegato.