Sempre più italiani rinunciano alle Cure Mediche e alla Prevenzione

I dati indicano una tendenza preoccupante: meno italiani si affidano alle cure mediche e alla prevenzione. A sostenerlo è l’ISTAT, che nel suo ultimo rapporto annuale va ad approfondire anche lo stato di salute della popolazione e la possibilità di accesso alle cure mediche.

Dal rapporto si evince chiaramente che oltre 2 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a cure mediche indifferibili, quindi prestazioni sanitarie di primaria importanza. A questi dati vanno aggiunti quelli sul calo dell’accesso alle prestazioni ambulatoriali, pari al 20% circa del totale (parliamo di un calo di 150 milioni di prestazioni in meno in un solo anno).

Una parte di questo calo è sicuramente da attribuire all’epidemia da Covid-19, che ha imposto la chiusura di alcuni reparti e di alcuni ambulatori per poter destinare maggiori spazi e risorse ai malati di coronavirus, oltre al timore dei pazienti di contrarre il virus in ospedale.

Dall’altra parte, però, nonostante vi fossero strutture private pronte ad erogare parte di queste prestazioni, tanti cittadini hanno desistito e tra sicuramente i titolari di attività, i cosidetto popolo delle Partite IVA,, che si sono trovati in una pesante fase di incertezza economica, che i ristori previsti dal governo non sono riusciti a colmare.

L’incertezza economica, quindi, ha pesantemente influito sulla salute di buona parte della popolazione, soprattutto sul fronte delle prestazioni sanitarie a scopo preventivo. Tante famiglie hanno quindi rinviato visite di controllo, analisi mediche e visite specialistiche perché troppo costose. Chi, invece, in questo periodo ha avuto gravi problemi di salute ed ha dovuto far ricorso necessariamente alle cure mediche, si è trovato in condizioni economiche difficili, con un numero crescente di cittadini costretti ad indebitarsi per potersi curare.

La pandemia, quindi, ci ha insegnato che il Servizio Sanitario Nazionale non sempre è in grado di garantire a tutti i cittadini tutte le prestazioni sanitarie di cui hanno realmente bisogno, e che il ricorso alla Sanità privata è un’opzione percorribile solo per chi ha ampie disponibilità economiche o a chi ha sottoscritto una copertura sanitaria integrativa.

Le polizze sanitarie integrative, infatti, sono una soluzione di facile accesso a tutte le famiglie e possono garantire la continuità delle prestazioni sanitarie anche nei periodi di difficoltà economica.

Come spiegano gli esperti di www.saluteprevidenza.it, portale specializzato nella comparazione delle migliori assicurazioni sanitarie italiane, in questo scenario di incertezza si sono distinte le Società di Mutuo Soccorso, anche conosciute come Mutue Assicurazioni.

Le Società di Mutuo Soccorso (SMM), infatti, hanno garantito il supporto sanitario ai loro soci anche in tempo di pandemia, riuscendo a garantire le prestazioni sanitarie anche alle famiglie che si sono trovate in forte disagio economico.

Questo tipo di assicurazioni si distingue dalle compagnie “tradizionali” in quanto sono strutturate in forma di cooperativa, in cui tutti i partecipanti (soci) contribuiscono al solo scopo di coprire le spese sanitarie di tutti gli aderenti, senza perseguire alcuno scopo di lucro, che è invece il principale obiettivo delle compagnie “tradizionali”.

Inoltre, sottoscrivendo una polizza sanitaria integrativa con una mutua assicurazione, solo il socio può decidere di interrompere il contratto, per cui sarà tutelato anche quando le sue condizioni si aggraveranno o avrà semplicemente bisogno di maggiore assistenza. In conclusione, quindi, chi ha necessità di ricorrere spesso a prestazioni mediche specialistiche o di fare prevenzione con esami diagnostici frequenti, dovrebbe valutare di sottoscrivere un piano sanitario integrativo, che possa mettere al sicuro la salute di tutta la famiglia anche in periodi di difficoltà economiche.