Il fallimento della politica e delle politiche

Il fallimento della politica e delle politiche

Di Vincenzo Calafiore

5 Febbraio 2022 Udine

“ ….. Bisogna conoscerla e amarla

per pretenderla, la : dignità!  “

E’ questo un argomento da me trattato negli anni non so quante volte, e a malincuore allo stesso tempo ho potuto personalmente constatare che è stato inutile perfino deludente; quanto ho scritto, non è servito a niente. Ugualmente si continua in tutta libertà, questa, a levarla e offenderla, peggio ancora opprimerla.

 La libertà e la dignità vanno di pari passo, non può esistere l’una se viene a mancare l’altra, sono complementari, inseparabili.

Ci pareva, in quegli anni, quando ebbe inizio questa pandemia, che il niente pieno di morte, in cui da diversi anni ormai ci aggiriamo, come zombi, avesse trovato il suo centro solido, un nucleo di condensazione: uno Stato, non Stato, contro.

Non è stato in grado di gestire e affrontare una improvvisa situazione cui non si era preparati per negligenza e trascuratezza e si è proceduto come purtroppo è accaduto: improvvisando!

Questa è la chiave di tutta la matassa Covid: improvvisazione!

C’è un detto tutto meridionale che così recita: “ Comandare è meglio che fottere “ e purtroppo la rispecchia tutta nella sua interità fallimentare.

Senza vergogna alcuna!

Ma è la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci ha sommersi dopo le umilianti privazioni, dopo gli infiniti limiti, stop …. Alle limitate libertà personali, alle levate dignità di un popolo intero; e ogni volta ci è toccato assistere allo spettacolo dell’indecenza, in televisione dove virologi noti e famosi contro i meno noti, nei lunghi e nauseanti dibattiti sul “ niente “.

Abbiamo assistito agli odiosi scandali del furto ai danni di tutti noi, abbiamo assistito inermi e confusi alle conseguenze nella scuola con la famigerata Dad, i banchi a rotelle, scandali delle mascherine.

Uno Stato che ha permesso che ciò accadesse impunemente, non sarebbe degno di esistere.

Ci è toccato assistere e sottostare a un continuo oltraggio alla libertà e dignità:

la vergogna che la classe politica non ha mai conosciuto, cioè, quella che il giusto prova per una colpa commessa da altrui, e gli duole la coscienza nel sentirla ormai come una cosa normale introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose esistenti, e che la sua buona volontà di popolo sia stata nulla, che non abbia valso a sua difesa.

Così fino a oggi, e ancora oggi non è suonata l’ora della libertà, questo tempo che ci riempì gli animi di niente ci ha spalmato addosso quel gran senso di pudore mancato, per cui avremmo dovuto lavare l’intera coscienza di un popolo, politica compresa, e le nostre memorie della bruttura che su noi ancora giacciono.

Poiché degl’anni sono passati per ritrovarci nelle stesse condizioni; senza il coraggio di chiamare coloro che in successione come onde catastrofiche si sono dilettate a eseguire i famigerati “ tagli “ alla Sanità. Senza il coraggio di processare perché incompetenti o per ordine di partito coloro che hanno chiuso inspiegabilmente efficienti Ospedali.

E’ mancato il coraggio di una adeguata condanna …. Però se un pensionato ruba per mangiare, questo lo si condanna ….lo Stato si fa sentire, lui c’è!

Ed è questo l’assurdo privilegio del Popolo Italiano, nessuno meglio di noi ha potuto cogliere la natura insanabile dell’offesa alla libertà e dignità, che dilaga come un contagio peggio del Covid.

E’ stato stupido pensare che la giustizia umana la estinguesse in qualche maniera un’onta così grave; e il non aver fatto giustizia è un atto criminoso dalle pesanti conseguenze, è una fonte del male che spezza la volontà e l’anima di chi purtroppo ancora crede nei sacrosanti valori della libertà e della dignità.

Risale come infamia su quei personaggi  che in nome della scienza ancor oggi continuano a levare libertà e dignità; si perpetua come odioso rancore nel popolo stanco di balzelli, e pullula in infinite maniere diverse, contro la stessa volontà di tutti come sete di giustizia, come cedimento, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.

Queste cose, allora mal gestite, mal distinte, e avvertite dai più come un’improvvisa ondata di follia, accompagneranno i giorni della nostra liberazione: lo Stato metta fine a questo scempio classificando questa pandemia come una normale influenza invernale!