Svolta. Dopo la Lombardia anche il Piemonte conteggerà separatamente chi ha sintomi respiratori e chi è in reparto per altre patologie

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Il fronte dei governatori del centrodestra spinge verso il fine pandemia. L’Italia rischia di rimanere ostaggio della “pandemia burocratica” denuncia Giovanni Toti, governatore ligure. Così prima la Lombardia e ora anche il Piemonte cambiano il conteggio dei malati Covid negli ospedali. Chi ha sintomi respiratori ed è positivo sarà distinto da chi è entrato in reparto per altre patologie come interventi ortopedici o altri tipi di malattie ed è risultato positivo ad un tampone molecolare o antigenico. Se il ministero della Salute prendesse atto della novità scenderebbero i tassi di occupazione degli ospedali e sarebbero più difficili i cambi di colore. La pandemia “andrebbe a sgonfiarsi” e sarebbero più difficili i cambi di colore.

L’Unità di Crisi del Piemonte per l’emergenza Covid ha diramato una circolare alle aziende sanitarie regionali e alle strutture private con i nuovi criteri. Per definire un paziente affetto da malattia Covid non basterà più un tampone positivo, ma a questo dovranno associarsi sintomatologia e diagnostica compatibili con la malattia stessa. “La Regione Piemonte naturalmente – spiegano il presidente Cirio e l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi – continuerà a trasmettere i dati sulla occupazione ospedaliera in base alle norme ministeriali vigenti”, quindi considerando tutti i positivi, “tuttavia l’Unità di crisi ha chiesto alle aziende sanitarie del territorio una ricognizione settimanale” per distinguere chi è in ospedale “per Covid” e chi “con Covid”.

Questo non modificherebbe i criteri di isolamento. Infatti se i pazienti ricoverati per altra patologia si positivizzassero senza presentare i sintomi Covid sarebbero in ogni caso “isolati secondo le vigenti norme”. “Semplicemente – chiede la circolare piemontese – non dovrebbero essere conteggiati come malati Covid”.