Misano. Una banale lite tra vicini finisce in tragedia: Edi Žegarac uccide Nicola Donadio

Un grave fatto di sangue si è consumato a Misano (Rimini). Un banale litigio tra vicini è finito in tragedia. Nicola Donadio, 50 anni, separato, padre di quattro figli, originario di Potenza ma da tempo in Emilia Romagna, dipendente di un’azienda fornitrice di Hera, è stato ucciso fuori dalla sua abitazione. Ad aggredirlo e assassinarlo è stato Edi Žegarac, 54 anni, cittadino italiano di origine slovena, che lo ha colpito più volte in testa con un bilanciere da palestra.

Edi Žegarac, che risiede in una roulotte proprio accanto al container di Nicola Donadio, è stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della compagnia di Riccione, guidati dal capitano Luca Colombari, e della stazione di Misano, richiamati sul posto da un vicino di casa, che aveva sentito la vittima urlare. È indagato per omicidio ed ha confessato il delitto ai militari.

Tra i due non correva buon sangue ed erano ai ferri corti: colpa, sembrerebbe, di una vecchia lite per una fioriera al confine delle due proprietà. Quella che all’apparenza pareva una disputa banale nel corso dei mesi aveva acuito le tensione tra i due vicini di casa. Tanto che a un certo punto Donadio, dopo essere stato spintonato ed essere caduto a terra riportando lesioni guaribili in tre giorni, avrebbe deciso di querelare il vicino.

Nei giorni scorsi quest’ultimo era stato raggiunto da una notifica del tribunale di Rimini, con la quale lo si informava dell’inizio del procedimento giudiziario a suo carico. Sperava di potere avere un chiarimento, e di convincere il vicino a ritirare la denuncia. Così, ha riferito ai carabinieri, sapendo che sarebbe tornato dal lavoro, si era seduto fuori dalla casetta mobile, e lo aveva aspettato. Con sé aveva portato un bilanciere, temendo una reazione violenta. Non è chiaro se tra i due a quel punto sia scoppiata l’ennesima discussione. Žegarac, accecato dalla rabbia, ha sollevato l’attrezzo da palestra e lo ha usato per colpire in testa il rivale.

Quest’ultimo , all’arrivo dei Carabinieri, era riverso in una pozza di sangue, ancora vivo. I militari hanno tentato in tutti i modi di salvarlo eseguendo delle manovre di rianimazione, ma le ferite inferte non gli hanno lasciato scampo.