Mercato azionario: quali opportunità oggi con gli investimenti in etf?

Il mercato azionario a livello globale sta attraversando di sicuro un buon momento e Wall Street, come spesso accade, è pronta ad inaugurare l’ultima fase del trimestre sugli scudi; tuttavia un dubbio scuote la tranquillità di investitori e addetti ai lavori e riguarda la concreta possibilità che in quest’occasione il tradizionale rally di fine anno sia stato anticipato proprio dall’allungo degli ultimi due mesi. Naturalmente tale circostanza implicherebbe una situazione di stallo sugli indici internazionali, se non addirittura l’inizio di un approfondimento ribassista. È proprio in contingenze di questo tipo che il risparmiatore deve alzare la soglia di attenzione e ridurre al minimo il rischio specifico della propria asset allocation, attuando un’opportuna diversificazione. Il modo più funzionale ed economico per differenziare il portafoglio è rappresentato dall’allocazione in fondi comuni di investimento.

Principali caratteristiche di un etf

Il fondo comune è uno strumento finanziario che attua la gestione a monte di un insieme di quote di pertinenza dei vari sottoscrittori: si tratta di una struttura che permette una corretta diversificazione anche a chi sia sprovvisto di capitali elevati. Anche se in passato i veicoli attivi erano i più diffusi, con il trascorrere del tempo gli omologhi passivi hanno iniziato a raccogliere le preferenze dei risparmiatori.

Difatti oggi investire in etf è sinonimo di trasparenza e di sostenibilità dei costi, in quanto gli Exchange Traded Funds-questo il significato dell’acronimo-, replicando pedissequamente un benchmark, non possono sottoperformare il paniere di riferimento.

Fondi comuni: differenza tra gestione attiva e passiva

Gli Exchange Traded Funds possono replicare un indice o un settore azionario, oppure ripropongono l’andamento di un paniere obbligazionario, o ancora sintetizzano l’andamento del prezzo di un pool di azioni che investe nelle materie prime; naturalmente la commissione di gestione richiesta al risparmiatore varia in base alle asset class identificate dal benchmark sottostante.

La differenza più importante tra fondi attivi e passivi risiede nell’esposizione del NAVNet Asset Value– cioè il valore giornaliero di una quota: mentre i primi registrano esclusivamente la chiusura di una sessione daily, i secondi, come suggerito dal nome, quotano in contrattazione continua su uno specifico segmento di mercato.

Etf: quali canali operativi scegliere

Acquistare un etf è molto semplice: è sufficiente aprire un deposito titoli, da collegare al conto corrente di corrispondenza, per negoziare i vari benchmark che gli emittenti mettono a disposizione dei risparmiatori: coloro che hanno sottoscritto i servizi telematici della Banca di riferimento, possono addirittura disporre gli ordini attraverso la home banking personale.

Tuttavia un canale alternativo, che suscita parecchio interesse fra gli investitori, è rappresentato dall’operatività dei broker online: tali intermediari, infatti, consentono la compravendita di etf con piattaforme di trading gratuite ed altamente tecnologiche, ideali per gestire al meglio le posizioni a mercato. Fra le varie realtà del settore, eToro è una delle società che mette a disposizione dei propri utenti un catalogo di benchmark estremamente ricco di temi di investimento, molto diversificato in asset class, aree geografiche e settori di appartenenza.

Etf: il rischio emittente della replica sintetica

La richiesta di emissione di nuovi fondi passivi, dovuta all’enorme versatilità dello strumento, è un fenomeno in forte crescita: è eclatante, ad esempio, il dato apparso recentemente su un noto organo di stampa, riguardante un particolare record stabilito da Ubs AM. L’Asset Management elvetico con i suoi eft, infatti, ha superato i 100 miliardi di dollari, una soglia che in pochi possono vantare a livello globale. Tale forte domanda contribuisce oggi all’approdo sul mercato di molti prodotti a replica sintetica anziché a replica fisica, aggiungendo di fatto una buona dose di rischio emittente nei portafogli dei risparmiatori che utilizzano questa tipologia di fondi.