La Brexit vacilla sotto i colpi dell’emergenza benzina

Boris Johnson

A medio lungo termine quali sono gli effetti della Brexit? Difficile fare una previsione certa, più facile sperimentarlo in presa diretta. L’emergenza benzina è “drammatica” e fa vacillare anche coloro che hanno sostenuto la Brexit senza se e senza ma. L’emergenza benzina ha prodotto lunghe code di automobilisti a quasi tutte le stazioni di servizio aperte. Il Governo di Londra ha dovuto correre ai ripari.

Come? Derogando alla Brexit! Infatti il premier Boris Johnson ha dato l’ok a concedere visti temporanei per consentire a 5 mila camionisti stranieri di lavorare in Gran Bretagna e arginare il problema. Le raffinerie hanno carburante a sufficienza, mancano però gli autotrasportatori che portino diesel e benzina alle stazioni di servizio. La Road Haulage Association e altre associazioni di settore avevano chiesto molto tempo fa di poter reclutare lavoratori dall’Unione Europea per fronteggiare alla carenza di 100 mila camionisti.

Il Governo aveva rifiutato la richiesta, ordinando invece alle società del settore di reclutare e addestrare camionisti britannici. Basta affidarsi a personale straniero, altrimenti non sarebbe Brexit. La libertà di circolazione è finita con l’uscita dalla Ue.

L’idea della Brexit ha cozzato con la realtà. Gli inglesi hanno ignorato gli appelli del Governo a non farsi prendere dal panico e non hanno creduto alle assicurazioni dei ministri che la situazione sarà risolta in breve tempo. Viste le code “senza precedenti”, centinaia di benzinai hanno vietato agli automobilisti di fare il pieno, imponendo un tetto di 15 o 30 sterline ai rifornimenti.

Johnson in modo molto pragmatico ha corretto la rotta. L’unica soluzione è fare tornare i camionisti europei. Downing Street precisa che si tratta di una misura temporanea ma difficile credere che sia così…BoJo proverà ad incentivare gli inglesi: più esami di abilitazione, percorso accelerato per la patente di camionista e più ore consentite alla guida. Ma non ci sono soluzioni immediate, secondo Logistics UK, perché ci vogliono all’incirca 9 mesi di addestramento per un camionista. Un altro e più fondamentale problema è che non ci sono abbastanza cittadini britannici disposti a fare l’autista di Tir.

C’è stato un precedente. Gli agricoltori britannici avevano avvertito che senza lavoratori europei i loro asparagi, le loro fragole e altre coltivazioni pregiate sarebbero marcite nei campi perché non c’era nessuno a raccoglierle. Le autorità hanno lanciato la campagna “Pick for Britain” per convincere cittadini britannici ad andare nei campi a “raccogliere per la patria”. Hanno risposto all’appello in meno di 8 mila, un decimo delle unità necessarie. La campagna è stata sospesa, e il Governo è stato costretto ad autorizzare la concessione di 30 mila visti stagionali (il triplo dell’anno precedente) per importare manodopera dalla Ue.

Lo scorso anno sono atterrati a Stansted decine di voli charter in arrivo da Bucarest, carichi di raccoglitori romeni, trasportati direttamente sui campi, ospitati in loco e riportati al volo di ritorno per la Romania appena completata l’opera. Proroghe del protocollo irlandese, ulteriore rinvio dei controlli sulle merci in arrivo dalla Ue, visti temporanei o stagionali per i lavoratori. La Brexit fondata su “take back control” sta miseramente fallendo.