Il latte bresciano è assolutamente libero da presenze di sostanze antibiotiche

La ricerca scientifica certifica che il latte bresciano è assolutamente libero da presenze di sostanze antibiotiche. “I dati della ricerca sul latte prodotto nel territorio della provincia di Brescia dicono che è assolutamente sicuro. Lo certificano i dati di una ricerca scientifica che ha analizzato in maniera approfondita il prodotto presente nelle cisterne della provincia bresciana”. Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi di Regione Lombardia, Fabio Rolfi, intervenendo alla presentazione alla stampa della ‘Ricerca di residui principi attivi nel latte di massa – Una attività di monitoraggio delle sostanze antibiotiche nel latte conferito dalle aziende bresciane ai produttori’.

Si tratta di un lavoro condotto dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna (IZSLER) e l’Ats Brescia. “Il lavoro fatto dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna e dall’Ats Brescia – ha aggiunto l’assessore – dimostra che le fakenews sulla zootecnia possono essere smontate. Dando, contestualmente, al cittadino-consumatore, garanzie e certezze per i suoi acquisti”.

“La ricerca conferma la grande capacità e professionalità dell’Istituto e dell’Ats – ha detto l’assessore – già vista anche durante il periodo Covid, specie nelle fasi iniziali del tracciamento. Un lavoro prezioso per l’intero comparto zootecnico. L’Istituto è, infatti, un patrimonio non solo lombardo, ma del Paese intero”. “Questa ricerca – ha sottolineato Rolfi – l’ho trovata subito importante e interessante, per il comparto zootecnico. Anche perché la moderna agricoltura, sostenibile e innovativa, non ha niente da nascondere e deve supportare ogni tipo di ricerca”.

“Bisogna ricordare – ha ricordato l’assessore lombardo – che la ricerca sul benessere animale ha consentito di ridurre l’uso dei farmaci. Purtroppo, però, in un una vulgata mediatica e politica, si tende a rappresentare la zootecnia come se fosse quella di cinquant’anni fa. Invece la zootecnia è oggi decisamente diversa. Siamo davanti a un mondo molto attento al benessere animale e al livello del prodotto finale. Questo perché usa meno farmaci e si impegna, ogni giorno, con un duro lavoro, a garantire più qualità al consumatore”. “E non dimentichiamo – ha continuato – che il consumatore pure è cambiato. E che, dopo il Covid, sarà ancora più attento alla componente salutistica nei suoi acquisti alimentari”.

“La condizione dei nostri allevamenti è gestita con attenzione al benessere animale e il latte delle aziende bresciane è assolutamente sicuro. Questo va scritto e detto a chiare lettere. Perché questa ricerca che analizza la presenza di composti farmaceutici, praticamente non ne trova anche con un’analisi decisamente approfondita. Registrando valori compresi tra i 2 e i 10 µg/kg, ovvero valori decisamente inferiori, anche di 100 volte, al limite di legge”.

Nella ricerca si è analizzata la presenza, e quindi l’uso, di una sessantina di antibiotici, come Beta-Lattamici, Amfeniceli, Chinoloci, Macrolidi, Pleuromutiline, Sulfamidici, Tetracicline, Rifaximina, Lincomicina e Trimetroprim. Con gli allevatori bresciani promossi visto il basso uso delle sostanze antibiotiche rilevato dalle analisi della ricerca scientifica realizzata.

“Amplieremo questo tipo di analisi – ha annunciato l’assessore – anche alla carne rossa e alle uova a tutela del consumatore, ma anche a dimostrazione dell’attenzione e professionalità dei nostri produttori e allevatori”.

“Siamo nell’epoca della blockchain – ha concluso l’assessore Fabio Rolfi – e questi dati devono essere messi a disposizione dell’intera comunità scientifica. Perché possono aiutare a smontare diverse fakenews sul latte e sulla zootecnia nonché aiutare i consumatori nella loro scelta di acquisto”.