Casali del Manco (CS). Erminia Barca e la sua ‘Perla’: “Le parole di mia madre”…! Un libro non di soli ricordi. Tra storici eventi, episodi e curiosità, emerge il ritratto di una Società umanizzante e viva!

Le parole di mia madre” ! E’ il nuovo, e atteso, impegno letterario di Erminia Barca, un libro edito da ‘ilfilorosso’nella  celeberrima collana Novellando. Un lavoro molto apprezzato, per la sua indiscussa valenza e struttura ( tra episodi storici, ricordi e documenti di famiglia, originali  e coinvolgenti narrazioni) dagli estimatori e dagli ambienti culturali bruzi e calabresi, dove l’Autrice, da tempo, è  accreditata e stimata per il suo appassionato apporto e forbito contributo , anche quale Critica letteraria. 

La Prof.ssa Erminia BARCA, autrice del libro:”Le parole di mia madre”.

Un’opera ‘peculiare’ – certamente – perché sulla solida trama di ricordi, intrisi e pregnanti di profondi affetti filiali e di un’umanità viva, mai scalfite dall’oblio e dall’indifferenza, si stagliano altri contesti e scenari diversi. Un ‘osservatorio privilegiato’, dunque, che la scrittrice rivendica quale ‘campo d’osservazione ideale’ dove puntare i riflettori con l’intento di orientare la luce meritoria verso i suoi antenati e di quelli della famiglia diretta, ma inserendoli in un quadro di rappresentazioni più  ampio e ben descritto. 

A parte  ‘prologo’, ‘epilogo’ e ‘postafazione’ , sono ben 15 i capitoli del Libro che sono  stati vergati  con uno stile preciso, immediato, asciutto in una dinamica descrittiva che, per i premurosi utenti, costituiscono immediata fonte di emozionanti ‘affreschi di ricordi’, piacevoli a ‘conquistarli’ con l’avidità della conoscenza, attraverso un approccio di lettura che si rivela scorrevole e oltremodo gradevole.

La copertina del libro di Erminia BARCA, edito da ‘ilfilorosso’.

L’Autrice, nel suo pregevole lavoro, sintetizza e rimanda all’attenzione dell’oggi usi, costumi, tradizioni, detti, abitudini di tempi diversi da quelli che si condensano nell’attualità. Ne descrive con piglio molecolare la graduale ed irreversibile metamorfosi di un modello di Società fortemente radicata alle proprie identità storiche ed agli amati ambienti vallivi e montani, fonti irrinunciabili delle preziose e vitali messe. 

Pone l’interrogativo e tiene a sottolineare che questo ‘bagaglio storico prezioso’ (riconducibile ad una non marginale componente della ‘Civiltà della Cultura Materiale’…), mai potrà essere disperso, nemmeno dimenticato e che va, rigorosamente, preservato e tramandato per le prossime generazioni.

I contenuti del Libro esprimono tratti significativi e rappresentativi di una ‘Società rurale’, che seppur difettava di ‘ricchezze materiali’ non faceva mancare l’essenziale necessario, spesso frutto di atti di umana generosità e vicinanza a chi si trovava nello stato conclamato di bisogno. Erminia Barca tenta – e ci riesce con successo – di visualizzare una precisa radiografia di un’epoca in cui non c’era possibilità alcuna di alimentare sprechi e che l’organizzazione della quotidianità era dettata da una razionalità certosina, da spirito semplice e molto collaborativo, soprattutto nel vicinato, dove vigeva l’inossidabile detto ‘al vicino la miglior parte’

Il ricordo dell’amato Nonno, Giovanni Morrone, soldato in Africa ( II^ Guerra Mondiale).L’Autrice lega episodi e ricordi familiari ad eventi storici, così il libro assume una valenza di sicuro spessore culturale.

Sono diversi gli scampoli temporali del decorso XX Secolo passati dalla lente d’ingrandimento dall’ Autrice e ne assicura una chiave di lettura aderente e incontrovertibile, coinvolgente e gradevole da leggere. Un mix di episodi che, partendo dalle radici identitarie del luogo natio e delle origini della sua famiglia, si condensano in un pregevole mosaico di eventi ed avvenimenti, di Figure storiche e statisti che hanno segnato un’Epoca, entrando pienamente nella storiografia ufficiale mondiale. 

Ritengo che l’unicità del lavoro di Erminia Barca racchiuda in se un valore socio-antropologico e culturale di livello e di sicura tenuta e prospezione Socio-Demologica, capace di fornire una ulteriore chiave di lettura all’evoluzione-involuzione e trasformazione comunitaria delle aree interne del Sud d’Italia. Spesso avvenute in maniera repentina, con abbandoni e criticità sociali e territoriali immense, lasciando vuoti profondi, mascherando tracce indelebili di civiltà vissuta, alimentando il disinteresse generale e creando nicchie, spesso, di un oblio intollerabile…! Del bel Libro di Ermina Barca parlano, di seguito, con interessanti volutazioni, due figure culturali di peso dell’area casalina e calabrese in generale: Maria Francesca Lucanto e Francesco De Marco. Persone che conoscono l’intensità ed il carattere dell’impegno culturale dell’Autrice di: “ Le parole di mia madre”.

Maria Francesca Lucanto ( Giornalista – Sociologa e Poetessa ) – “Con Erminia Barca condivido da tempo un percorso culturale che si è sostanziato nella creazione di una Biblioteca delle Donne Bruzie del quale Sodalizio, unitamente ad Annamaria Pisano, siamo fondatrici. Nell’ambito di tale attività abbiamo attraversato i regni incantati di scrittrici e poetesse del calibro di Dacia Maraini, Alda Merini o Emily Dickinson. Abbiamo organizzato thè letterari e convegni culturali ed Erminia è stata sempre un punto operativo di riferimento. Dalla sua pacata voce di insegnante, che ama il sapere e la sua trasmissione soprattutto alle giovani generazioni, abbiamo ascoltato molte recensioni di libri. 

La loc.Pedace di Casali del Manco (CS). La Comunità dove vive Erminia BARCA.

Ma ciò cui noi segretamente ambiamo, la parte più importante del progetto della ‘nostra’ Biblioteca è la creazione di un Centro di Documentazione in cui possono avere voce e visibilità le storie delle donne del nostro territorio, anche quelle minute, ma che comunque appartengono al formarsi incessante dell’identità della nostra Comunità ( in primis quella Casalina, cui apparteniamo).

Ma restiamo al prezioso libro di Erminia Barca:”Le parole di mia madre”! Parole di donne, parole circolari. Parole non altisonanti, come quelle della narrazione della storia ufficiale o della letteratura di cui pure è zeppo di riferimenti il libro, parole che, non dai pulpiti né da alti scranni, ma dal sussurrare di fiabe e romanze, dal dono di consigli di vita, da storie narrate intorno al focolare, sono entrate come luci vivide nella mente e nel cuore della nostra autrice. Parole di una madre”

Il Fiume Cardone e la sua Valle. L’affluente del Crati trova spazio anche nel libro di
Ermina BARCA.L’ambiente fluviale fonte di vita e di ispirazione culturale e letteraria.

Francesco De Marco ( Scrittore e Drammaturgo ) – “Il filo narrativo del libro, che ripercorre la storia della famiglia dell’ Autrice per l’arco di oltre un secolo, è un susseguirsi di ricordi di persone, fatti, avvenimenti rivissuti attraverso “le parole della madre” a cui Erminia Barca attinge con una velata e toccante delicatezza, dove ogni parola risuona di ricordi mai assopiti ma sempre presenti nella sua mente e nel suo cuore:  ritorni di affetti e di     circostanze che determinano un vissuto quotidiano familiare, intimo.

 Ma anche sociale, dove si rispecchia  e si ritrova la vita, prima e dopo le due grandi guerre, difficile e faticosa della gente della Presila che attraverso resistenze, sacrifici e lotte ha conquistato la libertà e il progresso civile.  Parole di una madre che schiudono e rivelano la profondità del suo cuore, il suo dolce sentire, la sua dedizione incondizionata al sacrificio e all’amore per una famiglia a cui Ella dedica tutta se stessa. 

E il lettore, che difficilmente potrà sottrarsi all’emozione della lettura, avverte quanto l’Autrice sia profondamente coinvolta e rapita dalle “parole della madre”,  dove ritrova, ancora oggi, come un tempo, conforto e àncora di serenità. Sono le “parole non dette”, quelle non scritte e non trascrivibile, le parole che una madre trasmette e che ti restano dentro, in un silenzio che parla. Ed è in questo intreccio di parole scritte e parole non dette ( che Erminia Barca riesce a cucire e a tenere insieme con grande accuratezza) che prende forma questo libro, intenso e straordinario”. 

 Da Casali del Manco (CS), 27 Marzo 2021