I sindacati irridono Spirlì: si vaccino ai docenti ma che senso ha chiudere la scuola in Calabria?

La Calabria attende tempi migliori. Con la prematura scomparsa del Governatore Jole Santelli, si è creato un vuoto che, complice la pandemia, si prolungherà fino a Pasqua. Il Governo della già disastrata Calabria è stato affidato al facente funzioni Nino Spirlì, personaggio politico della Lega alquanto colorito.

Spirlì ha lanciato una crociata contro la scuola e, nonostante, i giudici amministrativi lo abbiano più volte sconfessato, il facente funzioni insiste ad accanirsi contro le scuole calabresi. L’ultima proposta è chiudere le scuole per 15 giorni per favorire i vaccini. Pronta la risposta dei sindacati che irridono Spirlì bocciando l’ennesima “provocazione” del leghista in salsa calabrese. “La proposta del Presidente facente funzioni Nino Spirlì, che prevede di anticipare la somministrazione del vaccino al personale della scuola, è stata oggetto di un confronto convocato con una riunione ad horas e che si è concluso nella tarda serata di ieri” precisa il segretario regionale Flc Cgil, Domenico Denaro, in merito alla proposta del presidente facente funzioni della Calabria, Nino Spirlì, sulla vaccinazione ai docenti e al personale scolastico.

“L’idea di anticipare il vaccino ci trova d’accordo” afferma Denaro il quale però smonta Spirlì. “Le modalità e i tempi per realizzarla no. Abbiamo manifestato molti dubbi, a partire dalla necessità di dover chiudere le scuole per due settimane (periodo che riteniamo insufficiente per coprire tutti i lavoratori) non ne abbiamo compreso il senso e, soprattutto, l’attinenza”.

“Tra l’altro, ad oggi, non ci risulta che per vaccinare i medici siano stati chiusi gli ospedali e né, crediamo, si chiuderanno le caserme per vaccinare le forze dell’ordine. È importante, invece, avviare sin da subito una vasta campagna di adesione fra il personale con il supporto dell’amministrazione; convocare con urgenza un tavolo tecnico per organizzare al meglio e ridurre al minimo gli “effetti collaterali” derivanti da un’azione così complessa. Insomma, dire tout court: “c’è la possibilità di vaccinare in anticipo i docenti e gli ATA ma dobbiamo chiudere le scuole per due settimane” non ci è sembrato, pur apprezzando molto l’intento, un buon approccio. Ci siamo un po’ arrabbiati – conclude -, da entrambi i fronti, ma alla fine abbiamo convenuto che ci rivedremo fra meno di una settimana, e soprattutto con le idee più chiare, per definire meglio la proposta e auspicare una soluzione che stia bene a tutti”.