Il disegno filantropico di Bill Gates: immunizzare l’intera umanità

Questo mondo così come è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità o dell’immortalità, di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di questo mondo” (A. Camus, Caligola, 1944)

Ogni generazione, senza dubbio, si crede destinata a rifare il mondo. La mia sa che non lo rifarà. Il suo compito è forse più grande: consiste nell’impedire che il mondo si distrugga. (A. Camus, Discorso conferimento Premio Nobel 1957)

Il potere è come la droga: il bisogno dell’uno e dell’altra è ignoto a chi non li ha provati, ma dopo l’iniziazione, che può essere anche fortuita, nasce la dipendenza e la necessità di dosi sempre più alte; nasce anche il rifiuto della realtà e il ritorno ai sogni infantili di onnipotenza. Di fatto allora notiamo la sindrome d’un potere protratto e incontrastato con la visione distorta del mondo, l’arroganza dogmatica, il bisogno di adulazione, l’aggrapparsi convulso alle leve di comando, il disprezzo delle leggi. (Primo Levi, I sommersi e i salvati, 1986)

 Il filo ritessuto dall’avvocato Alessandra Devetag in un suo video-documento, ci svela l’influenza che lega la Gavi Alliance (creatura del fondatore della Microsoft) ad un piano strategico dei vaccini, risalente a 10 anni fa. Preda prediletta l’Italia e l’OMS. E il potere dello “scientismo” impone il suo diktat condizionando sia FNOMCeO che la FNSI, con la complicità dei governi, mettendo in pericolo i fondamenti della democrazia e della stessa ricerca scientifica.  Questo ulteriore excursus risponde ai dubbi e alle ipotesi sollevati nel breve pamphlet pubblicato il 31 dicembre 2020 su queste pagine e allarga l’orizzonte alla luce dell’emergenza sanitaria e della campagna dei vaccini in atto.

Prologo

Il panico dell’errore è la morte del progresso (Alfred N. Whitehead)

Non potremmo mai indovinare cosa immaginano, pensano o sognano quei personaggi che i media definiscono come “i potenti della terra”, con i loro immensi arsenali di monete auree e di capitali. La storia ci racconta che il potere si coniuga con il danaro,  il quale a sua volta, si è caricato di una potenza alchemica: trasformare il piombo in oro. Fino a qualche secolo fa ciò era possibile, soprattutto nei campi di battaglia, quando si usavano le artiglierie, le cavallerie e i mitragliatori. Tutto quel piombo scagliato per annientare il nemico, si trasformava in oro per i “potenti” che dichiaravano guerre e massacri. Come è accaduto con la Prima guerra mondiale, l’orrore, le atrocità dell’inutile strage (Benedetto VX) dichiarata attraverso la menzogna della propaganda e il Patto segreto di Londra, ha garantito dei colossali affari agli industriali dell’epoca, come mette in luce una ricostruzione di diversi storici (V.Gigante, L. Kocci e S. Tanzarella), in un libro intitolato “La grande menzogna”, (2015).

Ad entrare nella carne come una lama che si conficca in profondità, le parole del calabrese obiettore di coscienza Bruno Misefari (Palizzi – RC, 1882 – Roma, 1936, anarchico, poeta e ingegnere), scritte all’inizio del conflitto:

“La guerra è stata dichiarata. L’infamia dunque ha vinto. Era necessario un tuffo nel sangue per lavare le ferite al popolo angariato. Era necessaria un’ubriacatura di odio per stornare dal suo capo le ire accumulate dall’ingiustizia. Ma non solo l’infamia ha vinto; ha vinto anche la mediocrità. Conosciamo bene e i fatti e gli uomini. Quattro delinquenti in marsina di ministri dovevano scrivere il loro nome, acanto a quello “dell’ultimo re”, sulle pagine insanguinate della patria storia, una manata di generali, valorosi solo negli eccedi proletari, e tutta una gerarchia di militari di professione dovevano dimostrare che non si ingrassa ad ufo nel trogolo dell’erario; una schiera di industriali doveva guadagnar milioni per insifilidire la vita del nostro paese” (Furio Sbarnemi, Diario di un disertore, 1973).    

A fare eco sono ancora l’orrore e le atrocità della Seconda guerra mondiale, con il male assoluto nei campi di sterminio, che annientano anima e corpo.

La brama di potere e di conquista ha segnato, segna e disegna la storia dei popoli e delle nazioni. Ma in questi ultimi tempi, con l’inizio del terzo millennio Clio, la musa della Storia, ha deciso di voltare pagina: il mondo sarà sotto il segno della filantropia: una parola meravigliosa, che ha il dono, l’arcano doron, di ispirare agape, pietas e humanitas per le disgraziate sorti di una moltitudine di esseri umani, grazie alla mano provvidenziale di Bill Gates. Il suo sogno è partito dai primi anni del 2000, istituendo la Gavi Alliance, una potente associazione con l’obiettivo di curare le malattie dei Paesi del terzo mondo con delle campagne mirate di immunizzazione. Dal terzo mondo adesso il suo sguardo contempla tutti i mondi possibili, anche quelli futuri. Ma come i miracoli dei pani e dei pesci, ogni dollaro investito sulla filantropia, per virtù dello Spirito Santo, raddoppia e triplica. Ed è ritornato in cima nella classifica dei super paperoni. Dopo aver ricoperto di microchip dorati e di algoritmi platinati i suoi adepti, spargendo microsoft in tutto l’ecumene, è diventato così “soffice” che ha penetrato gli interstizi di ogni pensiero umano fino a trasformarlo in hard, talmente robusto che spezza ogni resistenza, anche quella invisibile secretata dentro l’RNA dei virus e dei virus a corona.

Con Bill Gates l’ambizione prometeica dell’uomo simile a Dio si sta realizzando attraverso il fuoco dell’intelligenza artificiale e dei miracoli della cibernetica, non dimentico delle parole che il serpente nell’Eden rivolge ad Adamo ed Eva: “Sarete simili a Dio conoscendo il bene e il male” (Eritis sicut Dues, scientes bonum et malum). Questa suprema ambizione, instillata da Mefistofele, seduce il dottor Faust, nell’omonimo capolavoro di Goethe. Eppure, nonostante il potere malefico del demonio, Faust viene salvato dalla Grazia divina per il suo costante impegno a favore del bene e la sua continua aspirazione all’infinito. Il genio romantico di Goethe trova anche in Prometeo il simbolo di questo potere. Nel suo inno a Prometheus, composto nella fase dello Sturm und Drang, esalta le virtù creative dell’uomo:

Credevi tu forse /Che avrei odiato la vita,/che sarei fuggito nei deserti/perché non tutti i sogni/ fiorirono nella mia infanzia?

Io sto qui e creo uomini/ A mia immagine e somiglianza…

 Il desiderio di plasmare se stesso a immagine e somiglianza divina era stato profetizzato già da Bacone già nella “Nuova Atlantide”: “Prolungare la vita: ritardare la vecchiaia: guarire le malattie considerate incurabili: lenire il dolore: trasformare il temperamento, la statura, le caratteristiche fisiche: rafforzare ed esaltare le capacità intellettuali: trasformare una corpo in un altro: fabbricare nuove specie: effettuare trapianti da una specie all’altra: creare nuovi alimenti ricorrendo a sostanze oggi non usate”. Il risultato lo possiamo cogliere nella tragica esperienza vissuta da Primo Levi, come testimonia ne “I sommersi e i salvati, (1986)”:

“Ma tutto questo non basta a spiegare il senso di urgenza e di minaccia che emana da questa storia. Forse il suo significato è più vasto: in Rumkowski ci rispecchiamo tutti, la sua ambiguità è la nostra, connaturata, di ibridi impastati di argilla e di spirito: la sua febbre è la nostra, quella della nostra civiltà occidentale che “scende all’inferno con trombe e tamburi”, e i suoi orpelli miserabili sono l’immagine distorta dei nostri simboli di prestigio sociale. La sua follia è quella dell’Uomo presuntuoso e mortale quale lo descrive Isabella in Misura per misura, l’Uomo che, “… ammantato d’autorità precaria,/ di ciò ignaro di cui si crede certo,/ – della sua essenza, ch’è di vetro – , quale/ un a scimmia arrabbiata, gioca tali / insulse buffonate sotto il cielo/ da far piangere gli angeli.” Come Runkowski, anche noi siamo così abbagliati dal potere e dal prestigio da dimenticare la nostra fragilità essenziale: col potere veniamo a patti, volentieri o no, dimenticando che nel ghetto siamo tutti, che il ghetto è cintato, che fuori del recinto stanno i signori della morte, e che poco lontano aspetta il treno”.   

Ma ancora più profetico è stato 18 anni prima, nel 1968, quando scrive: “Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi, è nell’aria. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia: sarebbe sciocco negarlo. In questo libro se ne descrivono i segni: il disconoscimento della solidarietà umana, l’indifferenza ottusa o cinica per il dolore altrui, l’abdicazione dell’intelletto e del senso morale davanti al principio d’autorità, e principalmente, alla radice di tutto, una marea di viltà, una viltà abissale, in maschera di virtù guerriera, di amor patrio e di fedeltà a un’idea”. (Primo Levi, L’asimmetria e la vita, dalla prefazione  a Léon Poliakov, Auschwitz, Veutro, Roma, 1968).                                                                                                                   

Ci viene da pensare che anche il fondatore della Microsoft ambisce all’infinito e alla Grazia divina, attraverso i vaccini, come Faust.  

“Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori: essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona, nella sua vita, rappresenta diverse parti… (W. Shakespeare, Come vi piace)

Il prologo ci ha aperto la strada alla storia di cui siamo protagonisti inconsapevoli. Il teatro che è stato eretto per mettere in scena il nuovo dramma del “Faust”, svela ciò che ogni spettatore non potrebbe mai immaginare di conoscere. Il fine della vita e delle nostre precarie e fragili esistenze è proprio quella della scoperta della libertà e del dono: senza libertà e scoperta non potrebbe esserci dono, e senza dono non potremmo scoprire la vera libertà. E quando si cerca prima o poi si scopre, con la fortuna del caso che improvvisamente apre una porta e ti fa vedere un mondo nascosto agli occhi vagantes dei novelli chierici, perché la  ricerca della verità è più preziosa del suo possesso:  “Nel campo di coloro che cercano la verità non esiste nessuna autorità umana e chiunque tenti di fare il magistrato viene travolto dalle risate degli dèi» (A. Einstein).

La storia che è stata messa in scena ha come autore del copione Bill Gates e a recitare da protagoniste le sue due creature nate con il nobile intento dell’azione filantropica, vale a dire la Fondazione Bill & Melinda Gates e la Gavi Alliance.

Un altro protagonista uscito di scena è l’ex ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, ben supportata dall’immancabile interprete della sceneggiata all’italiana, il Magnificus, al secolo Matteo Renzi, nel ruolo di presidente del Consiglio. Poi, via via, le varie comparse tra cui il virologo Roberto Burione, nel ruolo del dotto e del sapiente, sfoggiando un solenne sermo di cultura scientifica, degno della sua fama. E dulcis in fundo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha tessuto, il cui ruolo è tutto da scoprire.      

Questo il titolo dell’opera: “Come affidare un Paese nelle mani taumaturgiche delle multinazionali del farmaco” con sottotitolo “La provvidenza e il disegno intelligente”.  

Esordiamo con questo coro: La spola tesse: va avanti e ritorna indietro. Tutto torna, ma niente è in ordine.

Non bisogna meravigliarsi. Praticare il mercimonio fa parte del DNA italico della storia repubblicana, come è emerso nella recente inchiesta (lunedì 4 gennaio) messa a segno dalla trasmissione di Rai 3 Report.  Il nostro Bel Paese era stato già messo nelle candide mani della P2 e della mafia, dell’eversione nerissima di destra, con la complicità di pezzi importanti dello Stato, aprendo la strada alla Seconda Repubblica – semmai ci sia stata una prima –  con personaggi che ancora recitano “degnamente” sulla scena delle istituzioni. Questo ci rivela – e dovrebbe far raccapricciare e inquietare – che l’Italia si regge su fondamenta democratiche infestate da marciume e che il “popolo sovrano” ha consegnato se stesso, “coram populo”, nelle grinfie di gente spregiudicata, complice di azioni terribili come le stragi che hanno coinvolto Falcone e Borsellino, e in precedenza, quella di Bologna (2 agosto del 1980), senza andare più indietro nel tempo e nello spazio. Uno spettacolo, insomma, degno di questo Paese.       

Ma ritorniamo alla tessitura della nostra Storia. La voce narrante di questa fabula è una donna avvocato, Alessandra Devetag, che in modo magistrale, mette insieme le tante tessere di un mosaico il cui disegno o intreccio non era semplice ricomporre. E lo riassume, nel suo epilogo-apologo, con queste parole:

“E’ mia opinione che questi dati unitamente alla dichiarata adesione dell’Italia a Gavi siano sufficienti non solo per una interrogazione parlamentare urgente che chiarisca quali sono questi accordi internazionali a cui l’Italia ha aderito, e anche per una sospensione immediata dell’obbligo vaccinale, questo perché il documento della FENONCeO, impedisce il libero esercizio della libera professione medica nel riconoscimento del nesso casuale tra vaccinazione e danno. Questo costituisce una frattura sociale tra cittadino e stato. Io cittadino accetto la limitazione della mia libertà, tu stato mi garantisci che se mi succede qualcosa sarai al mio fianco. In questo caso è stata addirittura introdotta una limitazione gravissima dei diritti costituzionali  come quella dell’espulsione dell’asilo dopo aver dichiarato che qualunque cosa succederà, la persona verrà abbandonata al suo destino. Inoltre non è possibile adottare provvedimenti di questa portata, in onore di patti sottoscritti con soggetti privati che hanno questi interessi economici sottesi al programma sanitario. E che possano influenzare l’operato della massima autorità sanitaria mondiale, cioè l’OMS.”

Adesso ne seguiamo lo sviluppo, riportando attraverso la scrittura, il contenuto del video-documentato, che si trova in rete (https://lbry.tv/avvevacciniitalia:c?fbclid=IwAR2GzSsAUgl28Q9d-8ZSAB9gfRiAGjh7moatqBiz9Z6GvUR2J4iFnzRusGE), con l’avvertenza che in alcuni passaggi integriamo e approfondiamo con battute di nostra mano. Quello che emerge rappresenta una risposta ai dubbi, ai buchi neri, alle domande e alle riflessioni emerse e che hanno ispirato il breve pamphlet di fine anno 2020 sempre su queste pagine, per cercare di dipanare l’aggrovigliato filo di questa nostra età segnata, non solo dai nuovi labirinti, ma soprattutto dai misteri che circolano con il Covid 19.  (https://www.laprimapagina.it/2020/12/31/lanno-horribilis-del-pipistrello-ci-lascia-sospesi-tra-le-ignote-mani-del-cominarty/).

Pacta sunt servanda

Si parte dal 2012. Viene formulato il piano nazionale vaccini per il triennio 2012-2014. Si prevede di superare l’obbligo vaccinale per il morbillo e passare alla raccomandazione. Il piano viene approvato il 22 febbraio 2012. Ma nel 2017 accade una virata, precisamente il 19 marzo.

È appena trascorsa l’era del governo Renzi, quello del “giglio magico” e della rottamazione di ogni altro appassito petalo. In questa sua parabola evangelica, ha fatto fare affari d’oro alle industrie belliche, come ci rammenta questo articolo che risale al 7 aprile del 2017:  

 “E’ rimasto ormai soltanto papa Francesco a denunciare lo scandalo di un mondo che riempie gli arsenali mentre centinaia di milioni di persone non hanno da mangiare. Tutti gli altri, i padroni della terra, i G8 e i G20, i grandi e i piccoli media non spendono una parola o un’inchiesta sul fenomeno più inquietante dei nostri tempi, la folla corsa al riarmo”

Curzio Maltese, ne il “Venerdì” di Repubblica  denuncia la corsa agli armamenti dell’Italia, e mette in luce che “la follia del riarmo ormai indigna solo il Papa”. Ancora più inquietante la notizia della produzione e vendita delle armi prodotte dalla pacifica Italia, che nel 2016, ha avuto un “boom”: Le esportazioni italiane di armamenti hanno raggiunto 14,6 miliardi di euro, con un aumento dell’85,7% rispetto ai 7,9 miliardi del 2015. Questi dati sono stati divulgati dalla Relazione annuale al Parlamento in materia di armamenti, inviata dalla Presidenza del Consiglio. 

La verità sul morbillo della Lorenzin

Per non scontentare le industrie farmaceutiche, e quindi ricomporre i due nuovi imperi universali, armi e farmaci, dopo il declino dei medievali Impero e Papato, “Lorenzi il Magnificus”, che nel frattempo è diventato un personaggio in cerca di autore, ha preparato il campo lasciando il testimone al ministro Lorenzin, abile nel traghettare dal governo Letta a quello Gentiloni la sua virtute siderum tenus ereditata dalla tradizione del Dolce Stil Novo (si vede che ha avuto il dono e la lode della Salute, dopo che le sue difese immunitarie si sono rafforzate in Forza Italia alla corte del Cavalier errante. Queste sono le infinite opere della Provvidenza che agisce nella nobile storia italica, grazie al provvidenziale trasformismo, dalla Destra al Centro e infine alla Centrodestrasinistra). Ogni storia cova dentro il suo ventre il cavallo di Troia e ne genera un mito. Ed è proprio il caso della missione salvifica di Beatrice Lorenzin.  

Così viene emanato un Decreto che impone l’obbligo vaccinale. Al 30 maggio 2017 si registrano 2.719 casi di morbillo. Come mai oltre 4 mila e 700 casi nel 2011 legittimano addirittura di passare dall’obbligo vaccinale alla raccomandazione e solo 2700 portano alla legge sulle vaccinazioni obbligatorie che prevede addirittura l’espulsione dei bambini dall’asilo?

Ritorniamo indietro: 28 settembre 2014, sito dell’Aifa: l’Italia viene insignita del ruolo di capofila per le strategie vaccinali dei successivi 5 anni. A ricevere l’incarico il ministro Lorenzin, presidente di Aifa Sergio Pecorelli e Ranieri Guerra, consigliere scientifico all’ambasciata di Washington.

L’anno dopo il presidente di Aifa dovrà dimettersi per conflitti di interessi con aziende farmaceutiche. Ma già dal 2014 nel suo curriculum si evince il suo ruolo come consigliere nella fondazione GlaxoSmithKline, l’azienda farmaceutica, pubblicato sul sito del Ministero della Salute con data 30/07/2014. 

Il programma a cui l’Italia ha aderito è un piano di 5 anni e prevede la diffusione della vaccinazioni in ambito nazionale. Come verrà misurato l’impegno dell’Italia? Attraverso l’obbligatorietà del vaccino contro il morbillo nei bambini fino a 15 mesi, che dovrà raggiungere la copertura del 90 % .

La Lorenzin ospite di trasmissioni televisive Rai dichiara che ci sono migliaia di casi e che c’è una disinformazione totale, affermando che a Londra, nell’anno precedente, sono morti 270 bambini di morbillo.  Un anno dopo, 22 ottobre 2015, sempre il ministro della Salute Lorenzin, nella trasmissione “Piazza pulita” ribadisce la stessa informazione: una epidemia di morbillo a Londra che nel 2014 ha causato la morte più di 200 bambini.. Ma se si vanno a consultare i numeri ufficiali che risultano iscritti al Ministero della Salute inglese e che classificano i morti di Morbillo dal 1980 al 2017, vengono certificati nel biennio a cui ha fatto riferimento la Lorenzin, un morto nel 2013 e 0 nel 2014.

Perché il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha mentito, e soprattutto, perché proprio sul morbillo?

La risposta è semplice: perché la vaccinazione sul morbillo sarà il parametro per valutare l’operato dell’Italia.

La spola tesse: va avanti e ritorna indietro. Tutto torna, ma niente è in ordine.

Il 13 aprile 2016, sul giornale della Confindustria “Sole 24Ore”, a firma di Roberto Turno, compare un articolo dal titolo “Vaccini e farmaci, Glaxo scommette un miliardo sull’Italia”.

Proprio ai vaccini viene riservato il 60 per cento dei suoi investimenti. In un passaggio si annuncia che la multinazionale  farmaceutica britannica, leader dei vaccini a livello mondiale, da questo settore si aspetta una autentica escalation nei prossimi anni, fino ad arrivare a 6 miliardi di sterline di fatturato entro il 2020. E che “Glaxo crede nell’eccellenza italiana e in questa eccellenza continueremo ad investire forse anche di più… se l’Italia saprà essere un paese “ospitale” per gli investitori”. 

Vaccini e farmaci, Glaxo scommette 1 mld sull’Italia

di Roberto Turno (da Il Sole 24 Ore di oggi)

GlaxoSmithKline (Gsk), la multinazionale britannica del pharma, raddoppia e decide di scommettere ancora un miliardo in Italia nei prossimi quattro anni. Un investimento sostanzioso e forse addirittura sottostimato rispetto ai programmi mondiali di Gsk, che proprio dalle attività nel nostro Paese conta di incrementare il business del gruppo. A partire da quelle del polo toscano dei vaccini di Siena e di Rosia, il cuore rispettivamente della R&S e della produzione di settore, dopo il mega scambio di attività (vaccini contro oncologia) con Novartis perfezionato l’anno scorso. Non a caso proprio ai vaccini, col business strategico anti meningite, sarà riservato il 60% degli investimenti (600 mln), contro il 40% dedicato al pharma tradizionale.

Leader mondiale nei vaccini con 3,7 miliardi di sterline di fatturato su 23,9 totali, è da questo settore (profittevole in due casi su 10 nel mondo) che la multinazionale britannica si aspetta una autentica escalation nei prossimi anni. Fino ad arrivare a 6 miliardi di sterline entro il 2020. Lo spiega nella sua visita in Italia Luc Debruyne, presidente mondiale di Gsk vaccini, già ad della società in Italia: «Abbiamo in portafoglio il motore dell’innovazione. Perché i vaccini sono innovazione e insieme sono il fulcro della prevenzione. Dunque della sostenibilità non solo della nostra impresa, ma dei sistemi sanitari in tutto il mondo».

E l’Italia, ci spiega Debruyne, rappresenta una tappa non certo casuale dei programmi della società: «Abbiamo acquisito un’eccellenza e su questa continueremo a puntare. Scommettere ancora sulla ricerca e sulla produzione qui, non era scontato. Ma ci crediamo. Siamo pronti a scommettere 600 mln di investimenti nei prossimi quattro anni nell’eccellenza e nella qualità dei vaccini in Italia, salvaguardando l’occupazione».

Parole e previsioni condivise in pieno, se non rafforzate, dal presidente e ad di Gsk spa Italia, Daniele Finocchiaro: «Gsk cerca e investe nelle eccellenze in tutto il mondo e in Italia ne ha trovate diverse: unendo all’investimento in R&S nei vaccini quelli effettuati in ricerca clinica e in quella cooperativa sulla terapia genica con Telethon, insieme a quelli previsti negli stabilimenti di Parma e Verona, arriveremo nel prossimo quadriennio ad investire approssimativamente un miliardo di euro nel nostro Paese».

Il cuore del business dei vaccini riguarda quello contro il meningococco B, grazie alla scoperta senese del professor Lino Rappuoli con Novartis. «A Siena si fa R&S, a Pisa c’è la produzione. E i vaccini vanno dalla Toscana in tutto il mondo. Tutto nasce e partire da quell’area del nostro Paese. Dove Gsk, con 5mila dipendenti (su 101mila nel mondo), ha un fatturato totale di 1,6 mld di euro: 673 mln nel pharma, 464 mln nel settore vaccini, 320,5 mln nel consumer healthcare, 139 mln nel manifacturing. Con il terzo posto nel mercato retail e, manco a dirlo, il primo in quello dei vaccini.

Rispetto al finanziamento totale di un miliardo, 500 milioni saranno dedicati al polo senese nei vaccini e circa 100 mln allo stabilimento di Rosia. Quanto al pharma, 300 mln andranno alla R&S, con le grandi aspettative per la terapia genica contro una gravissima forma di immunodeficienza nei bimbi frutto della ricerca con Telethon, e 100 mln alla produzione. «Per questo Gsk crede nell’eccellenza italiana», sottolinea ancora Finocchiaro. «E in questa eccellenza continueremo a investire, chissà forse anche di più», promette Debruyne. Se l’Italia saprà essere un Paese «ospitale» per gli investitori.

Perché Glaxo si aspetta escalation così importante in questo settore?

Anche il ministro Roberto Speranza, con il governo Conte 2, non è da meno nella “speranza” dei vaccini: “La vaccinazione e la prevenzione è un pilastro del lavoro che faremo in ambito della prevenzione come riconosciuto a livello internazionale, contesto nel quale l’Italia ha assunto anche importanti impegni, come ad es. il finanziamento significativo a favore di Gavi, l’alleanza mondiale dei vaccini e immunizzazione.  Il ministero della Salute pertanto conferma l’impegno di proseguire un attento e continuo monitoraggio sull’adesione all’obbligo vaccinale e conferma altresì la disponibilità ad interagire con le iniziative di natura parlamentare”.

Le magnifiche sorti e le magiche virtù di Gavi Alliance

C’è un dossier che viene redatto dal prof. Eduardo Missoni (Università Bocconi di Milano) per Actionaid (https://www.actionaid.it/app/uploads/2016/04/AA_GAVI.pdf) in cui svela i segreti di Gavi: un partenariato globale tra pubblico e privato che ha lo scopo di migliorare l’accesso all’immunizzazione per le popolazioni in via di sviluppo. Si tratta di una fondazione privata di diritto svizzero, non costituita in base ad un trattato internazionale.  Quindi è un soggetto privato.  Quando è nata Gavi?

Nel 2000 viene promossa da Bill Gates. La Fondazione Bill & Melinda Gates ha offerto un impegno di 750 milioni di dollari a condizione che i maggiori attori internazionali si unissero in un’iniziativa globale allo scopo della vaccinazione basata sul modello del partenariato pubblico-privato.

Nel 2014 la fondazione Gates investe, in questo progetto, 1,6 miliardi di dollari (nota: mentre nel 2000 crea Gavi, la fondazione Gates nel 2002 acquista quote di 9 società farmaceutiche, per un totale di 205 milioni di dollari. Come è composta Gavi? Ci sono dei seggi permanenti: Unicef, Oms, Banca mondiale e Fondazione Bill & Melinda Gates, mentre gli altri seggi sono a rotazione. Tra i seggi ci sono le industrie farmaceutiche dei Paesi in via di sviluppo e quelle dei paesi industrializzati.

Gavi si finanzia attraverso contributi diretti e meccanismi innovativi. Si tratta di titoli obbligazionari immessi sul mercato che garantiscono utili importanti e una liquidità immediata.

Dalla sua creazione fino al 2034 si prevede un impegno di 23,5 miliardi di dollari, suddivisi tra governi donatori e Commissione europea per un totale di 19 miliardi, e Fondazioni, organizzazioni e imprese per un residuo di 4 miliardi. In un articolo del 10 dicembre scorso, a firma di Roberta Miraglia, il Sole 24Ore titola: “La Fondazione Gates: più sforzi per i vaccini e dà un contributo di 250 milioni di dollari e riporta una dichiarazione di Bill Gates, in cui sottolinea che il vero nodo ora è rappresentato dall’Impegno “dei leader mondiali a rendere disponibili i test, cure e vaccini a tutti coloro che ne hanno bisogno, a prescindere dal luogo in cui vivono e dal reddito”.

Il messaggio è di carattere umanitario e fa vedere l’impegno filantropico della Fondazione Bill & Melinda Gates. Stesso spirito che emerge ad aprile sempre del 2020, quando a Londra annuncia “Siamo entusiasti di annunciare che il nostro obiettivo è stato raggiunto e superato. Grazie a tutti i nostri donatori abbiamo raggiunto un totale di 8,8 miliardi di dollari”. Come precisa l’articolo che appare su “Il giornale”, a firma di Tiziana Paolucci, del 5 giugno 2020, questa notizia “è stata twittata da Gavi Alliance  al termine del Global Vaccine Summit 2020, ospitato dal Regno Unito e organizzato per raccogliere i fondi necessari a sviluppare un vaccino per il coronavirus e renderlo disponibile anche nelle parti più svantaggiate del mondo”. Alla video conferenza, oltre a Gavi, hanno partecipato le Nazioni Unite e i Capi di Stato invitati dal primo ministro britannico Boris Jonson. Fondata da Bill Gates nel 2000, Gavi ha contribuito a immunizzare oltre 13 milioni di bambini e ha prevenuto oltre 13 milioni di morti in 73 paesi in via di sviluppo”.

Nel report redatto da Missoni si legge: “Uno dei grandi meriti di Gavi  è l’aver contribuito a inserire i vaccini nell’agenda globale (Global Healt Agenda nella quale l’Italia è stata nominata capofila), sintetizzata nella decade dei vaccini (2011 – 2020)  adottata dall’assemblea mondiale della Sanità nel 2012 e basata su un piano globale  che prevede i sistemi di immunizzazione come un elemento essenziale di un sistema sanitario ben funzionante.”

Specchio delle mie brame filantropiche, chi è il più ricco del reame?

Uno studio di un’associazione tedesca,  membro del Global Policy Forum, approfondisce l’influenza della filantropia da parte di Bill Gates nella Global health agenda, programma in seno al quale l’Italia sta svolgendo il ruolo di capofila.

In un capitolo viene specificato che la fondazione Gates supporta l’OMS, cioè è il più importante finanziatore dell’OMS e di fatto ne condiziona le politiche. La direttrice cinese dell’OMS Margaret Chan (dal 2007 al 2017) ha ammesso che l’attività dell’OMS  è condizionata dagli interessi dei suoi donatori. Questa influenza è confermata da due articoli. Uno sul “Corriere della Sera”, datato 29 gennaio 2010. La fondazione Gates partecipe del forum economico mondiale in corso a Davos offre 10 miliardi di dollari per le vaccinazioni nei paesi poveri e invita i presenti a fare degli anni che vanno dal 2011 al 2020 il decennio dei vaccini. A Ginevra il 26 maggio del 2012 la presidente Margaret Chan indice la decade dei vaccini. Tra i finanziatori dell’Oms al 31 dicembre del 2018, la fondazione Gates partecipa con 228 milioni di dollari e Gavi Alliance con 128 milioni di dollari. Nessuna cifra si avvicina all’investimento di Gavi/Fondazione Gates, il loro apporto si attesta a 387. 516.160 milioni di dollari, divenendo il più importante sovvenzionatore dell’OMS tanto da poterne vincolare le politiche.

La fondazione Gates è stata criticata dalla società civile e dai ricercatori perché segue “l’approccio Gates” alla salute, con interventi sempre in senso verticale e contro specifiche malattie attraverso i vaccini piuttosto che orizzontale e olistico, quindi con il rafforzamento del sistema sanitario. In risposta a queste critiche Gavi ha destinato il 10% del suo impegno economico al rafforzamento dei sistemi sanitari, mentre oltre il 78% continua a sostenere solo i vaccini. Questo perché?

Vaccini contro sistema sanitario. Uno dei partner senior di Gavi ha riferito che Bill Gates gli ha ribadito di essere fortemente contrario ai sistemi sanitari perché è un completo spreco di denaro. Non c’è prova che funzionano, “quindi io non investirò neanche un dollaro dei miei soldi nel rafforzare il sistema”. Entro marzo 2015 le due compagnie farmaceutiche Pfizer e GlaxoSmithKline, hanno ricevuto, attraverso i meccanismi finanziari di Gavi, 1,095 miliardi di dollari.

L’organizzazione “Medici senza frontiere” ha denunciato che, da una parte, mentre Gavi  ha aiutato ad abbassare i prezzi per vaccini nuovi e poco utilizzati, in realtà il costo di immunizzazione completa per un bambino è diventato 68 volte più caro nel 2014 di quanto lo fosse nel 2001.

Le conclusioni dello studio dell’associazione tedesca, membro del Global Policy Forum, ci interrogano e ci inquietano:

“La filantropia all’interno delle nostre istituzioni massime istituzioni rappresentative e specialmente l’intervento della Fondazione Bill & Melinda Gates rappresenta un pericolo per le democrazie perché portano ad un indebolimento della democrazia rappresentativa e delle sue istituzioni e soprattutto a causa di strumenti di monitoraggio e di responsabilità”.

Dopo la decade dei vaccini non a caso Bill Gates è ritornato ad essere l’uomo più ricco del mondo. La filantropia ripaga. Il perfetto connubio del pensiero religioso ed economico calvinista, come è stato spiegato da Max Weber nel noto libro “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo” in cui il profitto e la ricchezza sono il segno della Grazia divina, della predestinazione, mentre il povero, gli ultimi, gli scarti del capitale, per i loro terribili peccati, ne sono esclusi, sono il segno della “disgrazia” che si è abbattuta per volontà divina. Praticamente viene rovesciato il paradigma del messaggio evangelico: i poveri non sono più beati neanche nel regno dei cieli, ma reietti. Ricordate le parole del vangelo di Matteo: “Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. [22]La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!  (Mt, 6, 19-23)   

Dal citato dossier del professore della Bocconi Eduardo Missoni emerge che l’Italia non aveva erogato finanziamenti diretti a Gavi, fino al quadriennio 2016-2020: il governo Renzi ha previsto un contributo eccezionale di 120 milioni di dollari. Una novità assoluta rispetto al passato. Viene fuori che l’Italia sarà impegnata a versare 635 milioni in 20 anni. Nel documento si mette in luce che “l’Italia ha un ruolo guida anche per l’AMC (Advance Market Commitment) – impegno anticipato di mercato – per accelerare lo sviluppo e l’immissione di un nuovo vaccino, di cui è il maggiore donatore. Al 30 settembre 2015 Gavi registrava contributi italiani all’AMC per 348, 5 milioni di dollari, pari al 37,8% dei contributi ricevuti da tutti i donatori e, da un accordo del 2009, è stato previsto un contributo complessivo di 635 milioni di dollari da erogarsi in 12 anni.

Risalire alla rappresentazione contabile degli impegni per gli AMC risulta però complesso. Infatti il menzionato stanziamento è inserito nella legge finanziaria per il 2008 all’art. 2, comma 373, come parte di una spesa comprensiva sia dei meccanismi innovativi (tra i quali si iscrive l’AMC, che però non sono esplicitamente menzionati ) sia della cancellazione del debito dei Paesi poveri, che curiosamente rientra nella missione “Competitività e sviluppo delle imprese” e precisamente nel paragrafo “Incentivi alle imprese per interventi di sostegno”.

Commenta l’avvocato Devetag: “Nel 2014, quando Beatrice Lorenzin riceve questo incarico, in realtà la scienza, quella vera, quella autorevole, attingeva ancora il nostro Paese. Si potevano leggere articoli come questo del maggio 2016, comparso sul sito dell’azienda sanitaria di Reggio Emilia: Il prof. Yehuda Shoenfeld ospite al Santa Maria Nuova, per una lettura sulle malattie autoimmuni.”

Nell’occasione il prof. Shoenfled viene presentato come una autorità di fama internazionale con tanti referenze nazionali (Israele) e internazionali. In particolare dal 2000 al 2013 si è occupato di “Asia” (Sindrome infiammatoria autoimmune da adiuvanti, in particolare contenute nelle vaccinazioni). Questo studio viene presentato insieme alla dottoressa Alessandra Soriano.

Le conclusioni danno un quadro clinico grave: “Aumentato tasso di ospedalizzazione con l’aumento del numero di dosi di vaccino e un rapporto di tasso di mortalità per 5-8 dosi contro 1-4 dosi di 1.5, che indica un aumento stabilmente significativo di decessi associati con alte dosi di vaccino. Poiché i vaccini sono somministrati a milioni di bambini ogni anno, è imperativo che le autorità, per la salute abbiano dati scientifici da studi di tossicità sinergica su tutte le combinazioni di vaccini che gli infanti potrebbero ricevere al fine di migliorare la sicurezza del vaccino. ..E’ un dato di fatto che in caso di fenomeni autoimmuni collegati al vaccino possano avere, tra la somministrazione del vaccino e la comparsa di sintomi clinici, periodi di latenza più lunghi (mesi o anni dopo la vaccinazione) rispetto all’intervallo di tempo comunemente stabilito negli studi per la valutazione del rischio del vaccino.”

Shoenfeld è stato ospite anche all’università Tor Vergata il 18 ottobre 2019 e ha illustrato le stesse conclusioni. Ma – osserva ancora Devetag nel corso della sua ricostruzione – in Italia dal 2014 di questi temi non si può più parlare. Con la legge 3 del 2018, in vigore dal 15 febbraio del 2018, gli ordini dei medici e le federazioni nazionali diventano organi sussidiari dello Stato e viene introdotto l’obbligo per i medici di attenersi, non soltanto al codice deontologico, ma anche a tutti gli obblighi che gli derivino dalla normativa nazionale e regionale o dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Questo significa mettere in conflitto la etica medica con la ragion di Stato. Il medico non potrà più semplicemente non applicare una legge se contraria alla sua etica, ma sarà costretto a scegliere. Risale all’8 luglio del 2016 l’approvazione da parte della FNOMCeO (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) il documento sui vaccini. Attraverso questo atto viene introdotto l’illecito disciplinare: un medico che sconsigli un vaccino, qualunque esso sia, commette un illecito disciplinare. Addirittura si sollecita la magistratura a superare “l’evidente disallineamento tra scienza e diritto, auspicando che i magistrati intervengano in tema di salute recependo, nelle loro sentenze, la metodologia della evidenza scientifica nei processi civili di riconoscimento di nesso casuale del danno da vaccino e sollecita anche una impugnazione di tutte le pronunce che dovessero stabilire un nesso causale tra vaccinazione e autismo”.

Queste due previsioni sono allarmanti perché, non dimentichiamo, che queste direttive emanate dalla FNOMCeO coinvolgono anche i consulenti tecnici di uffici che vengono nominati nei processi per valutare il nesso causale. Di fatto si tenta di ostacolare il riconoscimento del nesso causale tra vaccinazione e danno.

Nel periodo immediatamente successivo, i rispettivi ordini di appartenenza emettono la massima sanzione possibile, cioè la radiazione nei confronti della dottoressa Gabriella Lesmo, del dottor Mario Miedico e del dottor Roberto Gava. I relativi provvedimenti sono tutti in attesa di appello.  Ma questi medici possono essere etichettati come radiati nel primo grado di giudizio: significa che l’illecito disciplinare comporta la radiazione. Quindi il medico che sconsigliasse un vaccino, non rischia soltanto una censura, ma la radiazione.

Ahi serva Italia, di dolore ostello… 

Per poter comporre il disegno del mosaico, mancano ancora alcune tessere. Ci viene incontro Leonardo Sciascia a cento anni dalla sua nascita (8 gennaio 1921) con il suo desiderio di giustizia, di verità ma anche, quello più importante, della libertà, che traduce il legame profondo e fondamentale tra Dike e Logos, tra giustizia, parola e scrittura:

“Tutto è legato, per me, al problema della giustizia: in cui si involge quello della libertà, della dignità umana, del rispetto tra uomo e uomo. Un problema che si assomma nella scrittura, che nella scrittura trova strazio o riscatto. E direi che il documento mi affascina – scrittura dello strazio – in quanto entità nella scrittura, nella mia scrittura, riscattabile. (14 domande a Leonardo Sciascia, 1987).

“L’eresia è di per sé una grande cosa – scriveva Leonardo Sciascia sul quotidiano palermitano L’Ora del 9 maggio 1979 – e colui che difende la propria eresia è sempre un uomo che tiene alta la dignità dell’uomo. Bisogna essere eretici, rischiare di essere eretici, se no è finita. Voi avete visto che non è stata soltanto la Chiesa cattolica ad avere paura delle eresie. è stato anche il Partito Comunista dell’Urss ad avere paura dell’eresia, e c’è sempre nel potere che si costituisce in fanatismo questa paura dell’eresia. Allora ogni uomo, ognuno di noi, per essere libero, per essere fedele alla propria dignità, deve essere sempre un eretico”

Eresia significa tensione etica e responsabilità delle parole, cioè praticare la parresia. Questi principi ontologici e deontologici stridono con il linguaggio di alcuni personaggi assertori dello “scientismo” (parente stretto del dogmatismo totalitario):

“Se lo scientismo è qualcosa, esso è la fede cieca e dogmatica nella scienza. Ma questa fede cieca nella scienza è estranea allo scienziato autentico… non si può designare nessuno dei grandi scienziati come scientista. Tutti i grandi scienziati furono critici nei confronti nei confronti della scienza. Furono ben consapevoli di quanto poco noi conosciamo” (Karl Popper, Simposio, in “Il futuro è aperto. Il colloquio di Altenberg insieme con i testi del simposio viennese su Popper”). In questo scenario polarizzato della post-verità, no-vax e pro-vax si contrappongono l’un contro l’altro armati. È il caso della campagna mediatica di sostegno alle vaccinazioni, come ci avverte l’avvocato Devetag, con metodi estremamente aggressivi.

Ad essere protagonista il virologo, immunologo e divulgatore scientifico  Roberto Burione, illustre esempio di questa propaganda. Si esprime su Facebook definendo i no-vax “branco di somari raglianti… con la vostra mente atrofizzata e con il vostro italiano claudicante, invece non contate nulla e dovete essere messi in condizione di non nuocere”…

“…ho sentito di feste di compleanno dove i bambini non vaccinati non vengono invitati… basta l’emarginazione sociale.”

“Sui vostri figli la legge vi consente per ora di decidere e potete legittimamente farlo: io posso solo criticarvi e combattere per una legge che vi tolga la patria potestà. I medici che raccontano bugie, invece, verranno radiati. In realtà basterà radiarne un paio e gli altri si metteranno in riga.”

“Alice (Pignatti) questa torma di somari analfabeti (medici inclusi) critica te e allo stesso tempo vuole insegnare la medicina a me. Lasciali ragliare beati e pensiamo ad una legge per difendere i loro figli della loro follia scellerata”.    

 I 7 esposti contro Burioni vengono tutti archiviati e l’Ordine dei medici lo assolve, ritenendo che le sue espressioni non siano contrari al decoro della professione, non siano contrari al principio di solidarietà e vadano nella direzione della tutela dei soggetti fragili.“ Ma tutta la conoscenza scientifica è congetturale” aveva avvertito Popper (Scienza e filosofia, 1969): 

“Evitare errori è un ideale meschino. Se non osiamo affrontare problemi che sono così difficili da rendere l’errore quasi inevitabile, non vi sarà allora sviluppo della conoscenza. In effetti, è dalle nostre teorie più ardite, incluse quelle che sono erronee, che noi impariamo di più. Nessuno può evitare di fare errori; la cosa grande è imparare da essi” (K. Popper, Conoscenza oggettiva. Un punto di vista evoluzionistico, 1979”).  

Anche la Devatag osserva che  “la scienza, quella vera, ancora coinvolge il nostro Paese”. Come accade nel Rapporto dell’osservatorio Puglia, sulla Sorveglianza degli eventi avversi a vaccino in Puglia – Report 2013-2017, dove viene praticato un esperimento di vaccino vigilanza attiva. Si tratta di un sistema di monitoraggio più efficace di quella comunemente definita passiva, perché prevede di seguire attivamente il bambino  per alcune settimane dopo la vaccinazione per registrane tutti i cambiamenti nello stato di salute. Le conclusioni sono drammatiche: la reazioni avverse gravi sono 40 su mille dosi (4%) contro le 0,12 su mille dosi della sorveglianza passiva che è quella adottata in tutte le altre regioni tranne il Veneto. Cosa significa grave? La definizione la prendiamo da Aifa. Grave vuol dire fatale, oppure prolungata ospedalizzazione, invalidità gravi o permanenti, pericolo di vita, anomalie congenite e altri eventi gravi.

Ma queste notizie vengono censurate dalla stampa. Il 18 dicembre 2017, Beatrice Lorenzin firma un protocollo con la Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) per l’organizzazione di corsi di formazione per i giornalisti su temi della salute. In base a questo protocollo non verranno più pubblicate informazioni che non siano corrette e scientificamente validate. Ma gli studi e le ricerche di Shoenfeld sono scientificamente validati?. L’osservatorio Puglia è scientificamente validato?

Curioso l’articolo sulla riservatezza: “ Le Parti si rendono garanti che il personale destinato allo svolgimento delle attività in oggetto dell’accordo manterrà, nei confronti di qualsiasi persona non autorizzata, il segreto per quanto attiene alle informazioni sui prodotti da diffondere. I materiali saranno divulgati secondo le modalità di volta in volta concordate”.

In altre parole articoli che denunciano i danni provocati dai vaccini non usciranno più, o quelli che mettono sotto accusa i vaccini non avranno più spazio sui giornali.

Altra questione sollevata dalla Devetag. Gli immunodepressi sono stati il grimaldello con cui si è giustificata l’espulsione dei bambini dagli asili. La guida ai pazienti dopo un trapianto di cellule staminali – Istituto nazionale tumori fondazione Pascal – tra le raccomandazioni si nota: non venire a contatto con bambini appena sottoposti a vaccinazione.

Nella Guida alla degenza per pazienti e familiari centro oncologico dell’azienda ospedaliera di Reggio Emilia, si raccomanda, almeno fino a sei mesi, di evitare bambini o persone vaccinati con virus vivi o attenuti; evitare le vaccinazioni, specialmente l’antipolio, ma anche il trivalente e antivaricella. Altre guide raccomandano di non incontrarsi con bambini che hanno ricevuto un vaccino con virus vivi come la varicella. Lo segnala il Centro di ematologia e centro trapianto midollo osseo, presidio ospedaliero  di Piacenza, che esorta a evitare contatti con chiunque abbia ricevuto il vaccino della varicella. C’è il caso di una mamma sotto chemio. Gli oncologi sconsigliano di far vaccinare la bimba perché la donna ha le difese immunitarie basse e potrebbe risentirne. L’Asl non ritiene di aderire a questo invito e la bimba viene espulsa dall’asilo.

La requisitoria dell’avv. Devetag si spinge fino alla Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie del personale italiano impiegato in missioni militari all’estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in base all’esposizione a particolari fattori chimici tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini. La relazione viene depositata il 7 febbraio 2018, quando ancora è ministro della Salute la Lorenzin, a conferma della criticità della pratica vaccinale. La Commissione parlamentare ha lavorato dal 2015 fino al febbraio 2018.

Le conclusioni sono drammatiche. Le vaccinazioni esaminate sono le stesse che vengono autorizzate da Aifa per il settore civile, quindi non riguardano solo i militari. Che cosa ha stabilito questa relazione? Evidenzia come  una serie di malattie autoimmuni sono considerati come effetti indesiderati o reazioni avverse alla vaccinazione ; che le reazioni avverse non acute sono notevolmente sottostimate; che la vaccinazione comporta dei rischi in termini di immunosoppressione, iperimmunizzazione, autoimmunità e ipersensibilità.  Le case farmaceutiche chiedono l’applicazione di opportune precauzioni all’impiego del vaccino e, tra l’altro, la verifica dello stato di salute del vaccinando e dell’assenza delle patologie sotto elencate al momento della vaccinazione.

Sono 81 gli elementi per cui è prevista una valutazione di sensibilità o allergia. Per quanto riguarda le reazioni avverse e le controindicazioni, sono emerse informazioni importanti. Nel totale le reazioni censite ammontano a ben 240, con frequenza variabile dal 10 per cento alla “frequenza non nota”.

Il limite precauzionale è di 5 vaccini, essendo questa la soglia oltre la quale si possono verificare eventi avversi. Queste le conclusioni:

“Alla luce degli elementi raccolti la Commissione conferma che vi sia una associazione statisticamente significativa tra patologie neoplastiche e linfoproliferazione, e altre patologie (es. quelle autoimmuni) e la somministrazione dei vaccini secondo la profilassi vaccinale militare. La Commissione ritiene di non poter escludere il nesso di causalità”.

Nella relazione inoltre si fa riferimento ai dati consegnati il 14 gennaio del 2018 “sulle analisi dei componenti dei vaccini autorizzati per la profilassi vaccinale militare obbligatoria, all’analisi dei dati del follow-up di SIGNUM e sui dati relativi alle malattie neoplastiche di cui soffrono i militari italiani”.

La relazione continua affermando:

“Data la rilevanza dei temi affrontati in queste osservazioni ai fini di un’adeguata tutela della salute dei militari, la Commissione invita l’intera comunità scientifica , di cui l’ISS è parte, a prendere conoscenza. La Commissione provvederà a trasmettere il predetto documento all’Istituto Superiore della Sanità per una indispensabile valutazione scientifica dei relativi contenuti.” Approfondimenti che ad oggi non sono stati fatti.

Passando invece ai vaccini per i bambini, in particolare al nesso di causa, l’avvocato Devetag fa notare come viene riconosciuto o negato nei rapporti Aifa. I casi riportati sono emblematici. Bambino di 20 mesi. Due giorni dopo la somministrazione del vaccino antimeningococco si osserva rialzo febbrile seguito dopo qualche ora dal decesso. In anamnesi:  pregressa vaccinazione secondo calendario vaccinale con esavalente ecc. in assenza di pregresse reazioni. Non segnalate dal medico reazioni immediate dopo la vaccinazione antimeningococco. Il caso è stato precedentemente classificato come indeterminato dal momento che le evidenze non erano sufficienti a stabilire un nesso di causalità tra vaccino ed evento. Il decesso è valutato come morte inspiegata dell’infanzia e il nesso di causalità risulta non correlabile.

Bambino di 5 anni di sesso maschile con storia clinica di epilessia. Il decesso è avvenuto durante la notte quindici giorni dopo la vaccinazione. Il nesso di causa è non correlabile. Perché era già epilettico.

Il dottor Gava (vittima di radiazione dall’Ordine come è stato segnalato) nel suo libro “Le Vaccinazioni pediatriche” ammoniva il lettore: “Invito il lettore a riflettere, perché alla fine, primo o poi, dovrà anche lui scegliere da che parte stare, dato che tra poco l’industria farmaceutica, facendo leva su ragionamenti puramente speculativi, proporrà anche a lui di vaccinarsi (8 settembre 2006). Molti anni dopo la profezia si avvera. Nel piano nazionale per l’eliminazione del morbillo, della rosalia congenita che è stato inviato alle Regioni il 21 febbraio 2019, per l’approvazione alla conferenza Stato Regione, si prevede che non si possa più fare l’Erasmus senza la vaccinazione per il morbillo; non si possano più fare le gare sportive senza la vaccinazione per il morbillo; non si possa più accedere alle forze dell’ordine a ai vigili del fuoco senza la vaccinazione per il morbillo. Nella Raccomandazione adottata dal Consiglio dell’Unione Europea il 7 dicembre 2018, si prevede l’introduzione del passaporto delle vaccinazioni per i cittadini dell’UE.

A fare da sfondo all’itinerario nel “Purgatorio Italia”, sotto la guida tecnica e tattica di Alessandra Devetag, i versi della celebre invettiva del VI Canto: Ahi serva Italia, di dolore ostello...

E ricomponendo i vari pezzi del mosaico, fatti uscire dai segreti gangli dei vari poteri che si trovano dentro e fuori le istituzioni, possiamo congedarci  riaffidandoci alla memoria di  Sciascia:   

“Sì, ci credo. Nella ragione, nella libertà e nella giustizia che sono, insieme, ragione (ma guai a separarle). Credo si possa realizzare, anche se non perfettamente, un mondo di libertà e di giustizia. Ma la storia siciliana è tutta una storia di sconfitte della ragione, sconfitte degli uomini ragionevoli. Anche la mia storia è una storia di sconfitte. O, più dimessamente, di delusioni. (Leonardo Sciascia La Sicilia come metafora).