Livorno. Lavori per il ripristino del molo di San Jacopo in Acquaviva
La Giunta comunale, su proposta delle assessore ai Lavori Pubblici Silvia Viviani e al Bilancio e Demanio Viola Ferroni, ha approvato il progetto esecutivo per il ripristino del molo di S. Jacopo in Acquaviva.
Il progetto, finanziato per 60mila euro, è stato curato dall’ufficio Progettazione e Qualificazione Spazi pubblici del Comune di Livorno, e prevede la ricostruzione di tutta la sezione finale del pontile, divelta da una mareggiata nella primavera del 2019.
L’intervento prevede anche lavori subacquei per il consolidamento della nuova struttura al fondale, in modo da rallentare il deterioramento del molo, che all’epoca fu realizzato con grandi blocchi semplicemente posati su un piano d’appoggio costituito da ghiaia e pietre.
La banchina presente nel tratto di mare prospiciente piazza San Jacopo in Acquaviva risale con molta probabilità al 1953-54, successivamente alla fortissima mareggiata del dicembre 1952, con mare forza 10 e raffiche di vento a 150 km/h, che causò il drammatico naufragio della nave mercantile americana “Grommet Reefer”, spezzatasi in due tronconi contro la scogliera davanti San Jacopo.
Probabilmente il manufatto fu realizzato per proteggere la passeggiata del lungomare dalle mareggiate, mettendo nello stesso tempo in sicurezza la transitabilità del viale Italia.
Il molo è lungo 54 metri, la larghezza del basamento originario è di 3 metri mentre la superficie calpestabile è di metri 2,40. Ai lati del molo la profondità dell’acqua varia dai 50 cm del tratto iniziale ai quasi 3 metri del tratto più lontano.
Nel corso dei decenni il pontile ha subito un processo di deterioramento, fino al risanamento avvenuto negli anni 2007-2009, per porre rimedio alla forte erosione della malta cementizia (visibile ancora oggi nelle parti a vista) e al marcato disallineamento dei blocchi. Il consolidamento è stato realizzato mediante il ripristino del piano originario con nuova gettata di calcestruzzo ancorata alla vecchia struttura con ancoraggi chimici e spezzoni di acciaio, e l’aggiunta di blocchi in polistirene tra i due nuovi corpi.
Il basamento ha continuato a muoversi, a cedere ed erodersi e nel febbraio 2019 le mareggiate hanno fatto leva tra la vecchia e la nuova struttura, ribaltando l’ultimo segmento del pontile lungo 7,5 metri e facendolo cadere lateralmente nel fondale. Anche per il penultimo tronco è stato rilevato uno spostamento laterale, provocato da analoga dinamica.
Nello scorso autunno, per ovviare ad una eventuale dispersione in mare, veniva rimosso il polistirene ancorato alla parte del molo ribaltato, mentre per la parte in pietra/cemento della sezione divelta, la cui rimozione sarebbe stata difficile e onerosa, veniva presa la decisione di lasciarla nella sua attuale collocazione, senza conseguenze per l’ambiente marino, trattandosi di materiale inerte dal comportamento neutro.
Il progetto attuale prevede quindi la ricostruzione del molo cercando di ricalcare la preesistente geometria. Saranno utilizzate casseforme impermeabili rimovibili che consentiranno di inserire in profondità una tubazione flessibile per effettuare, dal basso verso l’alto, il getto di calcestruzzo pozzolanico, idoneo all’utilizzo in presenza di acque marine.
Il piano di posa sarà preventivamente regolarizzato mediante il temporaneo spostamento della ghiaia e dei massi per liberare la fondazione ove sono attualmente presenti fenditure e smottamenti, in modo da consentire un adeguato ancoraggio dell’armatura.
Saranno anche sigillate tutte quelle fessure presenti a partire dal fondale marino, come ad esempio gli sgrotti esistenti, in modo da frenare un’accelerata erosione.
I lavori dureranno un paio di mesi e si svolgeranno a primavera, prima dell’inizio della stagione balneare, in giornate con condizioni meteomarine ottimali.