Prima e dopo il noir di Stefano Sciacca

Prima e dopo il noir di Stefano Sciacca è uno studio incentrato sul cinema nero hollywoodiano, sui suoi capolavori a basso budget, i personaggi iconici, l’atmosfera satura di vizio e l’ambientazione notturno-metropolitana, entrati prepotentemente nell’immaginario collettivo. Con un originale approccio multidisciplinare che coinvolge letteratura, arti figurative, storiografia e sociologia, l’autore ricostruisce le tappe fondamentali della poetica del dissenso e della disillusione tipica del noir, consegnando al lettore un’opera divulgativa scorrevole e diretta, che racconta ciò che ha influenzato questo genere cinematografico e ciò che ne è derivato. E approfondendo ciò che più ha condizionato il noir americano, non si può non menzionare il cinema espressionista tedesco degli anni venti: un cinema polemico, angosciato e profetico, dalle scenografie incombenti e inquietanti e dalla predilezione per i forti contrasti, a sua volta ispirato dagli incubi di E.T.A Hoffmann, riletti alla luce della nascente scienza psicanalitica, e dalle deformazioni prospettiche e le visioni allucinate dei romanzi di Fëdor Dostoevskij e di Heinrich Mann. Ciò che emerge da questo interessante saggio è lo stretto legame del cinema noir con la società, della quale documenta con approccio realista le contraddizioni, e verso cui indirizza un’aspra polemica per il modello borghese di riferimento dal quale “il criminale noir si distingue per onestà intellettuale, senza avere l’ipocrita pretesa di essere qualcosa di diverso da ciò che in effetti è”.

Un criminale che nelle storie è rappresentato dall’antieroe tragico dalla spiccata connotazione romantica, predestinato alla sofferenza e alla sconfitta, che soccombe inevitabilmente al disordine interiore ed esteriore. Disordine esteriore di una città che diventa protagonista assoluta del cinema noir, che già Baudelaire considerava “teatro della modernità e delle sue contraddizioni”; quella del noir è, allo stesso tempo, una città metafisica, luogo di solitudine, desolazione, disillusione, ma anche un dedalo caotico, pieno di vita al punto da scoppiare. Ricorda la città-circo già messa in scena dal cinema di Weimar, chiaramente ispirata a propria volta dai quadri infernali e corrosivi di George Grosz e di Otto Dix, sulle orme dei pandemoni urbani di James Ensor. La città centro di delitti, delinquente essa stessa: la città, insomma, di Berlin Alexanderplatz e, prima ancora, di Delitto e castigo.

Stefano Sciacca (Torino, 1982) è un giurista e cinefilo. Ha pubblicato i romanzi “Il diavolo ha scelto Torino” (Robin, 2014) e “La vendetta di McKoy” (Europa Edizioni, 2014), i saggi di critica cinematografica “Fritz Lang, Alfred Hitchcock, Vite parallele” (Falsopiano, 2015) e “Prima e dopo il noir” (Falsopiano, 2016) e il saggio di critica letteraria “Sir William Shakespeare, buffone e profeta” (Mimesis, 2018).