A volte mi è difficile inventarmi

Mi chiamo Vincenzo Calafiore e sono nato a Reggio Calabria, splendida città di mare. Compio gli studi e mi appassiono alla scrittura. Non ricordo un solo momento della mia vita in cui non abbia sentito il desiderio e l’esigenza di scrivere, nero su bianco le mie sensazioni, i miei pensieri, le mie più belle emozioni. La scrittura è parte integrante di me. “ Non so, è possibile raccontare una cosa a qualcuno, e sperare che mi capisca davvero? “ Vincenzo Calafiore Mi piace scrivere, non è un vizio, è una passione ma allo stesso tempo una piccola condanna, quasi che ogni capitolo possa essere paragonato a una storia di qualcuno che ha vissuto o sta vivendo o che da poco avrà chiuso. Ed è vero, o almeno sono convinto; ma anche che si tratti di questo. Tutto accade meravigliosamente di notte …. i dettagli sono limpidi, tutto si allinea e mi trovo perduto in un qualcosa di sconosciuto che sta nascendo, prendendo vita mi coinvolge, mi porta via. Non sempre è così, ma scrivere, sì, scrivere non è bello è bellissimo. Quella piacevole stanchezza, quella insolita spossatezza che mi prende e mi tiene così fino alla fine, valgono da sole come un tesoro. Esco sul balcone sia d’estate che d’inverno a fumare la mia sigaretta e nel guardare il volto del nulla, tornano in mente immagini e pensieri mai assopiti, e mi sento essere come un fornaio che spera di fare un buon pane: Nella mia testa e nei miei occhi ho visto l’amore danzare, noi non ci conoscevamo eppure ci tenevamo per mano, è lì che ti ho presa! Dove ho avuto paura, ho mollato la presa e ti sei fatta vicinanza. A volte è paura, a volte è coraggio, a volte è semplicemente amore. C’è che sto morendo dalla voglia di ritrovarti fosse anche in una parola, negli occhi,in un rigo. A quel mare lontano che sento rumoreggiare in testa chiedo di essere guardato e non solamente visto, essere ascoltato e non soltanto udito …. Vivere lontano da casa non è per chiunque. Bisogna avere un cuore grande, tanto da grande da fare da valigia a tutto quanto si lascia: panorami, mare, amore, genitori. Questo bagaglio batte come un cuore anche quando pesti un suolo che non ti appartiene o quando sei steso su un letto che non ha la tua forma. Conosci amici che non sono tuoi, città che non è la tua. Devi avere un cuore grande che contenga anche questo bagaglio. Un cuore che a volte ha paura che altri lo abbiano dimenticato. Un cuore così grande eppure così fragile … è lì che si ferma, va in blocco, ti confonde tanto da non sapere più chi sei. Cadi a terra e ti chiedi chi sei e cosa stati diventando, dove stai andando e sai perché? Perché quando parti, più che andare verso una meta, vai verso un destino: il tuo! “ vorrei essere guardato e non visto, essere ascoltato e non soltanto udito”. Ora mi trovo in mezzo a un mare grande, più grande di un oceano, è un navigare in solitaria in contro alle tempeste, giorni e giorni di silenzio, sembrano quei giorni senza alcun motivo per continuare a navigare; giorni in cui non mi ricordo come si faccia a piangere o a sorridere a vivere, in cui vince la stanchezza fino a schiacciarmi. Tutto passa e va. La voglia di scrivere e di destinare ogni attimo a questo, ora quasi non c’è più. Manca il desiderio bruciante di buttare via il mondo “vero” e rifugiarmi in uno fittizio. Manca il desiderio di scappare dalla realtà per tuffarmi nei sogni e navigare fra pensieri e poesie da scrivere, rendere me stesso sotto forma di parole. Manca quella che un tempo era passione … adesso cos’è? Nulla, forse. Non è un addio tragico, non ho perso l’ispirazione, non sono stato sopraffatto dalla vita vera, no! Semplicemente, prima c’era il motivo o la motivazione, ora non più. Ora sono un – bò -, dopo una vita trascorsa a cercare di capire se “ scrivere” mi rendesse in qualche modo felice e invece mi ha reso “ diverso”. Ora non conta più, adesso più che vivere, sopravvivo e rimango con quella parte di me il cui fuoco va spegnendosi lentamente sotto una cenere bianca … quasi come la neve! Nevica! Chissà se ritornerò a fuggire dalla vita, ad andarmene in punta di piedi come sono entrato! C’era il mare, e il mare aveva l’odore forte di salso, aveva una vela gonfia di vento e un sole, un sole caldo. L’odore di quel mare mi piace ora come allora e mi piacerebbe almeno una volta immergerci le mani, guardarle in trasparenza, vedere il sangue scorrere, gli inchiostri diluirsi. Avere qualcuno con cui guardarlo in silenzio lì con me sulla sabbia, senza pensare a nulla. Avere la testa vuota, sentirsi leggeri senza più nessuna preoccupazione, sentirsi finalmente felici, scoprire che il mare e la vita hanno lo stesso nome: amore! Io e il mare! Il mare non ti chiede di innamorarti ti fa innamorare. Non importa come accade: ti innamori e basta! In fondo l’amore fa così, giunge così. Non ti chiede, non ti chiede nulla, l’amore ti sceglie e basta! I rumori delle mie pagine si sono placati. Ci guardiamo attraverso questo strano specchio che è la pagina di un libro. E penso a te che mi hai letto, che mi hai ascoltato e reso diverso, nei tanti pezzi di specchio, perché io sarò diverso ogni volta che mi leggerai e diverso per i tanti che mi leggeranno. Questo è il segreto di uno scrittore, della loro vita indomabile. Ciao Calafiore da giovane