Mohamed Morsi è morto in tribunale: massima allerta in Egitto

E’ scattata la massima allerta in Egitto a seguito della morte dell’ex presidente Mohamed Morsi. Il politico di 67 anni era stato deposto nel 2013 con un colpo di Stato da parte del generale al Sisi, suo ministro della Difesa. Morsi è morto lunedì in tribunale durante un’udienza del processo in cui era imputato per spionaggio. Il sessantenne aveva chiesto e ottenuto di poter intervenire, al termine dell’udienza si è accasciato colpito da un infarto. Morsi faceva parte dei Fratelli musulmani, un movimento politico islamista molto potente nel mondo arabo. Stava scontando una condanna a 7 anni per aver falsificato la sua candidatura per la corsa alle presidenziali del 2012. Nel giugno di quell’anno, dopo le proteste di piazza Tahrir che avevano portato alla deposizione dell’ex presidente Hosni Mubarak, Morsi vinse le prime elezioni libere con il 51% dei voti con il 48% di Ahmed Shafiq. La sua destituzione dal potere manu militari fu approvata anche dal leader dell’opposizione laica Mohamed El Baradei e e dall’imam dell’università al Azhar del Cairo, Ahmad Muhammad al-Tayyeb. Nel maggio del 2015 Morsi fu condannato a morte con l’accusa di avere fatto evadere dal carcere i vertici dei Fratelli Musulmani nel 2011, ma la condanna è stata poi annullata e il tribunale penale del Cairo ha deciso che il processo era da rifare. Nel marzo del 2018, un gruppo di politici e avvocati britannici guidati dal deputato conservatore Crispin Blunt lanciò un allarme sulle condizioni di detenzione di Morsi, definendole inadeguate al suo stato di salute.