Milano entra in Cities changing diabetes

Palazzo Marino ha aderito a Cities changing diabetes. Il programma è realizzato in partnership tra University college London (UCL) e il danese Steno diabetes center con il contributo non condizionato di Novo Nordisk. L’iniziativa coinvolge istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore con l’obiettivo di valutare l’impatto dell’urbanizzazione sulle malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità, e promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire queste malattie. Al progetto, oltre alle amministrazioni comunale e regionale, hanno aderito le Università di Milano, l’ATS di Milano Città metropolitana e il Museo della scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci”.

La partecipazione di Milano porta così a 19 le città che a livello globale fanno parte di Cities changing diabetes. Oltre al capoluogo lombardo, hanno infatti aderito Beirut, Buenos Aires, Città del Messico, Copenaghen, Hangzhou, Houston, Jakarta, Johannesburg, Kōriyama, Leicester, Madrid, Mérida, Pechino, Roma, Shanghai, Tianjin, Vancouver, Xiamen. Il programma Cities changing diabetes vuole creare un movimento unitario in grado di stimolare, a livello internazionale e nazionale, i decisori politici a considerare il tema dell’urban diabetes prioritario, mettendo in luce il fenomeno con dati ed evidenze provenienti dalle città di tutto il mondo al fine di identificare le politiche di prevenzione più adatte e migliorare la rete di assistenza.

Cities changing diabetes: la scelta di Milano

Milano è la seconda città metropolitana più popolata di Italia, con quasi 3,5 milioni di abitanti residenti in 134 comuni. Secondo i dati dell’Annuario 2018 di Milano Città metropolitana, l’area metropolitana milanese ha registrato nell’ultimo anno un incremento dello 0,5% dei residenti rispetto all’inizio del 2017. Secondo i dati dell’ATS di Milano relativi al 2017, oltre un milione di abitanti ha una malattia cronica non trasmissibile e le più diffuse sono le malattie cardiovascolari, i tumori e il diabete. Quest’ultimo colpisce circa 200mila persone.

“I grandi centri urbani – commenta Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali, Salute e diritti del Comune e vicepresidente della Rete nazionale Città sane – diventano sempre più centrali nell’affrontare le grandi questioni che riguardano la salute dei cittadini attraverso strategie di lungo periodo che vedono le reti di città in prima fila per trovare sinergie e soluzioni condivise. Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto e, con la collaborazione della Regione Lombardia, cui spettano le competenze in materia sanitaria, ci impegneremo per fornire risposte ai nuovi bisogni dei cittadini per migliorare la loro qualità della vita”.

“L’opera di sensibilizzazione e informazione sulle malattie croniche non trasmissibili – spiega Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia – è fondamentale proprio a partire dalle grandi città come Milano. La capacità delle istituzioni di collaborare fra loro e indirizzare i cittadini verso i corretti stili di vita, l’attività fisica, la sana alimentazione è determinante e rappresenta una svolta concreta per garantire una efficace azione di prevenzione e, alle persone affette da patologie croniche, l’assistenza socio sanitaria adeguata attraverso un percorso di cura personalizzato e qualificato. Per questo, l’alleanza virtuosa fra ospedale e territorio, che fotografa perfettamente la sintesi dell’evoluzione del sistema di welfare della Lombardia, rappresenta un autentico valore aggiunto”.

“Dopo quello di Roma, – afferma Michele Carruba, Presidente dell’Executive committee di Milano Cities changing diabetes – il coinvolgimento di Milano nel programma Cities changing diabetes consentirà all’Italia di contribuire, avendo le due aree metropolitane quasi 8 milioni di abitanti, con un significativo volume di dati socio-demografici e clinico-epidemiologici al progetto di studio che lo anima. Oltre che per la sua popolosità, effettuare queste analisi su una città come Milano, in continua evoluzione e dove il livello di soddisfazione degli abitanti per quanto riguarda i servizi è alto, rende la partecipazione di questa metropoli particolarmente interessante”.

“Il numero delle persone che vivono nelle città – dichiara Andrea Lenzi, presidente di Health City institute e del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze per la vita della Presidenza del Consiglio – è in continuo aumento da diversi anni e, secondo le stime, questo numero è destinato a crescere ulteriormente. Questa tendenza si osserva anche in Italia dove ormai più di un italiano su tre vive oggi nelle 14 città metropolitane. Parallelamente, riscontriamo una crescita di alcune malattie, come diabete e obesità, la cui diffusione è considerata ormai l’epidemia della società del benessere. L’aumento di queste malattie croniche non trasmissibili, e non solo, è infatti fortemente legato ai profondi cambiamenti di stile di vita che comporta la vita nelle città, come lavori sedentari, scarsa attività fisica, alimentazione scorretta, tanto che si parla oggi apertamente di ‘urban diabetes’, diabete urbano”.