Luigi Di Maio ha dovuto rinunciare a Christophe Chalençon

I grillini fanno retromarcia. Luigi di Maio non si allea con Christophe Chalençon, uno dei leader dei gilet gialli. Il vice premier a Roma ha presentato i quattro alleati delle Europee. Sono i croati di Zivi Zid, i polacchi di Kukuz’15, i finlandesi di Liike Nyt e i greci di Akkel. Parlando dei capi della rivolta gialla in Francia e delle ultime dichiarazioni di Christophe Chalençon, Di Maio ha affermato che “c’è una interlocuzione con questa realtà complessa, ma non abbiamo intenzione di dialogare con chi parla di guerra civile e di lotta armata”.

I primi quattro alleati dei grillini sono partiti molto diversi tra loro, accomunati dalla fede nella democrazia diretta e dalla volontà di una “nuova Europa”. Però il M5s ne deve cercare altri due. In base ai regolamenti europei infatti per creare un gruppo autonomo in Parlamento servono almeno sette forze politiche.

In Croazia l’alleato è il partito Zivi Zid (Scudi umani), nato nel 2014 per difendere il diritto alla casa dei cittadini. Il leader è Ivan Vilibor Sincic, che si è presentato al primo turno delle presidenziali nel 2014, arrivando terzo con il 16,4% dei voti. Il nome del partito nasce dalle barriere umane organizzate per impedire gli sfratti.

In Polonia Di Maio ha scelto Kukiz’15, fondato nel 2015 da Pawel Kukiz, candidato alle elezioni presidenziali dove ottenne il 21% arrivando terzo. Cantante e attore, Kukiz si è espresso più volte contro l’aborto e l’adozione da parte degli omosessuali. Il suo partito, euroscettico, nazionalista e fautore della democrazia diretta, ha ottenuto 42 seggi alla Camera dei deputati e ha cooperato con il partito di estrema destra Ruch Narodowy.

In Finlandia il grillini ha trovato l’intesa con Liike Nyt (Movimento Adesso), di stampo liberale e orientato alla democrazia partecipativa, fondato nell’aprile 2018 a Helsinki dal deputato Harry Harkimo. Il primo obiettivo è quello di incrementare l’uso delle piattaforme digitali per dar voce ai cittadini.

In Grecia il riferimento è Akkel (Partito dell’agricoltura e allevamento) fondato nel 2014 da Evangelos Tsiobanidis. Il movimento cura gli interessi dei piccoli produttori, pescatori e coltivatori diretti ed è contrario agli accordi di libero scambio come il Ceta ma anche alle sanzioni contro la Russia.