Reggio Emilia. Francesco Amato prende ostaggi nelle Poste di Pieve Madolena

Lunedì mattina di terrore a Reggio Emilia. Un uomo, condannato pochi giorni fa nel maxi-processo di ‘ndrangheta “Aemilia”, e da allora irreperibile, si è asserragliato nell’ufficio postale di Pieve Madolena, con un coltello da cucina. Francesco Amato ha fatto uscire i 7 clienti presenti nella struttura al momento dell’irruzione, tenendo in ostaggio 4 dipendenti e la direttrice della filiale. Poco dopo mezzogiorno, uno degli ostaggi, una donna, è stata rilasciata. Una volta uscita dalle Poste che affacciano sulla via Emilia, la signora è svenuta ed è stata soccorsa dal personale del 118 che è sul posto con varie ambulanza. Francesco Amato, 55 anni, si è reso latitante subito dopo la sentenza emessa 5 giorni fa, che ha coinvolto anche l’ex calciatore Vincenzo Iaquinta e suo padre. “Sono quello condannato a 19 anni, mia madre è in questo ufficio da 6 anni” ha urlato. Sul posto le forze dell’ordine, che hanno chiuso le strade e avviato la trattativa. Si valuta l’intervento di forze speciali. L’uomo ha chiesto di parlare con il Ministro Matteo Salvini. Il cinquantenne era stato condannato in rito abbreviato per associazione a delinquere di stampo mafioso a 19 anni e 1 mese insieme al fratello Alfredo. Non è l’unico sfuggito all’ordine di arresto emesso dai giudici: all’appello mancano ancora i fratelli tunisini Baachaoui e l’albanese Bilbil Elezaj.