La Lega di Matteo Salvini si prende Trento e il Nord Est

La Lega di Matteo Salvini scrive una pagina di storia e conquista il governo del Trentino. Il sottosegretario alla Salute leghista Maurizio Fugatti, sostenuto da altre otto liste di destra, vola sopra il 40% dei voti, lasciando l’ex senatore dem Giorgio Tonini, sostenuto da altre due liste di sinistra e di centro, sotto il 30%. La vittoria leghista a Trento fa sventolare su tutto il Nord Est la bandiera del Carroccio, che già governa in Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, oltre che in Liguria. Esce sconfitto il presidente uscente Ugo Rossi, autonomista del Patt. Alle provinciali del 2013, sostenuto anche dai dem, il centrosinistra autonomista era arrivato al 58%. Rossi, dopo la rottura con il Pd, si è presentato da solo con il Patt, ed è attorno al 10%. In drastico calo i grillini. Il candidato governatore Filippo Degasperi non arriva al 10%, rispetto a oltre il 19% M5S in primavera. La Lega nel 2013 era al 6,2% e aveva conquistato un solo seggio, ora ha quadruplicato i consensi e dovrebbe ottenere il super premio di maggioranza, che garantisce tra i 21 e i 23 consiglieri provinciali, oltre al presidente eletto, sui 35 seggi totali. Per il vice premier Matteo Salvini è un clamoroso successo. Il Pd era al 22% e scende intorno al 15%. Il Movimento 5 Stelle si ferma sotto il 10%. “Abbiamo fatto la storia – il primo commento di Maurizio Fugatti – ora cambiamo anche il Trentino”. Il risultato di Trento pesa anche a Bolzano e a livello regionale. In Alto Adige la Lega è ora il terzo partito, il primo degli italiani e ha ottenuto 4 consiglieri provinciali. La crisi Svp, scesa al minimo storico di 15 seggi, impone al partito di raccolta di lingua tedesca di trovare almeno 3-4 voti tra le forze italiane. Un accordo Svp-Lega in Alto Adige e in Regione, annunciato alla vigilia, è cosa fatta. In tale quadro vengono considerati “più facili” anche i rapporti con Trento e con Roma, dove il Carroccio è al governo. Anche da Trento emerge così uno spostamento dell’elettorato sempre più a destra, con un voto politicamente contro l’Unione europea. In crescita invece la tensione Lega-M5S, con i grillini che sembrano gli unici a pagare il conto delle incertezza di governo a Roma.