Effetto Di Maio: Foodora lascia l’Italia

Luigi Di Maio rischia di passare alla storia come il ministro della disoccupazione. Grazie alle sue politiche le aziende fuggono dall’Italia. Il caso più eclatante è quello di Foodora. Il tema dei rider, finito nell’agenda politica grillina, naufraga sui numeri. Il business del food delivery ha grosse potenzialità ma si scontra in alcuni paesi con una diffusione limitata e con pochissimi margini di guadagno. In Italia si tratta di un mercato da 2 miliardi di euro, penetrato soltanto del 3% e con moltissima concorrenza. Foodora lascia e ad ufficializzarlo è stata una nota della capogruppo Delivery Hero. “La nostra strategia è quella di operare in modo economicamente efficiente — ha fatto sapere il cofondatore Emanuel Pallua — con focus su crescita e posizione di leadership in tutti i mercati in cui opera. In Italia questo obiettivo è ora difficile da raggiungere con investimenti ragionevoli”. Dichiarazioni che non fanno riferimento al quadro normativo italiano e al tavolo di lavoro aperto con il governo per maggiori tutele contrattuali sui fattorini. L’amministratore delegato di Foodora Italia, Gianluca Cocco, parlando a proposito di una bozza del decreto Dignità aveva già annunciato. “Saremo costretti ad abbandonare l’Italia”. La vendita potrebbe riguardare la base clienti e i contratti con i ristoranti di Foodora, non il marchio e neanche la base rider. Ad essere interessati all’operazione potrebbero essere proprio i servizi di consegna concorrenti, da Deliveroo a Glovo, che in questo modo riuscirebbero a consolidare la propria fetta di mercato italiana. Al momento la piattaforma continuerà a funzionare anche se a questo punto bisognerà vedere come si comporteranno i rider.