I grillini vogliono fermare Matteo Salvini: niente riforma legittima difesa

I primi nodi vengono al pettine. Lega e M5S sono incompatibili. Differenti le visioni. Matteo Salvini è l’uomo del fare mentre Luigi Di Maio è figlio dei vaffa day e delle proposte irrealizzabili. Il primo grande problema è il tema della legittima difesa. Cinque disegni di legge sulla legittima difesa sono stati incardinati in commissione Giustizia al Senato, sulla spinta della Lega. Ma il ministro grillino della Giustizia Bonafede vuole fermare il Capitano. “No alla liberalizzazione delle armi”, disciplinate da disposizioni che il governo non vuole cambiare. Il partito di via Bellerio ha spiegato di non avere mai pensato di liberalizzare le armi. “Non vogliamo il far west”. Tuttavia “la riforma è una priorità”. La Lega insiste: è una “priorità” del governo. Per i grillini invece si tratta di una materia che “va comunque approfondita” e studiata a fondo. I leghisti parlano, come fa il sottosegretario Jacopo Morrone, di “una priorità” che il governo vuole veder votata a “breve”. E’ vero che il ministro dell’Interno Matteo Salvini minimizza escludendo che ci siano divisioni nell’esecutivo sul punto. E che lo stesso Bonfade sottolinea come sulla questione “il governo sia compatto”. Ma la dichiarazione del premier Conte secondo la quale “il governo è consapevole che sul piano applicativo giurisprudenziale della legittima difesa si siano create delle incertezze che vanno risolte”, fa capire che i tempi per un’approvazione della riforma non saranno rapidi. L’irritazione leghista cresce, soprattutto da parte della base che pretende lealtà dal grillismo oppure il ritorno immediato al voto.