Gué Pequeno racconta i suoi eccessi: escort e notti fino all’alba

Vite “dannate” come quella di uno dei rapper italiani più popolari e dalla doppia vita. L’esistenza è unica ma a volte convivono due teste sostiene Gué Pequeno. “Camminavo coi delinquenti e coi borghesi allo stesso tempo, avevo visto la ricchezza e volevo avere accesso a quel mondo lì, ma al tempo stesso non ero davvero ricco di famiglia”. Genitori scrittori e giornalisti ma amici con la fedina penale non esattamente pulita. Gué Pequeno a 37 anni ha deciso di raccontarsi in un libro. L’eccellenza del rap italiano è in libreria con Guérriero edito da Rizzoli.

L’autobiografia di Gué Pequeno

Il rapper ha scritto un’autobiografia destinata a fare discutere perchè presenta il suo lato oscuro, fatto di eccessi ad iniziare dalle escort passando per le notti infinite e le droghe. Il suo è un flusso di pensieri. Per il musicista diventato scrittore il rap in Italia non è mai stato capito. La sua analisi si incentra anche “sull’influenza che ho avuto sul rap italiano”. Con i Club Dogo è stato uno dei motori che ha rilanciato il genere. Sono rime in cui gli spaccati di vita di strada e voglia di fare soldi si incrociavano con un’Italia fatta di droga, escort e furbi della politica. Un’Italia fatta di eccessi con gioielli in bella vista e abiti griffati. “Volevamo essere degli zarri di lusso, dei tamarri fighetti”.

Il trio con Jake La Furia e Don Joe

“Adesso non sarebbe un progetto contemporaneo, ma l’ultimo album insieme guardava al futuro” ricorda il rapper del trio con Jake La Furia e Don Joe. Quattro album da solista hanno rafforzato la sua popolarità. Nelle prime righe del libro ricorda di essere riuscito ad interpretare da Oscar Gué Pequeno. “Sono rimasto Cosimo Fini quando il 90% dei rapper è falso. Si fingono gangster o inventano un’adolescenza difficile ma se finiscono in quegli ambienti prendono schiaffi. Io non mi spaccio per malavitoso, ma ne conosco e mi rispettano” precisa Gué Pequeno puntualizzando di essere un uomo e un musicista vero.

Le escort, le droghe, le notti fino all’alba

“Sono autentico, nel bene e nel male. Le mie rime stanno al rap come il neorealismo al cinema. All’epoca del mio primo disco solista uscivo con Nicole Minetti, viaggiavo su aerei privati, hotel a 5 stelle” ostenta il rap. Con orgoglio puntualizza di essere orgoglioso di essersi costruito da solo. “Per mantenere lo stile di vita che sognavo ho lavorato duro. Da ragazzino vendevo tshirt, mixtape… Adesso il mio modo di essere hustler è cambiato: ho una linea di abbigliamento, investimenti immobiliari, sono socio di una gioielleria e di un franchising di cannabis legale. Altro che quelli passano la giornata su Instagram”. Guérriero non è solo quel lato oscuro fatto di escort, droghe e notti fino all’alba. E’ anche positività. “Non è tutto oro quello che luccica. Il paradiso è anche rimanere sobri. Vorrei farlo, anche se molto in ritardo, per mio padre”. Si racconta in modo intimo. Parla del rapporto con le donne che, sesso escluso, è tutt’altro che facile. “Ho avuto relazioni serie. Per tre volte mi sono anche dimenticato delle altre donne per un paio di settimane. Ma sono fallite. Meglio così che avere una famiglia e tradire”.

La nuova scena musicale

Il rapper non è convinto della nuova scena trap, l’hip hop che ha conquistato il pubblico teen. “Riconosco e rispetto il successo ma non mi interessa finire a fare il rapper pupazzo su Instagram per accontentare il pubblico. Ho usato i suoni trap, e anche il reggaeton, anni fa. E ho anticipato i tempi parlando di soldi e moda nelle canzoni: venivo attaccato e ora sono temi sdoganati”. “Peace & Love”, nuova hit di Sfera, Ghali e Charlie Charles, ha annientato i record di Spotify con oltre 1 milione 500 mila stream in un solo giorno. Il rapper parla nel libro Di Sfera. “Oltre a considerarlo un fratello minore e a stimarlo per la sua genialità, mi fa pensare parecchio che le liriche del suo album siano una versione updatata e “trappata” di molti miei capisaldi, argomenti filosofici come comprare tutto il bar, avvisare la tipa che è meglio che non si innamori di noi, la piazza, il player, lo Xanax ecc”. “Sfera ha talento anche se si ispira fin troppo, e uso un eufemismo, a certi rapper americani. Ghali, che misi sotto contratto agli esordi, ha cambiato direzione troppe volte per essere veramente autentico: da gangster a mamma Africa ce ne passa. Mancano a tutti i testi, l’unico che fa capolavori è Vale Lambo. La Dark Polo Gang ha basi forti e mi diverte ascoltarli ma, e lo dice uno ossessionato dai marchi, parlano solo di moda: fanno entertainment, se cerchi poesia vai da De André”.

Fare passare il messaggio

Guérriero osserva come “da noi ancora non si riesce ad andare oltre l’ossessione per le canzoni che devono passare il famoso messaggio”. Pace fatta con J-Ax e Fedez dopo gli insulti reciproci. “Con Ax non ho mai litigato e c’è rispetto. Con Fedez ho chiarito tutto quando ha riconosciuto il mio ruolo nel rap commentando la bufera che si era scatenata per una mia disavventura social. Mi hanno invitato al loro concerto e ci sarò. Anche se il giudizio sulla loro musica non cambia: non è cool”. A 37 anni Gué Pequeno prova a fare il bravo ragazzo ma, per sua stessa ammissione, il suo lato dark rimane tutto integro. Del resto fa parte del dna del rapper. Una vita doppia, per certi versi dannata, fatta di lusso, di ecesso. Nella sua autobiografia emerge però un lato umano e vero. La sua storia oltre ad essere reale, non è mistificata. I suoi eccessi sono stati vissuti realmente, non sono solo racconti a beneficio della musica. Il libro è molto interessante perché presenta non solo la vita di un’artista, ma anche i demoni e le contraddizioni insite nelle nuove generazioni divise tra bene e male, tra giusto e sbagliato. Il libro è da leggere senza fermarsi per intercettare un flusso di pensieri di alto livello, che aiuta a riflettere e a ragionare anche su se stessi.