Milano torna in corsa per la sede dell’Agenzia europea del farmaco

L’Agenzia europea del farmaco lascerà Londra per via della Brexit. La destinazione è Amsterdam ma in queste ore la partita si è riparte e Milano torna a sperare. La nuova sede dell’Ema ad Amsterdam non sarà pronta prima della fine del 2019 e la soluzione provvisoria “non è ottimale”, perché offrirà solo “la metà dello spazio” rispetto agli uffici londinesi.

L’allarme viene lanciato dal direttore dell’Agenzia, Guido Rasi, nel corso di una conferenza stampa con le autorità olandesi. Il mondo politico italiano ora spera di riaprire la partita per l’assegnazione a Milano. Da Palazzo Chigi emerge l’intenzione del governo di intraprendere “ogni opportuna iniziativa” presso la Commissione europea e le istituzioni comunitarie competenti “affinché, anche a seguito di quanto dichiarato dal direttore dell’Agenzia, venga valutata la possibile riconsiderazione della decisione che vide Milano battuta al sorteggio finale”.

I primi a rilanciare la candidatura milanese sono il presidente della Lombardia Roberto Maroni e il sindaco Giuseppe Sala. “Ma come, Amsterdam non è pronta? Ci hanno presi in giro?” commenta il governatore uscente. “Cara Commissione Ue, riporta Ema a Milano, subito: il Pirellone è pronto e disponibile” afferma Sala. “Milano è in grado di rispettare la tempistica richiesta, sia per la sede che per tutte le condizioni a latere. Sono in contatto con il Presidente del Consiglio per valutare tutte le possibili iniziative”. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sostiene che “Milano era pronta e operativa, sarebbe stato meglio decidere su elementi tecnici senza affidarsi alla sorte”.

Dal mondo dell’imprenditoria farmaceutica emerge una richiesta di chiarezza. “Sono passati poco più di due mesi dall’assegnazione dell’Ema ad Amsterdam e siamo tornati al punto di partenza”, commenta Diana Bracco, presidente e amministratore delegato dell’omonimo gruppo farmaceutico. “Ciò che sospettavamo è emerso alla luce dei fatti: mentre Milano metteva a disposizione una sede prestigiosa, subito operativa e addirittura gratis per un primo periodo, Amsterdam non soltanto a causa di gravi ritardi non avrà la sede definitiva pronta nei tempi richiesti, ma anche la sede transitoria risulta inadeguata”.