Milano in campo con Paolo Fiorina per battere il diabete

Una ricerca made in Milano per battere il diabete. Dopo anni trascorsi al Boston Children’s Hospital, Paolo Fiorina, Assistant professor alla Harvard Medical School, ha scommesso sull’Italia guidando il Centro di ricerca pediatrico Romeo ed Enrica Invernizzi, che stava per nascere. Il primo risultato è valsa la pubblicazione su Science Translational Medicine. Il suo gruppo di lavoro ha corretto il diabete di tipo 1 nel topo e le sperimentazioni sull’uomo sono vicine. Ci sono fondazioni milanesi pronte ad investire.

Fare ricerca a Milano si può. Lo ribadisce nei fatti il professor Fiorina. “Abbiamo scoperto che avevano un difetto di una molecola che si chiama PD-L1, una sorta di “interruttore”, che deve funzionare bene per potere accendere o spegnere il sistema immunitario”. Difetto che è stato corretto, utilizzando anche la terapia genica. “Abbiamo iniettato le cellule corrette nel topo diabetico, curandolo, normalizzando la glicemia e abbiamo dimostrato in vitro che la correzione del difetto spegne l’autoimmunità nell’uomo”.

A Milano c’è chi è già pronto a investire per arrivare al trial clinico nei primi mesi del 2018. Servono un milione di euro solo per costruire un vettore virale, per la sperimentazione clinica servono un minimo di 5 pazienti e altri 2 o 3 milioni. “Si sono già fatti avanti sia privati che fondazioni, anche milanesi, che vogliono partecipare ed è una bella notizia, non voglio essere troppo ottimista ma immagino un 2018 con annunci importanti”.

Da Gandellino al successo internazionale per il professore che continua ad avere una base in America. Elogia Buzzi, Fatebenefratelli, Sacchi e Macedonio Melloni come realtà “internazionale” che “dà una dimensione europea e una numerosità di casi che ci consente di reclutare e di fare clinical trial. La fondazione Invernizzi ci ha aiutati a creare un centro di ricerca unico”. Fiorina sogna un clinical trial che dimostri la possibilità di curare il diabete di tipo 1.

Paolo Fiorina