Si è conclusa, a Giardini Naxos, la tre giorni del Taormina Gourmet 2017

Fabrizio Carrera, con la sua brigata di giornalisti di Cronache di Gusto, ha concluso in bellezza, la tre giorni di Taormina Gourmet 2017.

Lunedì 23 ottobre, giorno conclusivo, è iniziato di mattina all’insegna di un aperitivo originale e deciso, a ridosso della colazione appena fatta: Le Sarde alla Palina o Paolina. Claudio Oliveri, chef di Donna Concetta a Porticello, nel palermitano, ha spiegato e preparato il piatto che vede le antiche origini in una chiesa di San Francesco di Paola, dove il parroco preparava questa prelibatezza, espressione del mondo marinaro dell’epoca. I prodotti utilizzati sono rigorosamente locali ed il giovane chef lo ha sottolineato con orgoglio. Il vino in abbinamento, un sapido e minerale Grillo della Cantina Cusumano: Shamaris.

A seguire, presso la sala Dionisio, spazio all’attesissima masterclass con Salvo Foti (nella foto).

Apprezzato e stimato enologo siciliano, profondo conoscitore dell’Etna, Foti ha stregato i partecipanti con la sua filosofia del consumare e produrre in modo etico il vino. Il suo progetto, “I Vini Umani”, vede la creazione del logo grazie alla collaborazione della brava e appassionata Isabella Perugini.

“La tradizione va tutelata per dare un futuro alle generazioni che verranno – racconta Foti con tono suadente e deciso – la cura e buonsenso devono guidare l’opera dell’uomo nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Quello che voglio è bere un bicchiere di vino e conoscere chi c’è dietro”. Altro punto focale del suo interessante discorso è stato “Il Tempo” nella sua accezione più pura, come dare al tempo il compito di svolgere il suo lavoro. Presenti anche alcuni dei produttori che hanno aderito al suo progetto. Salvatore D’Amico, vive nelle isole Eolie a Salina, ha portato la sua storia dentro i suoi due vini: Lène 2015, malvasia vinificato secco e il rosso Tenuta Ruvoli 2014 unione armonica di Rucignola, Nero d’Avola, Nerello Mascalese e Cappuccio. Walter Massa, parafrasando il nome del progetto di Foti, esternava il suo pensiero: “Vini Animali”. I vini, secondo Massa, hanno un’anima. Poi, ha presentato Monleale 2010, una Barbera in purezza. Gianfranco Daino, presso Bosco San Pietro, nel calatino, ha 18.000 piante di vite e produce 18.000 bottiglie l’anno, questa è la sua equazione per un vino umano, il Suber 2013 con Nero d’Avola, Alicante e Frappato. Guglielmo Manenti, di Vittoria, a Bastonaca produce il suo Frappato 2016. Completavano la serie di vini un rosso Etna DOC 2016 de “I Vigneri”,  due Barolo DOCG di Ettore Germano il “Cerretta” e il “Prapò”, infine il Passito di Pantelleria 2008 di Ferrandes. La degustazione è stata guidata dalla bravissima sommelier Daniela Scrobogna. Le conclusioni di Foti, sono racchiuse nelle mani del logo del suo progetto, che si augura possa dare quell’umanità, a volte inesistente, al Vino.

Altra sala e altra eccellenza: sua maestà il Franciacorta. Riccardo Ricci Curbastro, è uno dei migliori produttori di questo vino spumante DOCG amato in tutto il mondo.

La famiglia Ricci Curbastro, ha secolari tradizioni agricole. L’azienda di Capriolo, in Franciacorta BS, produceva vini fin dall’800 come testimoniano alcune etichette ancora conservate del 1885. Fu il padre Gualberto ha trasformarla in una moderna impresa vitivinicola fin dal 1967, anno di istituzione della DOC Franciacorta. Riccardo Ricci Curbastro, cura personalmente tutta la produzione, essendo anche enologo, studiando e sperimentando nuovi modi al fine di perfezionare e personalizzare il prezioso nettare. La masterclass continua con la degustazione ben sette etichette di Franciacorta. Le prime sono due anteprime un extra brut e un dosaggio zero. L’occasione è favorevole per soffermarsi sulla linea che Riccardo vuole tenere per le sue bottiglie: non usare zuccheri aggiunti, ed inoltre, afferma che il vino ha una sua evoluzione naturale e non necessita di altro se non del grande amico di sempre: il Tempo. Si prosegue con altre annate di sboccature diverse e di linee differenti: il Franciacorta Gualberto, il Museum Release e il Gualberto in Magnum. L’assaggio è stato guidato dalla brava sommelier Maria Antonietta Pioppo che ha saputo “danzare” tra le bollicine con maestria ed entusiasmo. Il pubblico partecipante ha molto gradito e interagito con il produttore che è stato disponibile e con la sua competenza ha arricchito il bagaglio di ognuno degli astanti. Il Banco d’Assaggio intanto, ha aperto i battenti alle 11:00, accogliendo i numerosi curiosi e appassionati del food, offrendo le eccellenze enogastronomiche nazionali.

Le masterclass sono tante e a ritmo serrato. Nota degna di attenzione la merita quella dedicata al nostro territorio più prossimo: L’Etna.

Federico Latteri, curatore della “Guida ai vini dell’Etna” edita da Cronache di Gusto, ha condotto i numerosi partecipanti tra i versanti e le contrade dell’Etna, descrivendo con capacità l’esposizione e le peculiarità di ogni singolo territorio. Tantissime le etichette in degustazione, diverse annate, bianchi, rossi e qualche rosato. Alla fine della lunga degustazione, la sensazione che si percepisce nell’aria, è l’unanime consapevolezza del potenziale enorme che ha l’Etna, per il vino, nelle sue varie espressioni anche in quelle più estreme. Le masterclass proseguono con una dedicata ai tappi, elemento importante per la conservazione dei vini. Walter Massa che ha tenuto la lezione, ha presentato il suo Timorasso, chiamato rigorosamente Derthona. L’esperienza di degustare lo stesso vino in sei bottiglie chiuse con le sei diverse tipologie di tappo. La serata finale si conclude in bellezza, con le due ultime masterclass dedicate agli Champagne. Il Moet & Chandon e la più intrigante: Bruno Michel e il Pinot Meunier. Quest’ultima curata ancora dalla brava sommelier Maria Antonietta Pioppo.

La tre giorni di Taormina Gourmet, chiude i battenti, ma ha aperto il cuore a coloro che hanno partecipato, ponendo l’accento sulla qualità e sulla naturalezza del vino, della birra e del cibo. Un grazie e complimenti vivissimi a tutti i componenti di Cronache di Gusto, all’Ufficio Stampa, ai collaboratori, per il lavoro svolto e la perfetta organizzazione: arrivederci a Taormina Gourmet 2018.

(consulenza tecnica di Antonio Di Mauro)